Nella foto: selfie sul podio (dalla pagina Facebook La Course)
Alla luce delle partenti e di quanto visto nelle ultime settimane il nome di Chloe Hosking era senza dubbio tra i più gettonati prima della partenza e sull’iconico traguardo degli Champs Élysées l’australiana ha risposto presente all’appuntamento, centrando il più importante successo della sua carriera e completando, dopo la vittoria di Lendinara al Giro, il salto di qualità che in questo 2016 l’ha elevata dal rango di grande talento a quello di velocista affermata. La 25enne nativa di Bendigo ha colto infatti a Parigi il quinto successo stagionale, arrivati tutti tranne il primo (comunque molto significativo perché ha posto fine all’imbattibilità pluriennale di Kirsten Wild) nel calendario World Tour. Quella di Hosking è stata una volata potente e autorevole, tanto da non lasciare alcuna speranza alle avversarie, che hanno chiuso ben distanziate di una buona lunghezza e che ha premiato il lavoro di una Wiggle che, pur priva di molte big, a partire da Bronzini, Longo Borghini e Johansson, ha disputato una corsa tatticamente perfetta. La seconda piazza è andata a Lotta Lepistö, che con il nono podio della stagione conferma la sua grande consistenza, mentre a chiudere il podio è Marianne Vos, alla quale negli ultimi 100 metri è mancato qualcosa, anche per una posizione di partenza un po’ troppo arretrata, per sperare di centrare il bis del successo nella storica prima edizione del 2014. Tra l’altro per la prima volta ha vinto un’atleta non originaria dei Paesi Bassi e non tesserata con la RaboLiv.
I primi giri, come prevedibile, sono stati caratterizzati da una fase di studio, poi, dopo il terzo passaggio sotto l’arrivo, complice anche l’inizio della diretta televisiva, il gruppo ha dato fuoco alle polveri. La prima fuga importante era già composta da atlete di grande livello, Olga Zabelinskaya, reduce dalla vittoria di tappa in Turingia, la campionessa britannica Hannah Barnes e le due neerlandesi Lucinda Brand e Chantal Blaak, quest’anno prima al Drenthe e alla Gand. La loro avventura prosegue per due tornate, con il vantaggio che non sfonda mai i 15 secondi, e alla fine viene annullata dal lavoro della Wiggle.
Gli attacchi si susseguono senza sosta, ma nessuno riesce a durare più di qualche centinaio di metri. Molto attiva in particolare in questa fase è Amy Pieters, che entra praticamente in ogni tentativo, facilitando il compito alla Wiggle. Nel frattempo Nina Kessler fa incetta di punti ai passaggi sul traguardo, cosa che le varrà il primato nella speciale classifica. La fuga più importante nasce subito dopo aver circumnavigato per la penultima volta l’arco di trionfo. L’accelerazione è ancora di Lucinda Brand, alla cui ruota si portano Pieters e Lauren Stephens. Tre passiste del genere non possono che essere una seria minaccia, e infatti guadagnano una manciata di secondi importanti.
Il gruppo deve profondere il massimo sforzo per recuperare e nel corso dell’ultima tornata l’altissima velocità genera ben tre cadute importanti che selezionato tantissimo il plotone. Tra le più doloranti rimaste a terra c’è Marta Tagliaferro, che è costretta al ritiro ma fortunatamente non ha riportato fratture nell’incidente. Ai 3 km arriva il ricongiungimento, ma ancora gli attacchi non sono finiti.
Proprio in corrispondenza del sottopassaggio del Louvre, a meno di 1500 m dalla conclusione, infatti, accelera Ellen Van Dijk. L’ex iridata a cronometro guadagna alcuni metri e mette in seria difficoltà i treni delle velociste. Ad incaricarsi del lavoro è la Canyon, con Amialiusik che con una tirata incredibile riesce a tenere a tiro la formidabile passista neerlandese, che comunque entra al comando, seppur per pochi metri, nella retta d’arrivo, prima di essere risucchiata dal ritorno delle sprinter. La più forte è Hosking, che piega nettamente Lepistö e Vos. Quarta si pizza Numainville, che ha fatto volata parallela rispetto alla compagna finlandese, davanti alle due migliori transalpine Fournier e Jeuland (anche loro autrici di sprint indipendenti), a Cromwell, Kiesanowski, Kopecky e alla prima azzurra, l’ancora una volta brava Maria Giulia Confalonieri. Nelle migliori 20 concludono anche Arianna Fidanza 16^ e Marta Bastianelli 19^.