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NBA al via: la preview della regular season

Comincia stanotte con tre partite e soprattutto la consegna degli anelli ai campioni uscenti dei Golden State Warriors la lunghissima cavalcata della stagione NBA, 82 partite per squadra, 1230 in totale, per conquistare uno dei 16 pass che qualificano ai play-off. Come sempre, quello del basket Usa è un mondo di difficile lettura anticipata, per l’equilibrio e la gran quantità di talento in campo, per il calendario massacrante che impedisce alle squadre di essere sempre al meglio e soprattutto stressa fino (se non oltre) al limite il fisico degli atleti, nonché per le regole del contratto collettivo e del salary cap, argomento da tenere sempre a mente per capire molte delle mosse delle varie dirigenze. Vediamo dunque, division per division (anche se quest’anno dopo la riforma estiva il loro valore sarà pressoché solo geografico e logistico) le prospettive delle 30 formazioni

EASTERN CONFERENCE

Atlantic Division

Boston Celtic Il processo di ricostruzione iniziato con l’arrivo di coach Stevens e con la destrutturazione del gruppo campione nel 2008 prosegue. L’operazione principale è stata la trade che ha spedito Gerald Wallace ai Warriors in cambio di David Lee, punti in area, rimbalzi e pick ‘n’ roll, con l’arrivo poi del free agent Amir Johnson a dare atletismo. Una delle chiavi saranno i progressi di Smart, che assieme a Bradley forma un backcourt molto interessante, così come quelli di Zeller, giocatore dal cui rinnovo potrebbero dipendere molto equilibri futuri della franchigia. Con Crowder a completare il quintetto, Thomas a dare intensità uscendo dalla panchina (un possibile candidato sesto uomo dell’anno?), l’ex seconda scelta assoluta Turner, Jerebko, Olynyk e Sullinger si tratta di un roster solido, senza stelle ma con un grande allenatore e tanti buoni giocatori. Obiettivo play-off

Quintetto: D. Lee – Zeller – Crowder – Bradley – Smart All. Stevens

Brooklyn Nets Alla fine non è stata rivoluzione, ma un profondo restyling sì. Il contrattone di Deron Williams è stato lasciato andare, Joe Johnson è rimasto ma è in scadenza, invece è stato rifirmato Brook Lopez dalla cui salute dipende tanto delle prospettive della squadra. Assieme all’altro rinnovato Young forma una coppia di lunghi niente male, mentre in cabina di regia troviamo Jack con Bogdanovic nel ruolo di guardia tiratrice. Per la panchina è arrivato Bargnani che però ancora è sempre rimasto al palo per problemi fisici, così come Reed. Tra gli esterni le prime alternative sono Larkin e Ellington, giunti dai Knicks e dai Lakers rispettivamente. La situazione di Johnson e la salute sono le due incognite più grosse per una squadra che se andasse tutto bene potrebbe anche puntare ad agganciare una delle ultime piazze per i play-off

Quintetto: B. Lopez – Young – J. Johnson – Bogdanovic – Jack All. Hollins

New York Knicks Prima vera off-season operativa per Phil Jackson nella stanza dei bottoni ma chi si aspettava una free agency coi botti per riportare la squadra della Grande Mela a lottare subito per il titolo è rimasto deluso. Con tutta probabilità sarà quindi ancora un anno di transizione, con la squadra costruita sul triangolo predicato dal coach 11 volte campione e dal suo discepolo in panchina Derek Fisher. Carmelo Anthony sarà ovviamente il barometro della squadra. L’attacco poggerà in gran parte sulle sue spalle, con Afflalo arrivato da Portland a supportarlo e a migliorare la qualità difensiva sul perimetro. Sotto canestro Robin Lopez dovrebbe garantire una maggiore solidità, mentre in regia ci sarà ancora Calderon. Con la scelta numero 4 al draft è arrivato il lettone Porzingis, talento evidente ma anche fisico ancora acerbo, almeno per gli standard NBA. In panchina molta Europa, con Seraphin, il fedelissimo di Jackson Vujacic e poi l’eterna promessa Derrick Williams, il rookie Grant e O’Quinn. L’obiettivo massimo possibile è agganciare l’ottavo posto.

