Si corre a Koksijde, e già questa è una notizia, nel clima di panico e isteria collettiva che si respira in questi giorni in Belgio. Polizia ovunque e cecchini appostati per ogni evenienza, ma in un week-end in cui dai concerti al campionato di calcio, tutto è stato bloccato nelle Fiandre, è già ottimo che la terza tappa di Coppa del Mondo si sia potuta svolgere. Ma d’altronde annullare un evento del valore che ha Koksijde nell’immaginario fiammingo sarebbe davvero equivalso a una resa totale.
Sul classico percorso disegnato sulle dune della spiaggia del Mar del Nord, tanto caratteristico quanto impegnativo, da sempre i padroni di casa hanno mostrato di saper sfruttare il fattore campo, sia per le peculiarità del tracciato, sia per l’indubbia motivazione dovuta al prestigio della competizione. Anche oggi non c’è stata eccezione a questa regola, con la pioggia ad appesantire il fondo e a rendere ancor più dura la corsa.
Tra le ragazze si è imposta Sanne Cant, alla solita maniera di queste ultime settimane in cui sta dominando, un assolo partito all’inizio del secondo giro e proseguito fino alla vittoria sul traguardo. La tornata inaugurale è stata anche quella che ha determinato la gara, dopodiché le posizioni si sono definite e cristallizzate nei successivi giri. La più scattante in partenza è stata Sophie De Boer che per quasi metà del primo giro ha mantenuto una manciata di secondi sulle altre, che nel frattempo si stavano sgranando. Si è quindi formato in testa alla corsa un quartetto: assieme alla neerlandese c’erano la maglia di campionessa europea di Cant (partita male, ma rientrata già dopo il primo settore in sabbia sulle prime), Katie Compton e Nikki Harris, con Ellen Van Loy a fare un po’ da elastico. All’inizio del secondo giro la belga ha forzato, mentre la britannica è stata rallentata da un problema meccanico e usciva dai box dietro alla statunitense e a una Havlikova in un’ottima fase di rimonta, che l’ha portata fino al secondo posto. Con Cant ormai involata verso il successo, Harris emergeva nella lotta per la seconda piazza, mentre il duello fra Compton e Havlikova si risolveva nel finale a favore della prima, con De Boer quinta dopo una gara in continua regressione, essendo partita troppo forte. Sesta Wyman nella posizione che ha sempre occupato praticamente per tutta la prova, davanti a Van Loy e Sels. Eva Lechner, in corsa con la maglia di leader di Coppa, ha chiuso davanti a Majerus in nona posizione, su un percorso che a lei come a quasi tutti gli italiani è sempre rimasto abbastanza indigesto. Quindicesima Alice Arzuffi che ha anche sofferto una foratura in avvio e poi ha conquistato un buon piazzamento, precedendo tra l’altro una delle grandi protagoniste della stagione, Jolien Verschueren, che stavolta dopo la partenza difficile consueta non è riuscita a cambiare passo e si è fermata al sedicesimo posto. 38^ invece Elena Valentini, reduce anche dalla gara di ieri a Hasselt. Nella generale, prende la testa la stessa Cant, con Lechner che insegue in seconda posizione.
Se tra le donne la gara non ha avuto storia, tra gli uomini la corsa si è decisa all’ultima curva, a 150 m dal traguardo con Sven Nys che ha preceduto Wout Van Aert. Un successo di testa, cuore e gambe quello del quasi 40enne campione, il settimo della sua carriera a Koksijde, una dimostrazione di classe straordinaria contro un atleta che ha poco più della metà dei suoi anni e che fin qui aveva caratterizzato la stagione, anche se ancora una volta in una corsa importante, si è dovuto accontentare della seconda piazza. Quello tra i due è stata una sfida senza esclusione di colpi, un duello fatto di attacchi e controattacchi a faccia aperta, senza attendismi, quasi come quelli raccontati nell’epica dell’età classica. E se quello dello scontro generazionale tra la vecchia leggenda carica d’allori e il giovane talento rampante è uno dei topoi della letteratura sportiva, la gara di oggi ha confermato che il regno di Nys un giorno sarà, almeno in Belgio, di Van Aert, ma almeno su gara singola il momento del passaggio delle consegne è rimandato.
