L’inverno, atteso un po’ ovunque nell’emisfero boreale per tutta la fine del 2015, è alla fine arrivato in questo inizio di 2016 e un’ulteriore conferma sono state le condizioni meteo che hanno accompagnato l’ultima tappa di Coppa del Mondo a Hoogerheide. Nebbia, freddo e soprattutto pioggia, con un terreno pesantemente fangoso come ancora in questa stagione, almeno in prove di primo livello, non si era mai visto. Considerando anche che manca una settimana al Mondiale, con tutte le dinamiche sia psicologiche, sia di preparazione o di pretattica che questo può comportare, non c’è da sorprendersi che si siano visti in questa occasione dei rapporti di forza variati rispetto alle ultime gare.
Una sola cosa non è cambiata, ed è il dominio di Mathieu Van der Poel, che cala il poker di vittorie consecutive. Per testimoniare quanto sia eccezionale quanto sta realizzando il campione del mondo, erano più di dieci anni che un atleta tra gli uomini non riusciva a vincere quattro gare di Coppa consecutive, l’ultimo fu Sven Nys, che fece addirittura cinquina, imponendosi nelle prime cinque prove della manifestazione nel 2005-06. Oggi la superiorità di Van der Poel è stata ancora più importante di quella vista nelle ultime occasioni: nella gara organizzata dal padre e nella quale ha ricordi contrastanti (il bronzo under 23 ai mondiali di due anni fa, forse l’unica vera delusione fin qui della carriera, ma anche la prima vittoria in Coppa giusto un anno fa), il neerlandese, dopo aver atteso per mezzo giro a ruota di Gianni Vermeersch, ha aperto il gas andandosene in solitaria. Un lungo assolo di sette giri e mezzo, chiuso con il successo, il quinto della carriera nella challenge, con quasi 50 secondi di vantaggio su Van Aert secondo.
Il belga ha provato ad andare in caccia di Van der Poel già nel corso del secondo giro, ha staccato il resto del gruppo, ma non ha mai seriamente impensierito il rivale. Comunque per il 21enne di Herentals arriva il successo nella classifica generale di Coppa del Mondo, il primo della carriera, essendo ancora eleggibile per età nella categoria under 23. Quanto sta facendo Van der Poel nelle ultime settimane ha un po’ oscurato un’annata per Van Aert fatta di 15 vittorie, il campionato belga e un’ampia leadership anche nel Superprestige e nel Bpost Bank Trophy, con la concreta possibilità di chiudere una tripletta storica nei tre circuiti più prestigiosi che manca dal 2008-09, quando a realizzarla fu Sven Nys, e chi sennò? Questo per dire che per domenica il Mondiale di Zolder ha un netto favorito a questo punto ovviamente, ma a Van der Poel non mancheranno di certo gli avversari di valore.
A chiudere il podio è Kevin Pauwels, che negli ultimi tre giri è riuscito a liberarsi della compagnia di Sweeck poi quarto e di Meeusen quinto, con Toon Aerts sesto e quasi commosso, a testimoniare di come la sua esclusione dai convocati per Zolder sia stata una decisione un po’ affrettata (e forse ha pagato anche un discorso di quote fra i vari club belgi), mentre un Van der Haar decisamente sottotono termina settimo. Sven Nys, all’ultima gara di Coppa del Mondo della carriera, si piazza 13°, perdendo posizioni nel finale dopo che a metà corsa era stato protagonista di una bella rimonta prima di essere vittima di una caduta. Il vecchio campione comunque chiude in quarta posizione nella classifica generale, con la soddisfazione di aver lasciato un ultimo indelebile segno nel tempio di Koksijde. La piazza d’onore in graduatoria è di Van der Haar, con Pauwels terzo, mentre Van der Poel alla fine è quinto, avendo pagato le gare di assenza per infortunio a inizio stagione.