Quintetto: R. Lopez – Porzingis – Anthony – Afflalo – Calderon All. Fisher

Philadelphia 76ers Ennesima puntata di una ricostruzione che sembra eterna, anche per la sfortuna che terrà fuori per un’altra stagione Embiid. La coppia sotto canestro comunque è un mix di atletismo e talento potenzialmente di altissimo livello con Noel e Okafor, favorito n.1 per il titolo di rookie dell’anno, anche se con qualche dubbio sulla compatibilità. Covington è stata una delle poche note liete della scorsa stagione, con Stauskas arrivato da Sacramento e Wroten (fuori per almeno un mese per infortunio però) a formare il backcourt. Panchina di bassissima qualità. Altra stagione da lottery molto probabile

Quintetto: Noel – Okafor – Covington – Stauskas – Wroten All. S. Brown

Toronto Raptors La squadra più attrezzata della Division: Lowry – DeRozan è una coppia di guardie da All Star Game e Valanciaunas uno dei migliori centri, almeno in attacco della lega. Da Atlanta è arrivato Carroll, a dare difesa e pericolosità da perimetro. Completamente rifatta la panchina, per la quale sono stati firmati i due canadesi Joseph dagli Spurs e Bennett da Minnesota, tante garanzie il primo quanti punti interrogativi il secondo, prima scelta che non ha mai reso secondo le speranze. Soprattutto da Indiana è arrivato Scola a portare la sua qualità e la sua esperienza, con l’atletico Biyombo che potrebbe aiutare in difesa. Obiettivo play-off, con la prospettiva di non fermarsi al primo turno.

Quintetto: Valanciaunas – Carroll – Patterson – DeRozan – Lowry. All. Casey

Central Division 

Chicago Bulls La squadra è rimasta praticamente immutata, con il solo arrivo di Portis dal draft. La rivoluzione è stata in panchina. Il cambio da Thibodeau a Hoiberg persegue una rivoluzione copernicana che vorrebbe trasformare una squadra in cui tutto partiva dalla difesa. Il segno più evidente di questo dovrebbe essere la promozione in quintetto di Mirotic per allargare il campo, con Noah a uscire dalla panchina con la sua intensità. La chiave rimane comunque sempre Rose, soprattutto la sua salute. Pau Gasol è reduce da un Europeo da favola, Butler con il nuovo contratto entra in una nuova dimensione che deve di mostrare di saper reggere, la panchina è lunga con Gibson, Hinrich, McDermott, Snell, in attesa del rientro del tiratore Dunleavy. Obiettivo almeno la finale di Conference.

Quintetto P. Gasol – Mirotic – Butler – Dunleavy – Rose All. Hoiberg

Cleveland Cavs Basta un nome e un cognome: LeBron James. Tutto ruota attorno a lui ovviamente. La squadra si è svenata per mantenere il nucleo della passata stagione, così al suo fianco sono rimasti Irving e Kevin Love, nella speranza che stavolta nel momento decisivo ci siano, con tutto il loro talento ma anche con i dubbi che la passata stagione non aveva fugato del tutto sulla compatibilità e sull’affiatamento difensivo della squadra. Doppia opzione per il quintetto, JR Smith per il talento, Shumpert per l’affidabilità. Con il ritorno di Thompson, il rientro di Varejao e la presenza di Mozgov il reparto lunghi è lussuoso, sugli esterni è arrivato Mo Williams a dare consistenza alla panchina, con l’eroe delle Finals Dellavedova e il superveterano Richard Jefferson in arrivo da Dallas. L’obiettivo quest’anno non può che essere tornare alle Finals.

