Alberta Santuccio ha solamente 21 anni. Nondimeno ha già lasciato una traccia importante nel mondo della scherma. Classe e talento puro da campionessa, è stata autrice di una carriera giovanile con pochi pari. Campionessa del mondo e di Europa, è stata la portabandiera dell’Italia ai primi Giochi Olimpici giovanili della storia (Singapore 2010, dove fu d’argento). Spadista sempre aggressiva e spettacolare, capace di imprese come quella ai mondiali giovani di Porec 2010, quando nella finale per il bronzo infilò 20 stoccate n 3 minuti alla malcapitata avversaria statunitense per portare il quartetto italiano alla medaglia (guadagnandosi un ancor più prezioso e importante diploma per il fair play per aver ammesso il tocco della punta a terra togliendosi una stoccata che le era già stata assegnata). Siciliana come la bicampionessa mondiale Fiamingo e tanti altri talenti della scherma, rimasta legata alla sua terra dove tutt’ora comincia ad allenarsi, ha avuto un approccio fulminante con la categoria senior, salendo sul podio già alla seconda prova di Coppa del Mondo disputata, a Barcellona. E da lì sta proseguendo il suo percorso di crescita tra le grandi. Reduce dalla gara di Nanchino, dove è stata la migliore delle azzurre, abbiamo parlato con lei delle sue ultime prestazioni, della sua carriera e delle sue speranze per il futuro in questa intervista che ci ha concesso.
Partiamo dall’attualità più recente, l’ultima prova di Coppa a Nanchino, che ti ha visto autrice di un’ottima prova, con il punto più alto, credo, il successo sulla cinese Sun che aveva vinto a Legnano. Che giudizio dai alla tua prestazione?
Sono molto contenta della gara a Nanchino, perché ho ritrovato in pedana un’Alberta che non sentivo da un po’ di tempo … Ho perso con un’avversaria che ha tanta esperienza ma che non era impossibile quindi mi reputo soddisfatta, ma non è ancora abbastanza.
In generale fino a qui come sta andando la tua stagione?
Purtroppo non è iniziata come speravo,nella prima gara di Coppa del Mondo a Legnano si è fatta sentire un po’ di tensione, forse perché giocavo in casa, ma adesso sento di aver preso la giusta strada!
Quali sono i tuoi principali obiettivi per il prosieguo del 2015/16?
Sicuramente il mio obbiettivo è uno: partecipare alle Olimpiadi! Sono molto giovane ma anche molto ambiziosa, spero di riuscirci con le mie forze e con quelle del mio maestro Domenico Patti, non sarà semplice perché sono in tante a puntarci, ma ce la metterò tutta!
Tu hai avuto una stupenda carriera giovanile, tanto che hai iniziato a competere tra le senior quando ancora eri in età junior. Come è stato il passaggio al massimo livello?
Ho iniziato a fare gare assolute già da quando ero giovane ultimo anno, inizialmente partecipavo con più spensieratezza, quando poi ho cambiato categoria il passaggio si è fatto sentire. con qualche preoccupazione in più … Ma reputo che tutto questo rientri nella normalità, non è mai troppo facile un cambio di categoria.
Ci racconti come hai iniziato a praticare scherma e da dove nasce la tua grande passione per questo sport?
Ho sempre praticato sport, dalla danza al nuoto, ma mai nessuno che mi coinvolgesse più di tanto. Fino all’età di 7 anni, quando per puro caso, grazie a mio fratello, ho conosciuto la scherma. Da lì è stato amore a prima vista!
La Sicilia è storicamente una delle culle del movimento schermistico italiano. Ma solo restando al presente, da Catania nella spada oltre a te, arrivano due campioni del mondo come Paolo Pizzo e Rossella Fiamingo. Secondo te perché la tua città è così prolifica nel produrre talenti? È questo è legato alla tua scelta di continuare ad allenarti in Sicilia?
La Sicilia è sempre stata la culla di grandi campioni, che purtroppo però hanno poi sempre deciso di abbandonare le loro origini. Io invece sono legata alla mia Sicilia, ho trovato il mio equilibrio con il mio maestro e non ho nessun motivo per andare via.
C’è un motivo particolare per il quale hai scelto la spada come arma?
Quando ero piccola ho fatto per molti anni anche fioretto, ma nonostante mi fossi tolta alcune soddisfazioni anche con quest’arma, una volta arrivata alla categoria cadetti, ho deciso di proseguire con la spada perché tra le due era quella che mi regalava più emozioni.
