Italia: Formica 2, Macchi, Masciadri 6, Gorini 13, Dotto 12, Consolini 8, Sottana 13, Gatti 8, Zandalasini 12, Nadalin 10, Crippa 11, Bestagno 17. All. Capobianco
Albania: Aljiaj 3, Dashja, Zykaj 6, Mehmeti 3, Bujari 7, Permeti, Lalaj 2, Gjoni 2, Berranija, Sokoli, Llazar 9, Myrto 6. All. Borova
Comincia come meglio non avrebbe potuto il cammino della formazione azzurra nel girone di qualificazione ai Campionati Europei di Repubblica Ceca 2017. Una vittoria nettissima quella maturata contro l’Albania, letteralmente seppellita sotto un passivo di 83 punti. Certo, 121 devono sempre essere messi a referto e non è mai facile contro nessun avversario, ma una partita del genere è praticamente impossibile da commentare stante l’enorme differenza tecnica tra le due formazioni. Una sfida tra un supermassimo e un peso piuma si chiama pestaggio, non incontro di boxe, qui possiamo fare un discorso simile (e visti anche i punteggi maturati su altri campi, possiamo dire che una giornata è sufficiente per dire che questa formula ha bisogno quantomeno di correzioni, troppe squadre oggettivamente di un livello inferiore da cui conseguono partite senza significato tecnico). Necessariamente premesso ciò, ci sono due aspetti positivi che possiamo sottolineare. Il primo è l’aver vinto bene, regalando comunque belle azioni quando possibile, facendo divertire il pubblico, che poi in incontri dal risultato così scontato è probabilmente la cosa più importante, mettere in scena un bello spot del movimento per invogliare gli spettatori occasionali, quelli che guardano solo per il richiamo della maglia azzurra, ad avvicinarsi anche al campionato. Non sempre è una cosa scontata, a volte in partite così si può anche portare a casa un successo di una trentina di punti andando al piccolo troppo, e ha messo in evidenza anche la qualità media piuttosto elevata di questo roster (oggi privo di Cinili) nonché una tendenza e facilità nel correre importante (50 punti in contropiede, per quello che conta in un match così). Un secondo dato importante sono i 37 canestri assistiti. Contro una squadra come questa Albania, che oltre ai limiti offensivi non ha messo neppure troppa intensità in difesa, ci poteva essere la tentazione di rimpinguare il tabellino personale sfruttando le facili linee di penetrazione lasciate dalla retroguardia ospite per arrivare al ferro. Invece le giocatrici si sono passate la palla tutte le volte che era possibile. Per il resto è difficile dire qualcosa su ciò che si è visto tatticamente, sui tanti assetti dei quintetti provati (quasi tutti piccoli, anche per l’assenza di Ress), su alcune soluzioni difensive e su dei set offensivi … non era un contesto significativo da questo punto di vista. Il primo test importante sarà quindi la sfida di Manchester contro la Gran Bretagna, che data la formula e la sconfitta britannica di questa sera col Montenegro in caso di sconfitta complicherebbe tantissimo il cammino (in sostanza obbligherebbe l’Italia a vincere tutte le successive o quasi), anche perché questo +83 nella differenza canestri, che sarebbe utilissimo, con tutta probabilità finirà alla voce scarti nelle classifiche comparative con gli altri gironi.
Francesca Dotto è galvanizzata dall’aria di casa e anche con la canotta azzurra (oggi bianca in verità) continua a giocare come sta facendo in campionato con quella di Lucca. La prima rotazione difensiva però è pigra e viene punita dalla tripla di Bujari. Tra avere e non avere Macchi c’è una bella differenza e si vede con l’azione spettacolare che porta la scledense a siglare i primi due punti dopo il suo rientro in nazionale. L’Albania si dimostra ben poca cosa fin da subito, le giocatrici ospiti dimostrano difficoltà anche nei fondamentali e basta un minimo di pressione per costringere a perse banali. Ne approfitta prima Dotto per scappare in contropiede e poi Gorini per chiudere un gioco da tre punti. L’Albania dopo la tripla iniziale tira solo una volta in 4 minuti, Aliaj fa 3 falli in attacco nello stesso intertempo (ma resta comunque in campo), Formica si trova a godere di un evidente mismatch fisico sotto canestro e quando Francesca Dotto fugge via dopo un altro recupero e appoggia al ferro siamo sul 15-3 dopo 5 minuti. Capobianco cambia tutto il backcourt, entra il duo scledense Sottana – Gatti e la play lombarda segna subito. Masciadri e Macchi bruciano la retina, anche perché l’Albania prova a difendere come può il pitturato e lascia praterie dal perimetro. Il parziale azzurro si chiude sul 19-0 che vale il 21-3, ma la foto esatta della partita si ha quando le albanesi battono una rimessa direttamente su Nadalin che non deve far altro che andare a chiudere in uno contro zero, venti secondi dopo Sottana fa lo stesso. Quando la guardia trevigiana slalomeggia tra le maglie rosse dell’Albania come Marcel Hirscher tra i pali stretti e arriva a destinazione, il punteggio assume le dimensioni dell’eloquente 32-8 che sigla la fine del primo quarto.
Come i primi 10′, anche i secondi si aprono con una tripla albanese, siglata da Zykaj, ma poi l’incontro riprende il suo corso del primo quarto, Crippa e Consolini creano in attacco, Sottana organizza, Nadalin recupera palloni in difesa, Zandalasini subisce falli, l’Albania fatica anche a eseguire le rimesse da fondo e dopo 3′ il parziale del periodo dice 13-3. Rientra Macchi e regala un’altra giocata delle sue, poi l’Italia, che al 15′ ha già segnato 51 punti e sarebbe dunque in media per sfondare quota 130 alza un po’ le mani dal manubrio, l’Albania lucra un paio di viaggi in lunetta e così il periodo scorre senza grandi spunti, se si eccettua una tripla in transizione di Masciadri perfetta per esecuzione. Nadalin mette il punto numero 61 per l’Italia, che rientra negli spogliatoi con 42 punti di vantaggio sulle avversarie.
Nel terzo quarto i ritmi si abbassano per l’Italia. Fra quattro giorni c’è una sfida fondamentale in Gran Bretagna, inutile forzare troppo per andare a caccia di record di punti. Comunque Zandalisini e Gatti regalano due belle giocate, Nadalin e Crippa scaldano il pubblico che poi si esalta per la stoppata di Consolini su Zykaj. L’Albania colleziona violazioni di 24 secondi e perde anche morale per il passivo che sfonda i 60 punti. Ormai non difende neppure più, le azioni italiane sono delle linee rette che arrivano sempre al ferro o al massimo dei due contro uno neanche si fosse in una fase di inizio allenamento. Con le fughe di Dotto, Gorini e Consolini si sale fino al 92-23.
La tripla di Sottana, i punti di Bestagno, una bella azione corale che libera Gorini al tiro dalla media e l’Italia vola a +80. Proprio la lunga genovese sfonda quota 100. L’Albania torna a segnare con una tripla di tabella, trova anche un buon canestro di Llazar (almeno in attacco nettamente la migliore delle sue, resta da capire perché abbia giocato così poco in un contesto così mediocre) che chiude il gioco da tre punti, C’è tempo ancora per un paio di belle giocate di Sottana prima della sirena che sancisce il 121-38 finale. Il +83 eguaglia la seconda miglior vittoria della storia della nazionale italiana, pareggiando l’analogo scarto (fini 118-35) con cui la formazione azzurra neanche troppi anni fa, era il 2009, batté ancora una volta l’Albania, evidentemente abbonata a questi scarti.