Quintetto Mozgov – Love – James – Smith – Irving All. Blatt

Detroit Pistons Altro anno di transizione per la squadra della città dei motori che ha risolto il dilemma Drummond – Monroe puntando sul primo ma ora si ritrova con un’altra difficile coabitazione in cabina di regia tra Jackson e Jennings. Per adesso l’ex Roma è infortunato, ma al rientro … Per il resto è difficile anche decifrare chi altri potrà partire in quintetto, i neo-acquisti Ilyasova e Marcus Morris probabilmente, con il rookie Johnson sul quale si punta molto. Da capire che fare dei veterani Granger e Blake, mentre Meeks è atteso a un miglioramento da 3 e Caldwell-Pope a delle conferme. Insomma, sarà difficile vedere gli uomini di Van Gundy ai play-off anche quest’anno.

Quintetto Drummond – Ilyasova – Mar. Morris – S. Johnson – R. Jackson All. S. Van Gundy

Indiana Pacers Squadra che dopo i fasti di un paio di anni fa deve ricalibrarsi. La chiave è il rientro di Paul George, la sua condizione fisica e soprattutto l’esperimento che lo vuole giocare da 4. Qualora riuscisse sarebbero grattacapi per tutti, ma le odds non sono molto alte, per usare un gergo pokeristico. Al suo fianco è arrivato Ellis a dare punti nel backcourt a fianco al raziocinio di Hill e per il resto diverse scommesse: CJ Miles e soprattutto il francese Mahinmi da centro. In panchina Stuckey è l’unica garanzia, per il resto avranno molto spazio i rookie Turner e Young. Obiettivo play-off ma non sarà facilissimo

Quintetto Mahinmi – George – Miles – Ellis – G. Hill All. Vogel

Milwaukee Bucks La squadra di Jason Kidd non è più una sorpresa, ma una solida realtà, non solo squadra del futuro ma anche del presente. L’arrivo di Monroe ha trasformato il quintetto in uno dei migliori della lega. La sua solidità sotto canestro si integra a un mix di atletismo e talento notevole, con la forza quasi prepotente di Antetokoumpo, il rinnovato Middleton, la completezza di Carter-Williams e la pericolosità offensiva di Jabari Parker al rientro. Dalla panchina OJ Mayo è un po’ un rebus soprattutto a livello di continuità, Henson un buon cambio dei lunghi e poi qualche veterano come Vazquez o Copeland che può dare una mano. Obiettivo primi 4 posti di Conference.

Quintetto Monroe – Antetokoumpo – Middleton – Parker – Carter-Williams All. Kidd

Southeast Division

Atlanta Hawks Confermarsi è sempre difficile, ma la straordinaria stagione appena trascorsa è un grosso punto di partenza. Quintetto con 4 All Star (Horford, Korver, Teague e Millsap), nessun altro team può permetterselo. L’estate ha portato la perdita di Carroll ma soprattutto il rinnovo di Millsap che è un grandissimo colpo. L’ala migrata a Toronto verrà sostituita dalla promozione interna di Bazemore, mentre i nuovi arrivi Splitter e Hardaway porteranno un netto miglioramento alla panchina, specialmente il brasiliano potrà dare una ulteriore dimensione al reparto lunghi, molto utile in una squadra che presenta ben 6 giocatori capaci di tirare da 3 sopra il 34%. Il rientro di Sefolosha poi si farà sentire molto in difesa. Un ruolo sempre più centrale sarà quello di Schröder, incaricato di portare imprevedibilità e punti rapidi dalla panchina. Obiettivo minimo i primi 4 posti di Conference.

Quintetto Horford – Millsap – Bazemore – Korver – J. Teague All. Budenholzer

Charlotte Hornets Dopo la delusione della passata stagione si prova a puntare ai play-off ma non sarà semplice. Al posto della delusione Stephenson è arrivato Batum e questo è un nettissimo upgrade, se non altro a livello di coesione di squadra e di lettura del gioco. Le basi rimangono Al Jefferson in area e Kemba Walker sugli esterni, con Marvin Williams da 4, resta da coprire bene il ruolo di guardia. Riuscirà Jeremy Lin a rilanciarsi? Per migliorare il deficitario rendimento da 3, sono arrivati tiratori come Daniels da Houston e Aaron Harrison, stella a Kentucky non draftato in maniera abbastanza sorprendente. Curiosità invece per un’altra delle star assolute della NCAA, Kamisky, fisico non da NBA, ma mani, quoziente intellettivo e fondamentali di categoria superiore: cosa potrà fare? Peccato l’infortunio di Kidd-Gilchrist.

