È mancato un passo, forse anche meno, all’Italia per raggiungere un’impresa che sarebbe stata a dir poco storica: la prima vittoria allo Stade de France contro la nazionale transalpina, un terreno sul quale, negli otto precedenti nel Sei Nazioni, erano fin qui arrivate solo sconfitte, per giunta anche abbastanza pesanti (la migliore nel 2008 con 12 punti di scarto).
Va detto subito che da un punto di vista tecnico non è stata una partita di quelle che passeranno agli annali della disciplina, d’altronde si tratta di due squadre che devono ritrovare le loro certezze e i loro equilibri. L’Italia, per la quale questo Sei Nazioni rappresenta comunque la fine di un ciclo tecnico, si presentava con tantissimi esordienti, molti giovani alla prima esperienza, anche contando le partite con il club, in uno scenario del genere, in una situazione di generale scetticismo sulle possibilità azzurre anche solo di riuscire a restare nel match. La Francia era invece alla prima uscita con il nuovo c.t. Noves, con ancora fresco l’incubo dell’ultimo incontro disputato, il quarto dell Mondiale con la Nuova Zelanda, concluso con un eloquente 62-13, culmine di un periodo non certo brillante per l’ovale d’oltralpe, né come risultati né come gioco. L’Italia ha tenuto benissimo il campo, con un buon possesso di palla e si è confermata solida in mischia. Come dicevamo niente di memorabile, ma più che sufficiente per tenere il controllo del match per tre quarti della sua durata, costruendo addirittura un vantaggio superiore al break, e che avrebbe potuto essere anche più ampio senza qualche errore di troppo nei calcio (ma l’esordiente apertura Canna ha saputo farsi perdonare le imprecisioni balistiche con una prestazione davvero di alto livello, brillante e fantasiosa nel leggere gli spazi e impreziosita anche da una meta), anche se pure in casa francese, almeno in avvio, si è un po’ litigato con i pali. Poi nel finale è emersa un po’ di stanchezza, forse più psicologica che fisica quando ci si è resi conto dell’impresa che stava nascendo, e la Francia è stata cinica a convertire in mete le pochissime azioni offensive create. Negli ultimi minuti a decidere l’incontro sono stati poi un paio di episodi, compreso qualche fischio arbitrale che avrebbe potuto essere amministrato anche in maniera opposta. Diciamo che in tale situazione si è vista la maggior esperienza dei padroni di casa, mentre all’Italia è rimasto in bocca un sapore agrodolce, senza sapere se far prevalere lo zucchero della bella prestazione o il fiele di un’occasione quanto mai favorevole sfumata.
Nel primo evento sportivo disputato nel grande impianto parigino dopo il 13 novembre, l’avvio è molto contratto. L’Italia palesa qualche problema di disciplina, in tre minuti la Francia si è già guadagnata due calci, ma la difesa azzurra è molto efficace e recupera anche diversi palloni. La partita si sblocca dopo 8 minuti, Gori apre palla da raggruppamento e Canna infila uno splendido drop da 30 metri che dà il 3-0 esterno. Bezy ha l’occasione di pareggiare per un fallo italiano in touche ma fallisce un comodo calcio, la Francia però, complice anche il cambio forzato per sangue di Zanni che costruinge l’Italia a un cambio con conseguente necessità di rischierarsi, prende un certo predominio della trequarti, costruisce un’azione prolungata muovendo molto bene il pallone (la migliore del match) e alla fine sfonda lateralmente con uno degli uomini più attesi, il figiano Vakatawa, che schiaccia in meta (anche se rimane qualche dubbio per un piede sulla linea laterale). Bezy però conferma le difficoltà e non trasforma. La reazione italiana è ottima. C’è una prima occasione quando Canna con uno splendido gioco di piede trova Sarto che viene però tradito da un rimbalzo infido quando la meta sembrava cosa fatta. La marcatura è però rinviata di un solo minuto, l’Italia si guadagna un calcio e va in touche. La ricezione è perfetta, si forma la maul, che spinge indietro i francesi e Parisse può sfondare e schiacciare per la sua sedicesima meta azzurra. Controsorpasso sul 5-8 anche se Canna imita Bezy e non trova i pali sulla trasformazione. L’Italia prende coraggio dal nuovo vantaggio, gioca diverse fasi offensive e imbriglia bene in difesa l’azione francese. Però concede troppi falli e soprattutto commette un’ingenuità quando dopo un tenuto di Parisse la Francia gioca veloce, sorprende la difesa azzurra impreparata e con Clouly va in meta proprio sulla bandierina. Bezy però sbaglia ancora una volta, la terza, il calcio. Il punteggio così dice 10-8. Gli ultimi 10 minuti del primo tempo sono tutti di marca italiana. Al 38′ la Francia è costretta a far crollare la maul, calcio dai 40 di Canna che però non è preciso, occasione per il sorpasso sfumata e quinto errore su cinque per le due squadre nei piazzati nei primi 40 minuti. Proprio quando il cronometro diventa rosso, Canna apre un buco sulla trequarti francese, lancia Campagnaro che si invola verso la meta, viene placcato in extremis da Fickou, si allunga ma il suo tuffo si spegne a pochi centimetri dalla linea.
