Dieci vittorie su diciotto tappe disputate. Alle quali vanno aggiunte le quattro nella classifica generale finale. Il Qatar è insomma il feudo personale, anzi l’emirato potremmo dire viste le latitudini, di Kirsten Wild, che dopo aver saltato l’edizione 2015 ha iniziato quella del 2016 come aveva finito nel 2014, ossia vincendo. Poco da stupirsi per questo feeling così marcato della neerlandese con il paese arabo, d’altronde sui lunghissimi e ampi rettilinei finali la sua potenza è ben difficilmente contenibile dalle altre, non solo, ma i percorsi completamente piatti, senza neppure un cavalcavia ad appesantire i suoi poderosi quadricipiti. Se aggiungiamo la sua proverbiale capacità di muoversi tra i ventagli, con l’aria laterale fortissima che da sempre è la principale difficoltà in una penisola in cui non ci sono ostacoli naturali a fermare la brezza che spira dal mare.
Nella prima tappa con partenza e arrivo a Doha, particolarmente importante anche perché nel finale prevedeva un passaggio sul circuito che caratterizzerà il mondiale di ottobre, dunque, Wild ha come detto centrato il successo, raggiungendo la notevolissima cifra di 80 nel calendario internazionale. C’è un’altra atleta che ha un ottimo feeling con il Qatar ed è Annalisa Cucinotta, che lo scorso anno iniziò la stagione su queste strada alzando le braccia al cielo. Quest’anno per la friulana è invece arrivato un secondo posto, frutto comunque di un’ottima volata: in queste condizioni Wild è difficilmente battibile ma la portacolori dell’Alé Cipollini ha davvero dimostrato di essere sugli stessi livelli della passata ottima stagione. Molto brava Annalisa anche perché le sue doti migliori, l’esplosività e la capacità di muoversi in spazi strettissimi anche negli sprint più complicati, non erano certo tra quelle più sollecitate da questo tipo di volata. Decimo podio della carriera per Cucinotta, mentre è l’ottavo, già il terzo in stagione, per Lizzie Williams, che si sta scoprendo sempre più competitiva anche nelle volate, specialmente in quelle in cui serve potenza.
Dicevamo che questa tappa era anche una sorta di primissimo test event sul tracciato del Mondiale e le primissime impressioni per chi spera di vedere una gara iridata diversa da una lunghissima attesa per la volata finale sono deludenti, perché sembra davvero che questo circuito finale sembra l’unico tratto di strada del Qatar in cui il vento non ha una grande incidenza a causa delle tante costruzioni artificiali che proteggono il percorso ricavano nell’isola artificiale di Pearl e anche perché, come ovvio che sia in un anello, anche i tratti con aria laterale non sono lunghissimi. Da questo punto di vista potrebbero fare più selezioni le tante curve e quindi le possibili cadute. Comunque, sono solo sensazioni, anche perché in generale questa è stata una giornata relativamente poco ventosa per gli standard qatarioti e soprattutto il circuito è stato percorso solo una volta, uscendone poi per andare ad affrontare gli ultimi 7 km di gara.
I primi 80 km di corsa invece erano un largo anello nel deserto peninsulare, lungo il quale c’è stato pochissimo da segnalare, se non qualche caduta per fortuna senza conseguenze e il primo traguardo volante, sul quale Wild aveva già fatto intuire la sua forma, battendo Hosking e Tagliaferro per prendere gli abbuoni. Il secondo sprint intermedio era invece piuttosto insidioso, visto che era piazzato a soli nove chilometri dalla conclusione, anche se in un punto molto interessante, ossia sul traguardo del Mondiale. Molte delle migliori velociste hanno preferito tenere le energie per l’arrivo, ma comunque c’è stata molta battaglia, con Blaak che ha vinto davanti a Hosking (che per lo sforzo in questo frangente – come da lei stessa dichiarato – poi non avrà le gambe per lo sprint finale chiudendo 17^) e ancora alla sempre presente Marta Tagliaferro.
Quindi è stato subito tempo dell’arrivo davanti all’Università del Qatar, un rettilineo lunghissimo, interminabile, con Wild che offerto un saggio di potenza vincendo con margine su Cucinotta, Williams, Blaak e Olds. Molto brave in generale le italiane, con un’ottima Susanna Zorzi in sesta posizione, ottava Barbara Guarischi e undicesima Arianna Fidanza, in gara con la maglia della nazionale azzurra, che va ad indossare la maglia bianca di miglior giovane. La maglia gialla è ovviamente sulle spalle di Wild, con un vantaggio di 7 secondi su Cucinotta frutto degli abbuoni, con Annalisa che nella seconda tappa vestirà la maglia verde della classifica a punti. Grazie agli abbuoni, anche Tagliaferro occupa un’ottima posizione in classifica, la sesta a 11” dalla leader.
Nella foto: lo sprint vincente di Kirsten Wild (foto da federciclismo.it)