Quintetto Jefferson – M. Williams – Batum – Lamb – Walker All. Clifford

Miami Heat Un’annata per riprendersi dallo shock per l’addio di LeBron (complici anche gli infortuni) e gli Heat sono pronti a tornare in alto. La squadra è competitiva anche se con delle incognite, prevalentemente da un punto di vista fisico. Torna Bosh dopo il grave problema di salute e l’ex Toronto, che stava giocando su livelli altissimi, sarà la base della squadra, assieme ovviamente all’uomo franchigia Wade, almeno quando glielo permetteranno le ginocchia. Sotto canestro c’è anche la rivelazione della passata stagione Whiteside. da 3 si muove Deng, caratteristiche di LeBron, anche se ovviamente in scala ben ridotta. Dragic in reagia completa il quintetto. La panchina è lunga e importante, con un arrivo importante come Gerald Green, con i veterani Haslem, Chalmers e Andersen, il rientrante McRoberts e l’innesto Stoudemire che a queste condizioni può essere un lusso. Attenzione al rookie Winslow, per tutti steal of the draft al numero 10. Obiettivo semifinali di Conference.

Quintetto Whiteside – Bosh – Deng – Wade – Dragic All. Spoelstra

Orlando Magic Dopo 3 anni di lottery prosegue la ricostruzione. La dirigenza ha scelto di dare continuità al quintetto della passata stagione, per 4/5 sotto i 24 anni di età. Il cambio principale in panchina, dove ci si affida a Skiles, soprattutto per cercare di dare un’identità difensiva alla squadra. La macchina da doppie doppie Vucevic affiancata da Frye sotto canestro, con il tuttofare Harris e il backcourt Oladipo Payton saranno quindi i partenti, con molte variazione invece tra i cambi. Da Miami arriva il playmaking di Napier, poi c’è l’esperienza di CJ Watson e il tiro di Jason Smith. Confermati Gordon e Fournier, attesi al salto di qualità, l’aspettativa principale è però per il croato Hezonja, chiamato al 5 al draft da Barcellona, talento (e sfrontatezza) superiore, specialmente al tiro, resta da vedere che impatto avrà

Quintetto Vucevic – Frye – Harris – Oladipo – Payton All. Skiles

Washington Wizards Confermare quanto fatto la passata stagione, soprattutto ai play-off, non sarà semplice, specialmente dopo la partenza di Pierce che con la sua esperienza era il leader carismatico. Al suo posto sale in quintetto Otto Porter, con il leader Wall che adesso dovrà prendersi ancora più responsabilità e Beal chiamato ad avere ancora più continuità. Sotto canestro tanta sostanza con Humphries e Gortat. In panchina i movimenti della free agency fanno capire quanto si punterà su un quintetto piccolo. Arrivano un lungo tattico come Dudley, due tiratori come Neal e Alan Anderson e anche la scelta al draft è andata su Oubre, che fa della pericolosità dai 7,25 la sua arma principale. Obiettivo quantomeno una buona qualificazione ai play-off

Quintetto Gortat – Humphries – Porter – Beal – Wall All. Wittman

WESTERN CONFERENCE

 Southwest Division

Dallas Mavericks Off season completamente condizionata dalla questione De Andre Jordan. Dopo il voltafaccia del lungo, Mark Cuban ha ovviato con quello che era disponibile, ossia Zaza Pachulia. Il quintetto non sarebbe neanche male, con Dirk Nowitzki, Wes Matthews, Chandler Parsons e Deron Williams. Però gli ex Houston e Portland sono alle prese con delle lunghe riabilitazioni e ne avranno ancora per un po’, il play è reduce da un’esperienza disastrosa ai Nets e il tedesco, pur straordinario, va comunque per i 38. Proprio l’anagrafe di Nowitzki potrebbe essere il freno al piano B, ossia prendere questa stagione con calma per poi ricostruire sulla base di questo starting five un roster competitivo. Già perché in panchina, a parte Harris c’è poco. Un eventuale recupero di McGee così come l’atletismo di Evans potrebbero dare una mano a una squadra che già lo scorso anno, con Chandler, ha sofferto tremendamente a rimbalzo. La sicurezza maggiore è senz’altro coach Carlisle.