La ripresa si apre con la mischia azzurra che guadagna un calcio piazzato dalla linea dei 22. Stavolta Canna non sbaglia e arriva il sorpasso: 10-11. Passano due minuti e l’Italia va in meta con una splendida azione prolungata. Gori innesca Parisse che sull’incrocio sfonda la difesa francese, ma viene tenuto alto a pochi centimetri dalla realizzazione. Il capitano azzurro riesce comunque a riciclare il pallone, la palla arriva a Canna che trova il varco giusto e sigla i 5 punti, che poi diventano 7 con la sua trasformazione. Sul 10-18 la Francia è frastornata e inizia a commettere errori banali, il pubblico è ammutolito. L’Italia forse qui avrebbe potuto osare di più e cercare di dare la mazzata definitiva all’avversario invece di accontentarsi di un controllo che sembrava abbastanza facile del match. Ma è facile dirlo col senno del poi. Per un quarto d’ora la Francia infatti non riesce neppure a mettere piede nei 22 italiani, ma quando poi lo fa, al 60′, segna la meta che riapre i giochi. Danty apre il buco, trova Bonneval che può schiacciare in meta all’angolo. Plisson si presenta a calciare al posto di Bezy e non sbaglia, per il 17-18 che cambia anche l’inerzia del match. La Francia infatti riprende ad attaccare commettendo molti meno errori, ma la difesa azzurra tiene benissimo e non concede nulla. Al 68′ però, arriva il fischio arbitrale per un fallo italiano in ruck. Dai 40 metri Plisson non fallisce e rimette davanti i francesi. 5 minuti dopo la stessa azione si ripete specularmente al contrario. Per l’Italia calcia Haimona e l’apertura delle zebre infila i pali: 20-21 a 7 minuti dalla fine. La gioia azzurra però non dura neppure due minuti. Parisse in controattacco viene placcato duramente, si rialza da terra continuando l’azione dopo aver anche preso un colpo in faccia. Situazione al limite, potrebbe starci il fischio in entrambe le direzioni, l’arbitro sceglie quella francese e Plisson mette un gran calcio da metà campo e molto spostato verso la linea laterale. Francia di nuovo avanti 23-21 quindi. L’Italia ci prova negli ultimi 3 minuti con la forza della disperazione, riesce a guadagnare terreno fin quasi ai 22 avversari, ma la Francia non lascia spazi e soprattutto evita qualsiasi situazione di rischio che possa generare un calcio. Quando siamo da 4 minuti oltre l’ottantesimo, Parisse prende il pallone e tenta un drop che però finisce lontano dal bersaglio, sancendo la fine della contesa.
Marcatori: p.t. 8’ drop Canna, 14’ m. Vakatawa, 26’ m. Parisse, 33’ m. Chouly; s.t. 4’ c.p. Canna, 6’ m. Canna tr. Canna, 20’ m. Bonneval tr. Plisson, 28’ s.t. c.p. Plisson, 34’ c.p. Haimona, 35’ c.p. Plisson.
Francia: Medard (37’ s.t. Doussain); Bonneval, Fickou (16’ s.t. Mermoz), Danty, Vakatawa; Plisson, Bezy (28’ s.t. Machenaud); Picamoles (15’ p.t. Camara), Chouly, Lauret; Maestri, Jedrasiak (32’ s.t. Flanquart); Slimani (10’ s.t. Atonio), Guirado, Ben Arous (10’ s.t. Poirot). All. Noves.
Italia: Odiete; L. Sarto, Campagnaro, Garcia (28’ s.t. Haimona), Bellini; Canna (37’ s.t. Palazzani), Gori; Parisse, Zanni (10’-20’ p.t. e 25’ s.t. Van Schalkwyk), Minto; Fuser, Biagi (4’ s.t. Bernabò); Cittadini (25’ s.t. Castrogiovanni), Gega (16’ s.t. Giazzon), Lovotti (25’ s.t. Zanusso). All. Brunel.
Negli altri due incontri della prima giornata, l’Inghilterra ha battuto per 15-9 la Scozia a Murrayfield, mentre la sfida tra le due nette favorite del torneo, Irlanda e Galles, si è chiusa in parità sul 16-16, un punteggio che promette di lasciare incerta fino all’ultimo la lotta per la vittoria finale.
Francia – Italia anche nella prima giornata del trofeo femminile. Se lo scorso anno le azzurre avevano compiuto l’impresa di battere per 17-12 le transalpine, quest’anno è arrivata la vendetta francese. A Bourg-en-Bresse, infatti, il match si è chiuso con un netto 39-0. Vittoria larga anche per l’Inghilterra in Scozia (0-32), mentre l’Irlanda campione in carica non ha faticato troppo per aver ragione del Galles. 21-3 per le verdi il punteggio finale.
Nella foto: la meta di Bonneval (©INPHO/James Crombie da rbs5nation.com)