Non si ferma più Mathieu Van der Poel: l’iridato ha infatti conquistato la terza prova del mondo consecutiva, imponendosi dopo Namur e Zolder, anche sull’inedito tracciato di Lignières-en-Berry, in Francia. Un circuito ricavato attorno a un ippodromo, molto veloce, con medie orarie sul giro superiori anche ai 23 km/h etanti passaggi tortuosi, una scalinata e un paio di brevi contropendenze come punti salienti. Anche in questo contesto, molto diverso dalle prove belghe, però, non c’è stata storia, ulteriore testimonianza del talento, della completezza del 20enne neerlandese, per il quale oltretutto il grave infortunio al ginocchio subito in agosto al Tour de l’Avenir su strada che l’ha costretto a perdere i primi mesi della stagione si sta rivelando, ora che è completamente alle spalle, paradossalmente un vantaggio, sia per la maggior freschezza fisica sia per il minor stress psicologico legato al non dover competere per le graduatorie delle varie challenge ma poter puntare solo sugli appuntamenti più importanti.
La vittoria di Van der Poel, la quarta in carriera in Coppa del Mondo, è stata netta e indiscutibile. Il neerlandese è partito con calma, evitando rischi e recuperando piano piano posizioni dalla pancia del gruppo. Davanti, a parte un tentativo di Van der Haar e Sweeck senza troppe pretese, il gruppo procedeva regolare, con Van Aert attento a non scendere mai sotto la terza posizione. A metà gara così, complice anche la velocità del tracciato che in molti tratti rendeva inusualmente favorevole stare a ruota, la testa della gara era formata ancora da 8 atleti. La mossa decisiva arrivava nell’ultima parte del quinto giro, quando Van der Poel si esibiva in una delle sue accelerazioni. Un cambio di ritmo violento e inesorabile, al quale al momento, non solo tra i crossisti, sono ben in pochi a poter resistere. Tanto veloce, quasi prepotente nel mulinare i pedali, quasi pestandoli come dinamica del gesto, da rischiare di perdere il controllo del posteriore su una curva in contropendenza. In trenta secondi si è capito che, nonostante mancassero quattro giri alla fine, la battaglia per la vittoria si era risolta. Di lì in poi è stata accademia e spettacolo, dato da Van der Poel con una serie di acrobazie che hanno deliziato il pubblico, una in particolare su un salto affrontato il ponte artificiale da vero freestyler. La lotta per la seconda piazza era una sfida a due, tra il leader di Coppa Van Aert e il campione d’Europa Van der Haar, i quali nel tentativo di inseguimento alla testa della corsa staccavano gli altri. Alla fine ad avere la meglio era il belga, che allungava nell’ultimo giro. Mentre Van der Poel festeggiava impennando la vittoria e poi riceveva un lungo abbraccio dal nonno materno Raymond Poulidor e il capoclassifica rinsaldava la sua posizione guadagnando qualche punto sul rivale diretto, per la quarta piazza Kevin Pauwels aveva la meglio su Meeusen, Sweeck e uno Sven Nys che sta chiudendo la carriera in calo di forma rispetto a inizio stagione. Vermeersch in rimonta agguantava l’ottava posizione superando Venturini, che ha perso terreno nel finale dopo essere rimasto a lungo nel gruppo di testa, con il campione del mondo under 23 Michael Vanthournhout a chiudere i primi 10.
Anche tra le donne c’è stata una dominatrice, come da pronostico Sanne Cant. Questo infatti è il tipo di tracciato preferito dalla campionessa europea, che ha fatto corsa di testa fin dall’inizio, è rimasta sola a metà del secondo giro e ha concluso il suo assolo continuando a guadagnare terreno nei confronti delle altre, centrando così il quinto successo in una prova della massima challenge mondiale in carriera. Doppietta belga in virtù del secondo posto di Ellen Van Loy, al miglior piazzamento della carriera in Coppa, nonché nel miglior momento di condizione della vita senza ombra di dubbio. La 35enne fiamminga è come sempre partita molto forte, tanto che, portandosi a ruota solo Cant, è stata lei ad aprire il primo gap. Poi dopo un giro e mezzo ha dovuto cedere il passo alla più giovane connazionale, ma comunque ha saputo tenere duro fino alla fine, mantenendo la piazza d’onore. Chiude il podio Eva Lechner. La campionessa italiana, che dopo la sfortunata prova di Zolder è subito tornata a occupare i piazzamenti che competono al suo talento, ha occupato in pratica la terza posizione dall’inizio alla fine. Per un giro e mezzo si è portata a ruota la ceca Havlikova, poi è rimasta da sola. Nel finale del quarto giro era quasi riuscita ad annullare il gap rispetto a Van Loy, ma poi la belga ha saputo resistere alla rimonta. Con Havlikova in crisi nel finale, a cogliere la quarta posizione con il consueto recupero finale era la beniamina di casa neo-campionessa nazionale Caroline Mani, davanti alla statunitense Antonneau, con De Boer sesta e Wyman settima. Dietro alla ceca, nono posto per Vanderbeken e decimo per Nikki Harris, che anche a causa di un malanno accusato nel periodo delle feste natalizie non ha più lo smalto del mese di dicembre. Chi è in splendida forma invece è Chiara Teocchi, undicesima a soli cinque secondi dalla campionessa britannica, al miglior piazzamento della carriera ma soprattutto, per la seconda volta consecutiva, migliore assoluta tra le under 23. E ricordiamo che si tratta di una ragazza solo al secondo anno nella categoria. Dietro di lei la campionessa lussemburghese Majerus e quella europea delle giovani Van den Driessche prima di Alice Arzuffi 14^, anche lei sul podio virtuale delle under. A due settimane dal mondiale, quindi, con tre atlete nelle quattordici e tutte nel podio di categoria, segnali eccellenti per il c.t. Scotti. Giornata decisamente no invece per Compton, che in precarie condizioni di salute non è mai riuscita a entrare in gara. Ci si è messa poi anche una caduta e così la statunitense è precipitata addirittura in 33^ posizione.
Eli Iserbyt si impone invece tra gli under 23 (Bertolini nono), mentre tra gli junior il neerlandese Mitch Groot va a precedere Jakob Dorigoni, splendido secondo, al primo podio in carriera in Coppa del Mondo. Il circuito ora si sposta nei Paesi Bassi, nella storica sede di Hooghereide, per la sua ultima tappa, che decreterà i vincitori finali. Tra gli uomini Van der Poel, in casa, anche se su un circuito che non ama particolarmente, sul quale ai Mondiali del 2014 subì forse la più cocente sconfitta della sua carriera, potrebbe essere l’arbitro del duello tra Van Aert e Van der Haar, con il primo che è forte di 21 punti di vantaggio e con la regolarità che ha dimostrato fin qui appare nettamente favorito. Tra le donne Cant ha allungato a +32 su Lechner. L’altoatesina ha ancora delle speranze di portare a casa il trofeo, sul circuito in cui due anni fa vinse l’argento ai Mondiali, però servirà anche una controprestazione della campionessa europea, circostanza al momento difficile da pronosticare. La stagione di Lechner, comunque andrà a finire, sarà però lo stesso da applausi. Tra gli under 23 infine si registra il dominio di Iserbyt (Bertolini attualmente quinto).
Nella foto: l’arrivo vittorioso di Van der Poel (dal profilo Twitter Uci)