Quintetto Pachulia – Nowitzki – Matthews – Parsons – D. Wlliams All. Carlisle

Houston Rockets Una delle possibili outsider per l’anello. Lo scorso anno era stato individuato un limite nella posizione del play, in particolare nella metà campo offensiva? Subito è arrivato Ty Lawson che ha avuto un’estate movimentata ma come penetratore ha pochi pari. Sulla stella James Harden c’è poco da dire, è una macchina da attacco perfetta. Howard, sia pure in questa versione minore dopo i gravi problemi alla schiena di qualche anno fa, è ancora tra i tre migliori centri in circolazione, Ariza e chi sarà scelto tra Motiejunas e Jones per dare ampiezza al campo. Dalla panchina c’è abbondanza con Beverley che alla fine giocherà tanto per esigenze difensive, l’atletismo di Brewer, l’esperienza di Terry, insomma le alternative non mancano a coach McHale.

Quintetto Howard – T. Jones – Ariza – Harden – Lawson All. McHale

Memphis Grizzlies Con la conferma di Marc Gasol la squadra è rimasta pressoché immutata: formazione anni ‘8o con le due torri, difesa come mantra e avversaria difficile da affrontare per tutti. Conley ormai è un All Star nel ruolo di play, Randolph la solita certezza, Jeff Green e Lee completano bene il quintetto. Dalla panchina Tony Allen porta la sua aggressività e ad aiutarlo da quest’anno c’è anche Barnes. Importante l’arrivo di Wright, un lungo da pick ‘n’ roll che mancava nel sistema di coach Joerger. Obiettivo play-off e poi nel selvaggio Ovest tutto può accadere

Quintetto M. Gasol – Randolph – J. Green – C. Lee – Conley All. Joerger

New Orleans Pelicans Quando hai l’MVP in pectore della lega come Anthony Davis, giocatore che arriva direttamente dal futuro, non puoi che puntare in alto. Per questo c’è stato il cambio di allenatore. Al posto di Williams, che comunque non aveva fatto male, è arrivato Gentry, uno degli artefici del sistema offensivo degli Warriors campioni. Sul mercato però, a parte il mega-rinnovo per Davis, mossa comunque fondamentale, non è stato fatto molto, si è in sostanza confermata l’impalcatura della passata stagione. Evans e Holiday però sono alle prese con guai fisici piuttosto importanti e questo sarà un problema per l’avvio dei Pelicans. Gordon è reduce da una stagione al 45% da 3 e con gli spazi garantiti da Davis va a nozze, sotto canestro Asik e Ajinca sono due lunghi di grande sostanza, dalla panchina arriva un altro tiratore come Ryan Anderson. Buono l’innesto di Gee da Portland, il resto del supporting cast lascia qualche dubbio, specie in difesa. Hanno firmato anche Nate Robinson, neanche il più dotato degli indovini potrà prevederne l’impatto.

Quintetto Asik – Davis – Holiday – Gordon – T. Evans All. Gentry

San Antonio Spurs LaMarcus Aldridge era il miglior free agent su piazza e segna anche una primizia in casa Spurs che mai erano entrati con così tanta veemenza sul mercato dei big in off season preferendo costruirsi le stelle in casa. Con Duncan va a formare una coppia di lunghi formidabile. Da 3 Leonard sui due lati del campo non ha certo bisogno di presentazioni, Green piedi a terra è uno dei migliori tiratori e quello sarà il suo lavoro, l’unica incognita è Parker: vedremo il gemello brutto degli ultimi periodi oppure tornerà il play scintillante di un tempo. Comunque è un quintetto con pochi, se non nessuno, eguali. La panchina si è un po’ ristretta per motivi salariali, ma resta sempre di gran lusso. Basta dire che può uscirne un certo Manu Ginobili … Boris Diaw è un altro lusso e ne abbiamo visto l’impatto e poi è arrivato anche David West ad aumentare ulteriormente la solidità. Ma ci sono anche Mills e l’interessante McCollum giunto da Sacramento. Per la formazione di coach Popovych l’obiettivo non può che essere il ritorno alle Finals, in quella che potrebbe essere l’ultima stagione di Duncan e Ginobili (ma questa frase la sentiamo da 4 anni almeno).

