Nella foto: la stele a Coppi e Bobet presso la Casse Desèrte sull’Izoard – da Wikipedia)
A margine della presentazione del percorso del Tour de France 2017 (confermate in pieno le nostre anticipazioni del giorno prima), sono state annunciate anche le attese novità relative alla Course del 2017. Ma mentre tutti, anche a seguito delle dichiarazioni degli organizzatori del Turingia, si aspettavano un cambiamento nel formato, con il passaggio da corsa in linea a gara di più giorni, quanto annunciato da Aso ha un po’ spiazzato tutti.
La Course by Le Tour anche nel 2017 infatti sarà una classica, ma quello che cambierà è la location. Dopo tre edizioni, infatti, lo scenario si sposta dal circuito degli Champs Elysées in occasione dell’ultima tappa della corsa maschile alle Alpi. L’arrivo infatti sarà posto sull’Izoard, con il percorso che per 66 km ricalcherà quello dell’analoga frazione della tappa maschile che partirà da Briançon e l’arrivo posto 4 km più in basso, in corrispondenza del passaggio probabilmente più emblematico dell’ascesa, la Casse Déserte, in corrispondenza del memoriale al generale Baron-Berge, ma soprattutto della stele in ricordo di Fausto Coppi e Luison Bobet.
Il ciclismo femminile ritrova così una delle salite più simboliche della storia del pedale, l’unica probabilmente a far parte a pieno titolo dell’epopea di due grandi giri, non solo di quella del Tour che l’ha affrontato 33 volte ma anche di quella del Giro, nel cui percorso è stata inserita 9 volte, la prima nel 1949 in occasione di quella Cuneo – Pinerolo che rimane probabilmente la più grande impresa ciclistica di sempre.
Per il ciclismo in rosa quello sull’Izoard non è un debutto, anche se per trovare i precedenti dobbiamo tornare a un’altra epoca. Nel 1986 e nel 1989 la salita fu infatti affrontata nei Tour de France femminili che negli anni ’80 affiancavano la gara maschile. Nella prima occasione fu una Guillèstre – Serre Chevalier, che vide la vittoria di Maria Canins con quasi 6 minuti di vantaggio sulla rivale Jeannie Longo. Ruoli invertiti invece nel 1989, nella Guillestre – Briançon, dove la transalpina inflisse all’altoatesina un distacco di 2 minuti.
Anche da un punto di vista tecnico lo scenario cambia drasticamente. Se a Parigi le protagoniste erano le velociste o comunque le ruote veloci, anche se il circuito degli Champs Elysées, tra pavé, contropendenze, curve ecc, non è così banale come si vuol far credere, prova ne sia che su tre edizioni, incastonata tra i successi allo sprint di Marianne Vos nel 2014 e di Chloe Hosking quest’anno, nel 2015 è arrivato il colpo con un’azione in solitaria da parte di Anna Van der Breggen, adesso le protagoniste designate saranno le scalatrici.
Questa variazione farà senz’altro felici tutti quelli che avevano criticato la facilità della Course, paragonandola a una kermesse cittadina. Da questo punto di vista, anche se ormai ci pare che l’evidenza empirica abbia ampiamente confutato l’automatica identità “salite = spettacolo” che in molti continuano a proporre, sicuramente sulla carta da un punto di vista tecnico si tratta di una novità molto interessante, anche perché sarà una delle prime volte in assoluto, compreso anche il settore maschile, che un percorso alpino si affronterà secondo le metriche tattiche di una classica e non di una gara a tappe. Se consideriamo l’aspetto iconico e suggestivo, tuttavia, per quanto l’Izoard sia una vetta storica, non potrà certo avere la potenza simbolica ed evocativa che aveva l’arrivo parigino e la premiazione con l’Arco di Trionfo sullo sfondo. Quella secondo il nostro parere era un’immagine potentissima per la promozione del ciclismo femminile e non siamo convinti che rinunciarvi, anche se ciò significa avere un arrivo sull’Izoard, sia un gioco che alla fine sarà valso la candela.
Comunque la risposta la avremo giovedì 20 luglio, lo stesso giorno in cui si disputerà anche la tappa maschile (che tra l’altro vivrà il primo arrivo in cima all’Izoard nella storia della Grande Boucle). Anche se il calendario Uci approvato solo pochi giorni fa a Doha riportava ancora la classica collocazione domenicale, infatti, questa è la data, confermata anche dagli organizzatori, in cui le atlete attaccheranno l’Izoard.