In campo femminile invece è andata in scena un’autentica sorpresa, con la vittoria, la prima in carriera in Coppa del Mondo, di Sophie De Boer. La 25enne neerlandese, 4 successi in carriera, uno quest’anno a Leuven, non saliva sul podio in una prova della massima competizione da Koksijde del 2014. Ha costruito la sua vittoria fin dalla partenza, prendendo il largo fin dalle primissime battute, facendo la differenza nei tratti più fangosi. Alle sue spalle per il podio si sono isolate fin da molto presto Thalita De Jong e Nikki Harris. La lotta fra le due è stata molto interessante, nel corso del terzo giro la portacolori della Rabobank è finita a terra. Sembrava il via libera per la campionessa britannica, ma De Jong ha saputo rimontare e negli ultimi 500 metri è riuscita a ottenere il primo podio in Coppa del Mondo della carriera, il risultato più prestigioso nel cross assieme al titolo nazionale conquistato 14 giorni fa (le altre 5 vittorie nel palmarès sono arrivate in prove minori), chiudendo una doppietta che per i Paesi Bassi mancava da tree anni esatti (Vos – Van Paassen a Hoogerheide 2013). Per la quarta piazza da segnalare la rimonta ormai consueta nel finale di Caroline Mani, che ha preceduto Sanne Cant, alla quale il quinto posto è bastato per portare a casa la seconda Coppa del Mondo di fila. Una prova senza acuti per la belga, alla quale d’altronde bastava controllare la situazione senza prendere rischi. In sesta posizione torna a farsi vedere una delle grandi protagoniste dell’autunno, Jolien Verschueren, che nelle ultime settimane si era un po’ spenta. Precede Wyman e all’ottavo posto Eva Lechner. L’altoatesina, in una pista che ama particolarmente, visto che qui sono arrivati sia l’argento iridato 2014 che la prima vittoria in Coppa dodici mesi or sono, è partita al solito molto bene, poi però non ha mai saputo trovare il ritmo giusto, scivolando gradualmente indietro, su un terreno tanto pesante da rendere la potenza preponderante sugli altri aspetti tecnici, sfavorendo quindi la campionessa italiana da questo punto di vista. Comunque Eva chiude ampiamente seconda in classifica una stagione di Coppa estremamente positiva, che l’ha vista salire per tre volte sul podio. Per la terza posizione assoluta nella graduatoria, alla fine la volata si è risolta in favore di Nikki Harris, che ha avuto gioco facile nei confronti di Van Loy e Compton, oggi decisamente in giornata no (ricordiamo che la statunitense è reduce da una sindrome influenzale piuttosto importante), entrambe ben lontane dalle prime 10. Un piccolo passo indietro rispetto alle ultime favolose uscite anche per le altre azzurre. Chiara Teocchi ha infatti chiuso al 22° posto, quarta tra le under 23, subito davanti ad Alice Arzuffi. Le tre avversarie che le hanno precedute tra le giovani, la campionessa europea Van Den Driessche, la neerlandese Kaptheijns e la francese Labous, salvo sorprese, saranno le avversarie per le medaglie anche nella rassegna di Zolder, dove il terreno comunque dovrebbe essere ben più favorevole alle loro caratteristiche. Di valore il 39° posto di Sara Casasola, classe ’99 alla seconda gara in assoluto in Coppa, mentre la campionessa italiana junior Francesca Baroni, all’esordio, ha chiuso 57^ con Elena Valentini 59^.
Tra gli under 23 Quentin Hermans batte Eli Iserbyt, nella classifica di Coppa invece l’ordine si inverte. Ottima prova di Nadir Colledani che si piazza in nona posizione, mentre Gioele Bertolini, il migliore degli azzurri nella generale, sesto, non ha trovato il feeling con il tracciato chiudendo 26°. Anche per lui appuntamento a Zolder in un contesto sperabilmente più favorevole. Tra gli junior finale thrilling con Jens Dekkers che vince la gara di casa, mentre Jappe Jaspers, il leader di Coppa che arrivava alla gara con un vantaggio molto importante, è vittima di una gara no, chiudendo solo quattordicesimo. In questa maniera il neerlandese aggancia in classifica il rivale belga a quota 220, battendolo in maniera beffarda per il discorso dei piazzamenti. Miglior azzurro Jakob Dorigoni, undicesimo al traguardo e nono nella generale finale.
Nella foto: Mathieu Van der Poel in azione sui 44 gradini della scalinata di Hoogerheide ((c) Davy De Bliek dalla pagina Facebook di Mathieu Van der Poel)