Quintetto Duncan – Aldridge – Leonard – D. Green – Parker All. Popovich

Northwest Division

Denver Nuggets Stagione di transizione probabilmente, con una formazione orientata tra futuro e passato. La notizia più importante è il cambio in panchina. Dopo la deludente esperienza Shaw, arriva Mike Malone, difesa e disciplina la sua parola d’ordine, un coach che ama costruire con calma. E questo è quello che probabilmente dovrà fare Denver che fosse a Est potrebbe anche pensare alla post season, ad ovest sarà molto più complicato. I riferimenti del quintetto sono Faried sotto canestro e Gallinari finalmente tornato a pieno regime, con Foye dal perimetro. Accanto a loro si punta sulla gioventù, con il talentuoso Mudiay (che ha preferito la Cina al college) in regia e Nurkic a centro area. Da sesto uomo sale Wilson Chandler, con Nelson e Mike Miller a portare esperienza nel backcourt e Hickson e Arthur cambi dei lunghi piuttosto atipici. Attenti a Barton, 11 punti la passata stagione di media.

Quintetto Nurkic – Faried – Gallinari – Foye – Mudiay All. Malone

Minnesota Timberwolves Squadra segnata sicuramente dal dramma che l’ha colpita, con la morte del coach Flip Saunders per una malattia che ha avuto uno sviluppo rapidissimo e inaspettato. Di fronte a queste situazioni è impossibile capire quale sarà la reazione e questa incognita si aggiunge a quelle relative a una squadra dal talento impressionante ma anche dalla gioventù e da dubbi altrettanto forti. La scelta n.1 al draft Towns va a inserirsi in un contesto che vede anche la prima scelta precedente Wiggins. In quintetto dovrebbe partire anche LaVine, così come il posto in regia dovrebbe essere di Rubio, con la sua fantasia e la sua visione di gioco superiore, ma anche il suo tiro completamente inaffidabile. A fare da chioccia al gruppo Kevin Garnett, importante non solo tecnicamente ma anche moralmente. La panchina è lunghissima con altri giovani come Muhammad, con veterani come Prince, André Miller, Kevin Martin, c’è la forza fisica di Pekovic e Dieng e attenti al serbo Bjelica: se trova la sua dimensione NBA può fare la differenza

Quintetto Towns – Garnett – Wiggins – LaVine – Rubio All. Mitchell

Oklahoma City Thunder Risolto finalmente l’alibi Scott Brooks. L’ex coach sembrava diventato la causa di tutti i mali ben oltre i propri demeriti. Ora è arrivato Donovan quindi da questo punto di vista non ci sono più scuse. Il roster a parte un paio di movimenti minori è invariato, perciò pregi e difetti restano quelli della passata stagione. Inutile girarci attorno il tema è la convivenza Durant – Westbrook, due giocatori stratosferici ma paradossalmente forse troppo forti per poter esprimere il pieno potenziale giocando assieme, tanto più quando uno è uno splendido solista come Westbrook, capace di mettere insieme cifre mai viste ma sempre fuori dagli schemi e l’altro è invece il realizzatore principe del basket contemporaneo. Nonostante ciò, comunque, se la salute li assiste, sono tranquillamente almeno da semifinale di Conference, con l’atletismo di Ibaka, la forza bruta di Adams e Roberson a completare il quintetto. Dalla panchina escono tra i lunghi la qualità offensiva di Kanter, cui fa da contraltare la completa omissione della difesa, il tiro di Singler, la regia di Augustin, il quoziente intellettivo di Collison oltre che il talento, spesso estemporaneo, di Waiters e Morrow.