La notizia principale della vigilia era il rientro del campione del mondo Mathieu Van der Poel, fermo dall’estate dopo la brutta caduta al Tour de l’Avenir. Il neerlandese ha subito voluto ricordare ai suoi avversari di che pasta sia fatto e così è partito all’attacco fin dall’inizio, sfruttando le sue doti tecniche impareggiabili per poter scendere di bici il meno possibile. A metà del primo giro su di lui si è riportato quindi Van Aert, andando a comporre la coppia di ragazzi terribili che ha sconvolto negli ultimi 24 mesi le gerarchie del cross mondiale. Nys intanto all’inizio la prendeva con calma, mentre peggio di tutti andava a Pauwels che complice una duplice caduta per errori banali scivolava indietro.
Mentre Nys risaliva posizioni, la coppia di testa restava a condurre per circa un giro e mezzo, facendo un po’ lo yo-yo con il primo gruppo inseguitore. Van der Poel iniziava ad accusare la fatica dell’avvio a tutta, complice la condizione che ovviamente è ancora lontana dalla migliore possibile. Così il figlio d’arte 20enne si trovava a subire, a commettere errori non da lui, a dover scendere spesso di bici e perdeva quindi terreno. Al comando della corsa emergeva però Nys che assieme a Van Aert prendeva una trentina di secondi di vantaggio. Al quarto giro era già chiaro che sarebbero stati i due a contendersi il successo. Dietro intanto si formava un gruppone di nove atleti, tra i quali era rientrato anche Pauwels e dei quali il più in difficoltà pareva proprio Van der Poel.
La sfida tra Nys e Van Aert era magnifica. Mai separati da più di 5 secondi, i due ci provavano a vicenda, ora sui tratti tecnici, ora sul fango, ora sulle dune, ma nessuna mossa era mai risolutiva né alcun errore fatale. Neppure la foratura di Van Aert al sesto giro rompeva l’equilibrio. Nella stessa tornata, è da segnalare una pesante caduta di Michael Vanthourenhout, che rimane a lungo a terra prima di essere portato via in barella. Per il campione del mondo under 23 la diagnosi parla di frattura dell’anca. Nel frattempo tra gli inseguitori, Van der Poel aveva superato il momento duro e adesso era in grado di staccare gli altri, mentre Pauwels accusava due giri di forcing.
Il massimo sforzo prodotto da Van Aert all’inizio dell’ultimo giro sembrava aver successo. Nys perdeva 10, massimo 15 metri, ma sembrava non riuscire a richiudere il gap, complice anche qualche sbavatura nelle sezioni tecniche, che dopo un’ora di gara e sotto massimo sforzo diventavano ovviamente ancor più difficile. A metà giro, su un tratto a piedi sulla sabbia, arrivava però il riaggancio e un successivo tentativo di Van Aert, meno convinto non aveva esito. La contesa si decideva quindi negli ultimi 500 metri. In una delle ultime curve Nys riusciva a sorpassare Van Aert con un incrocio di traiettorie che ricordava quasi una sfida del motociclismo, a quel punto il 39enne dell Crelan liberava tutta la sua potenza nell’ultimo tratto, reso estremamente fangoso e pesante dalla pioggia e riusciva a piegare la resistenza del rivale, prendendo in testa l’ultima curva e vincendo nettamente la volata. Al terzo posto completava il podio Van der Poel (l’età complessiva del secondo e del terzo è di soli 3 anni superiore a quella di Nys. Quarto Van der Haar, autore di una gara senza squilli, come troppo spesso gli sta accadendo ultimamente, specialmente in territorio belga. Un ottimo Sweeck chiude quinto, davanti a Meeusen, Aerts, Pauwels, Van Kessel e Taramarcaz, primo degli atleti non nati nel Benelux. Per l’Italia era in gara Lorenzo Samparisi, che ha chiuso nelle retrovie. In Coppa del Mondo Van Aert resta al comando, ma ora ha solo 5 punti di vantaggio su Nys, che oggi ha tagliato un traguardo storico davvero notevole, le 50 vittorie nel massimo circuito mondiale.
Nelle altre categorie, successi tra gli junior del campione europeo Dekker, con Folcarelli 23°, e tra gli under 23 di Iserbyt, con Bertolini 19° a confermare il rapporto molto complicato degli italiani con questo terreno. Dovrebbe andare meglio nella prossima prova di Coppa del Mondo, in programma sempre in Belgio ma in Vallonia, nella cittadella di Namur, il prossimo 20 dicembre.
Nella foto: la vittoria di Sven Nys (dal sito ufficiale della tappa di Koksijde)