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Tripletta di Vos in Turingia, Cecchini ottima seconda. In Polonia assolo di Neff

Nella foto: Vos e Cecchini festeggiano sul podio (da Twitter – Velofocus)

Se l’avvio di stagione prudente dopo il rientro dall’infortunio avesse fatto venire a qualcuno dei dubbi sul fatto che Marianne Vos potesse arrivare ai Giochi Olimpici lontana dalla miglior condizione, il Giro di Turingia ha messo le cose piuttosto in chiaro. L’oro di Londra 2012 ha centrato infatti a Greiz il terzo successo personale su cinque tappe della corsa tedesca, dando una nuova dimostrazione di forza, in netta crescita rispetto a quanto visto all’Aviva, merito anche dello stage effettuato a inizio luglio sulle strade italiane. Nella volata ristretta che ha deciso la frazione, dal profilo altimetrico abbastanza complicato, ancorché dal percorso inferiore ai 100 km, la seconda posizione è andata ad Elena Cecchini, che continua a mostrarsi in costante crescita nell’ultimo mese. La tricampionessa d’Italia, al settimo podio della stagione, è stata protagonista di un’ottima progressione finale, che l’ha portata a chiudere in rimonta scavalcando Van Vleuten negli ultimi metri.

La frazione è stata molto combattuta e percorsa ad elevata andatura, con attacchi praticamente fin dal chilometro zero. La prima a provarci è stata Pooley, poi Knetemann, quindi Pavlukhina, che arriva a 40 secondi di margine, ripresa la campionessa azera è il turno di Bujak, che riesce a guadagnare fino a un minuto e scollina in testa anche al primo Gpm, dopo il quale al suo inseguimento si portano Hall, Neylan e una brava Irene Bitto. Quando il plotone cancella tutti i tentativi di fuga, l’alta velocità ha già ridotto il gruppo principale a 40 unità.

Ma non c’è un attimo di tregua. Dopo lo sprint intermedio vinto da Lepistö, accelerano Elvin e Villumsen. Le due oceaniche arrivano a sfiorare i due minuti di vantaggio a meno di 40 km alla conclusione. Tra l’altro l’australiana vinse lo scorso anno, proprio il 19 luglio, una tappa in Turingia, mentre la neozelandese vinse la classifica generale nel 2009. A 20 km alla fine, dopo il secondo traguardo volante, il gap è ancora di 1’20”, ma fatale alle fuggitive sarà l’ultimo Gpm, sul quale Elvin scollina in testa davanti a Villumsen, ma con il primo gruppo di 25 unità a pochi secondi. Villumsen comunque non si arrende e scatta per cercare l’impresa in solitaria, mentre Elvin, raggiunta da Numainville in un primo tempo, viene quasi subito riassorbita. L’avventura della campionessa del mondo a cronometro si esaurisce poco dopo il cartello che indica meno dieci chilometri al traguardo. Subito dopo scatta Rachel Neylan che non guadagna mai più di 12 secondi, però resta in avanscoperta fino agli ultimi 2000 metri. Ripresa l’australiana, è ormai tempo di sprint, con il gruppo di testa che si spezza per quanto si viaggia veloci. La volata più potente come detto è di Vos che anticipa Cecchini e Van Vleuten. Alle loro spalle, quarta si piazza Rivera, seguono Zabelinskaya, Neylan, Brennauer e Moolman, le uniche con lo stesso tempo della vincitrice. Van Dijk nel finale accusa 11 secondi di distacco, ma riesce comunque a difendere la maglia gialla conquistata nella crono di ieri. Il vantaggio sulle connazionali Van Vleuten e Vos adesso è rispettivamente di 13 e 30 secondi e per lei non sarà facile difendersi domani nella tappa più dura. Elena Cecchini guadagna una posizione rispetto a ieri e adesso è settima a 1’27”.

Oggi è anche scattata la prima edizione della storia del Giro di Polonia femminile, gara che speriamo nei prossimi anni possa vivere una crescita importante per vari motivi. La prima frazione è stata subito molto dura, in quel di Zakopane, sulle strade che solitamente caratterizzano anche la tappa regina della corsa World Tour maschile. La prova è stata dominata da Jolanda Neff, che sul traguardo si è imposta con un vantaggio di 1’31” sulla brasiliana Flavia Oliveira, qui in gara con la maglia della Btc Ljubljana, dopo aver dovuto lasciare la Lensworld a metà stagione in forza degli obblighi di sponsorizzazione tecnica imposti dalla federazione sudamericana alle proprie atlete in vista dei Giochi Olimpici. La fuoriclasse della mountain bike, in corsa con la nazionale elvetica, è stata protagonista di un vero e proprio assolo. Sotto una pioggia battente, la portacolori della Servetto ha attaccato fin dalla prima salita, per percorrere in solitaria tutti i due giri del circuito di 50 km sui monti Tatra. Tanto eccellente la sua prova da permetterle di indossare sul podio tutte e quattro le maglie di leader. La terza classificata, Rasa Leleivyte, ha accusato un distacco di 2’16”, precedendo Riabchenko e Szybiak con lo stesso tempo. La prima italiana è stata Soraya Paladin, settima con un ritardo di 2’39”