Quintetto Adams – Ibaka – Roberson – Durant – Westbrook All. Donovan

Portland Trail Blazers Perso Aldridge, la scelta dirigenziale è stata chiara: rifondazione. Annata quindi di transizione senza nessuna pretesa, in attesa del draft 2016 e della prossima free agency. Lillard sarà il centro di gravità della squadra ed è pronosticabile realizzi medie notevoli. I più promettenti al suo fianco sono Leonard e McCollim, con Mason Plumlee da centro e Henderson da guardia, oltre ad Aminu sul cui atletismo difensivo la dirigenza ha puntato forte. Ed Davis e Vonley i migliori rilievi dalla panchina.

Quintetto Ma. Plumlee – Aminu – Leonard – Henderson – Lillard. All. Stotts

Utah Jazz Lo scorso anno dopo aver raggiunto la configurazione definitiva post All Star Game break ha fatto registrare il sesto record a ovest, segno di una programmazione sui giovani funzionante. Si riparte da quella squadra, anche se Exum sarà fuori per la stagione con il crociato rotto. Chiavi in mano quindi a Burke che dovrà dare segnali di crescita. Burks da guardia, ma le certezze sono gli altri, a partire dalla star Hayward, per passare ai due lunghi Favors e Gobert che danno qualità il primo e tanto atletismo il secondo. In panchina non c’è molto, ne usciranno Joe Ingles, l’altro ex Barcellona Pleiss, Trevor Booker e Hood. Play-off molto complicati ma possono dare fastidio a tante squadre

Quintetto Gobert – Favors – Hayward – Burks – Burke All. Snyder

Pacific Division

Golden State Warriors Squadra che vince non si cambia recita il famoso motto e la regola è stata perfettamente applicata anche sulla baia. Anche perché quello dei campioni in carica è un roster ancora giovane che ha molto da dare, i problemi potranno venire più avanti quando ci saranno da rinnovare tutti i contratti con i vincoli del salary cap. La formazione sarà sempre illuminata dall’MVP Steph Curry con la sua classe e il suo tiro di una qualità mai vista prima o quasi nella storia del gioco, affiancato dall’altro Splash Brother Klay Thomson. Con loro in quintetto Barnes e Green, meno evidenti ma forse la vera chiave del successo della formazione di Oakland, soprattutto nella metà campo difensiva, con la loro atipicità a permette di poter cambiare sempre in ogni situazione contro ogni avversario senza (quasi) mai finire in mismatch sfavorevoli (oltre ovviamente a dare un notevole contributo offensivo). Bogut da centro completa il quintetto, anche per l’australiano più caratteristiche difensive e una frattura al naso per iniziare la stagione. Dalla panchina esce Igoudala, la cui retrocessione a sesto uomo è stata un’altra delle chiavi della passata stagione. L’impatto dalla panchina dell’ex Denver e Philadelphia è stato sontuoso, tanto da valergli addirittura il titolo di MVP delle Finals. Livingston e Barbosa cambi del backcourt, Ezeli e Speights dei lunghi, con Jason Thompson giunto a sostituire David Lee. Per l’avvio di campionato la squadra dovrà fare a meno di coach Kerr, appiedato da un infortunio alla schiena, chissà se l’assenza si farà sentire.

