Quasi nascosto tra le righe di un comunicato stampa sugli esiti dell’esecutivo UCI riunitosi negli ultimi giorni a Losanna che per la maggior parte si è occupato di questioni burocratiche o comunque più affini all’ambito dirigenziale che a quello sportivo, è arrivato l’annuncio di un provvedimento storico da parte dell’ente di governo del ciclismo mondiale: da quest’anno nei mondiali di tutte le discipline, specialità e categorie saranno in palio montepremi identici sia nelle gare maschili che in quelle femminili.
Se qualcuno ritenesse tale iniziativa un atto dovuto, l’affermazione di un principio di eguaglianza e giustizia scritto nel diritto naturale e che aver dovuto aspettare il 2016 per vederlo riconosciuto sia stato un ritardo inaccettabile, beh, sarebbe difficile dargli torto. Però, con la banalità dei luoghi comuni, si potrebbe rispondere; “Meglio tardi che mai”. Non era infatti scontato neppure raggiungere questo primo traguardo, visto che in certi ambienti critiche a questa rivendicazione si erano alzate. Per non contare il cammino difficile che analoghe iniziative hanno dovuto percorrere in altri sport, pensiamo all’omologazione dei montepremi nei tornei dello Slam del tennis che ha richiesto un percorso di quasi 40 anni (dal 1973 al 2007), e ancora c’è chi la contesta. Non solo, ma anche guardando la stessa società civile, molti indicatori rivelano come la parità di genere spesso rimanga solo un principio scritto sulla carta e in molti settori permangano sacche di forte maschilismo se non addirittura misoginia.
Il cambiamento più forte da un punto di vista pratico sarà per le cronosquadre iridate, dove il montepremi della prova femminile era poco più di un terzo di quella maschile. Per le prove in linea e a cronometro individuale élite i premi erano già stati uniformati, però la portata storica di questo provvedimento è l’affermazione del principio di uguaglianza valido in ogni circostanza e anche per ogni eventuale nuova disciplina che assegni il titolo mondiale. Certo, il provvedimento riguarda soli i Mondiali, anche se nel mondo anglosassone, specialmente negli Usa e in Gran Bretagna, molte prove avevano già provveduto negli ultimi due anni a parificare il montepremi. Il cammino perché ciò avvenga in tutte o quantomeno nelle principali gare del calendario rimane tuttavia estremamente lungo, realisticamente ci vorranno anni. Però intanto, a livello simbolico, è stata posta una pietra miliare dalla quale non si potrà retrocedere. E per quanto la strada sia in salita, continuando a proseguire in avanti, alla fine si giungerà al traguardo.
Questo senza dubbio il provvedimento più importante preso dall’Uci in questo meeting. Tra le altre decisioni, è stata molto enfatizzata quella di introdurre un codice etico relativo a conflitti di interessi, integrità, mancanza di imparzialità e discriminazioni, sulla cui applicazione vigilerà una Commissione Etica indipendente. Codice che sarà a breve reso pubblico. Anche in casa Unione Ciclistica, poi, è tempo di riforme della Costituzione. La nuova versione dovrà essere approvata dal congresso che si svolgerà durante i Mondiali su strada di Doha a ottobre. Intanto è stato anticipato che sarà introdotto per la prima volta nella storia un limite al numero di mandati presidenziali, senza ulteriori precisazioni.
Confermata poi nel ciclocross l’istituzione già annunciata del premio per l’autore del giro veloce, sono stati assegnati i Mondiali 2018 di ciclismo indoor a Dornbirn (Austria), quelli di Mtb Master del prossimo biennio, entrambi ad Andorra Vallnord e quelli junior su pista di questa stagione, che si terranno in Cina a Shenyang. Confermata anche la moratoria all’uso dei freni a disco per le gare su strada, sia nei calendari internazionali che nazionali, mentre riguardo al capitolo lotta al doping tecnologico è stato dato conto dei 2000 controlli effettuati durante il Giro d’Italia.
Si è parlato anche di sicurezza infine, senza peraltro prendere particolari iniziative, se non un generico richiamo al rafforzamento delle norme sul comportamento dei mezzi motorizzati al seguito. Ecco, ben intrapreso, anche se ancora ben lontano dalla conclusione, il cammino sulla parità di genere, forse questo è il prossimo fronte sul quale occorrerà agire con provvedimenti concreti e non con astratte dichiarazioni di principio, perché il bilancio degli infortuni nelle ultime stagioni sta diventando davvero troppo pesante.