Tu studi psicologia. Quanto è importante l’aspetto mentale nella spada, che fra le armi della scherma è senz’altro quella che ha una componente di imprevedibilità maggiore? E ci sono stati dei momenti in pedana nei quali i tuoi studi ti hanno dato una mano?
Direi che nella scherma ma soprattutto nella spada la mente ha un ruolo principale: a volta nella spada succedono cose assolutamente imprevedibili proprio per questo fattore. Nonostante io studi psicologia, con me stessa le cose non funzionano mai! (sorride) Sono tanto brava nel dare consigli, ma quando le cose ti toccano in prima persone è sempre più difficile!
Quali speranze e quali obiettivi ti poni a lungo termine per la tua carriera?
Il mio primo obbiettivo è sicuramente quello di entrare nella squadra assoluta il prima possibile e conseguentemente partecipare a Mondiali ed Europei assoluti.
Qual è il più bel ricordo della tua carriera fin qui, non necessariamente il risultato più importante, ma anche la prestazione della quale sei stata più soddisfatta?
Tra i miei ricordi più belli ho in mente la gara i cui mio nonno (il mio tifoso numero 1) era presente a tifare per me per l’ultima volta, oppure il Mondiale di Baku, quando nonostante lui non fosse lì fisicamente, io avevo la netta sensazione di averlo al mio fianco durante la premiazione. Le prestazioni che mi hanno soddisfatta fortunatamente sono abbastanza numerose, la più recente è stata quella che ci ha permesso di vincere il bronzo a squadre nei Giochi Olimpici Europei.
Ci sono altri sport che segui oltre alla scherma? Ne hai mai praticati altri?
Non seguo assiduamente molti altri sport, però ogni tanto mi piace guardare anche qualcosa che non sia scherma. Nella mia vita ho praticato anche danza, nuoto e tennis, ma nessuna di queste era la mia strada, nonostante il tennis mi piaccia molto tutt’ora
La scherma da sempre è il principale forziere di medaglie per lo sport italiano, quello che regala il maggior numero di vittorie, eppure nella maggior parte dei media non riceve lo spazio che meriterebbe salvo ricordarsene dopo le vittorie nei grandi eventi. Secondo te perché e ci potrebbe delle soluzioni praticabili?
Purtroppo questa è l’Italia! Si dà sempre troppa importanza solo e soltanto al calcio, facendo sembrare gli altri degli sport secondari quando invece così non è assolutamente! Per fortuna ultimamente la scherma, così come altri sport, sta iniziando ad avere un po’ più di visibilità, ma a mio parere ancora non è abbastanza. Non so quale possa essere un modo per cambiare le cose, forse dovremmo cambiare dapprima le nostre mentalità, perché se si parla solo di calcio in fondo è un po’ anche colpa nostra.
Ci sono dei consigli che daresti a un giovane ragazzo che volesse avvicinarsi alla scherma? Perché è un’esperienza da provare?
Della scherma mi piace la sua eleganza, lo si può notare dal saluto che si fa prima di ogni assalto e dalla stretta di mano che si dà alla fine del match, sia che si vinca sia che si perda. Mi piace perché è uno sport che ti apre la mente, ti insegna a trovare delle soluzioni in brevissimo tempo. Se dovessi dare un consiglio a un ragazzo direi semplicemente fai sport, perché ciò che ti dà lo sport niente e nessuno può dartelo!
Per concludere l’intervista, ci spieghi cosa significa per te la scherma? Quali sensazioni ti regala mentre sei in pedana? E anche adesso che gareggi ai massimi livelli, continui a vivere queste emozioni o l’aspetto della concentrazione e del risultato è diventato più importante?
La scherma per me è vita, è delusione, è felicità: ogni gara mi regala delle sensazioni nuove e diverse tra loro, è impossibile descriverle tutte perché sono troppe, c’è il momento in cui ti senti fiera è soddisfatta di tutto e momenti in cui magari ti ritrovi a cercare motivazioni per andare avanti.. Ma il bello di tutto ciò è trovare queste motivazioni e continuare a inseguire i propri obiettivi!
A certi livelli si sente di più la pressione del risultato ed è proprio in questi momenti che la concentrazione ti serve per rimanere lucida. Sicuramente le sensazioni sono cambiata da quando avevo 7 anni ad oggi ma la voglia che metto ogni volta che salgo in pedana no!
Grazie mille Alberta e in bocca al lupo per le prossime gare!
Nella foto: Alberta Santuccio in pedana (foto Augusto Bizzi dalla pagina Facebook Federscherma)