Quintetto: Bogut – Dr. Green – Barnes – K. Thomson – S. Curry All. Kerr

Los Angeles Clippers Una delle tre principali al titolo senza dubbio e sembra incredibile dirlo parlando dei Clippers. Sotto la guida illuminata di Chris Paul in campo e quella di Doc Rivers in panchina la squadra sembra avere tutto per arrivare in fondo. Griffin è sempre più un giocatore completo e meno un fenomeno da highlights, DeAndre Jordan pur con i suoi limiti nel pitturato rimane un difensore formidabile, come giocare col portiere, e il suo ripensamento dopo l’accordo con Dallas è forse una sliding door che sembra un segno del destino. Un limite poteva essere la mancanza di un atleta di carisma e che sapesse cosa significa vincere. É arrivato Pierce, difficile pensare di meglio. Poi c’è un tiratore come Reddick di grande affidamento a punire eventuali scelte della difesa. Dalla panchina ci sono due grandi scommese, Lance Stephenson e Josh Smith. Se fossero rispettivamente quelli di Indiana e Houston sarebbero due upgrade forse decisivi ma le incognite, soprattutto a livello di approccio mentale sono tante. Per dare qualità dai cugini dei Lakers è arrivato Wes Johnson, Aldrich come centro di riserva e Prigioni per dare esperienza e controllo del ritmo.

Quintetto Jordan – Griffin – Pierce – Reddick – Paul All. Rivers

Los Angeles Lakers Mondo rovesciato a Los Angeles dove sono i gloriosi Lakers ad attraversare un periodo di rifondazione che sembra abbastanza lungo. L’obiettivo è chiaramente la free agency 2016 (facciamo un nome? Durant?) piuttosto che il prossimo draft ma la strada quest’anno sarà lunga. Kobe è sempre Kobe ma è reduce da un altro grave infortunio, all’ultimo anno di contratto e bisognerà vedere come si integrerà con una situazione tecnica dove la sua voglia sovrumana di vincere si scontrerà inevitabilmente con i limiti della squadra. Un nucleo di giovani interessanti da cui ripartire c’è, soprattutto con Randle e Russell, il primo lungo reduce da una stagione da rookie durata 20 minuti per una frattura alla gamba, il secondo play scelto al numero 2 al draft. In questa posizione ci sarebbe Clarkson reduce da una buona stagione. Confermato anche Nick Young. I migliori arrivi sono quelli di Hibbert, che a Indiana fino a due anni fa era uno dei migliori centri, poi è entrato in crisi, e dell’ex sesto uomo dell’anno Lou Williams. Bass dà solidità al reparto lunghi, curiosità per l’ex Barcellona Huertas e soprattutto per il ritorno di Metta World Peace dopo l’esperienza canturina.  Comunque i play-off sono lontani.

Quintetto Hibbert – Randle – Young – Bryant – Russell

Phoenix Suns Dopo due stagioni sfortunate coi play-off sfumati di poco, in estate la dirigenza aveva puntato forte sul mercato free agent, ma il grande obiettivo Aldridge è saltato. Così la squadra è rimasta a metà del guado, la terra più pericolosa quando si parla di NBA. Quest’anno la post-season sarà un obiettivo difficile. L’uomo franchigia è Eric Bledsoe, al suo fianco un buon play come Knight. Makieff Morris, rimasto solo dopo la cessione del gemello, e Tucker sono le ali ai fianchi di Tyson Chandler per una squadra dalla chiara identità difensiva. I lunghi che escono dalla panchina, Teletovic e Leuer, hanno qualità al tiro, Len è un centro in crescita. Warren e il rookie Booker hanno punti nelle mani.

Quintetto Chandler, Mak. Morris, Tucker, Bledsoe, Knight All. Hornacek

Sacramento Kings Squadra intrigante anche se costruita su scommesse. L’asse play-pivot Cousins-Rondo è potenzialmente devastante, ma oltre l’aspetto tecnico c’è anche quello caratteriale e i rapporti del lungo con coach Karl non sono dei migliori per usare un eufemismo. Il play è reduce da una mezza stagione a Dallas disastrosa. Se però entrambi fossero al top sarebbero problemi per tutti. Anche perché attorno a loro c’è un Gay molto maturato che può giocare sia da 3 sia da 4 nel quintetto piccolo e un rookie come Cauley-Stein che garantisce grande difesa. La guardia titolare sara McLemore, mentre dalla panchina uscirà Belinelli con il compito di strappare la partita, con Koufos, Casspi, Acy e il veterano Caron Butler ad allungare le rotazioni. I play-off non sono semplici ma neppure impossibili.

Quintetto Cauley-Stein, Cousins, Gay, McLemore, Rondo All. Karl