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Guarnier trionfa anche a Filadelfia, ottima seconda Longo Borghini

Giro di California, campionato nazionale e ora anche la Classica di Filadelfia, con conseguente rafforzamento nella classifica del World Tour. Un filotto che rasenta (o forse raggiunge) la perfezione, quello messo a segno da Megan Guarnier in questo ultimo mese in cui il baricentro del ciclismo femminile si è spostato negli Stati Uniti. La nativa dello stato di New York ha fatto la differenza sul muro conclusivo che caratterizza l’arrivo della gara nella città della Liberty Bell, sfruttando anche il lavoro straordinario delle proprie compagne. Per il bronzo mondiale uscente si tratta della sesta vittoria di un 2016 fin qui superlativo, la quattordicesima in carriera in prove del calendario internazionale. Alle sue spalle, si confermano sul podio Elisa Longo Borghini e Alena Amialiusik, rispettivamente seconda e terza esattamente come dodici mesi or sono, e sempre alle spalle di un’atleta della Boels tra l’altro, allora fu Armitstead, quest’anno assente. Per Elisa un gran bel ritorno alle corse dopo un periodo trascorso in altura nel mese di maggio, una prestazione che lancia segnali decisamente confortanti sulla condizione in vista degli importantissimi appuntamenti in arrivo.

La prima fuga di giornata vedeva Lauren Stephens, Anna Trevisi e Mieke Kroeger. Il terzetto restava compatto fino al primo passaggio sul traguardo, quando sulle rampe del Manayunk Wall la tedesca iridata junior della crono a Copenaghen nel 2011 perdeva contatto. A sostituirla però in testa arrivava Mara Abbott, che con le sue doti da scalatrice riusciva a chiudere il gap sulla testa della corsa, una mossa tatticamente intelligente della Wiggle che, al via con sole quattro atlete, aveva tuttavia la necessità di rendere dura la corsa per Longo Borghini. La due volte vincitrice del Giro d’Italia continuava a forzare e al secondo passaggio sulla linea d’arrivo era rimasta sola al comando, anche se poi in discesa Stephens riusciva a rientrare. La coppia statunitense manteneva una quarantina di secondi di vantaggio per tutto il terzo giro, mentre il gruppo era condotto dalla Canyon, con la Boels, anch’essa al via in quattro, che riusciva quindi a risparmiare le forze in vista del finale. Da segnalare i vani tentativi di inseguimento solitario di Nalder (Visit Dallas) e Bayer (Hagens Berman), mentre Abbott continuava ad accumulare punti per il Gpm staccando Stephens anche al terzo passaggio. Il gruppo tornava compatto nel corso della quarta tornata, ma la portacolori della Wiggle continuava a fare il ritmo a tutti i passaggi sul muro conclusivo, scollinando in testa anche nei due giri successivi. Si arrivava così al suono della campana. La prima a provarci nell’ultimo giro era Allie Dragoo, in avanscoperta ancora al passaggio da Lemon Hill, l’altra asperità inserita nel circuito. Alle sue spalle ancora Stephens aveva le energie per riprovarci, assieme alla vincitrice del Tour de San Luis Katie Hall e a Tiffany Cromwell. Ma il gruppo chiudeva su tutte. Così ripartivano Jessica Parra (Colombia) e Amber Neben (BePink), ma la loro azione durava poche centinaia di metri. A decidere la corsa, come sempre, quindi era il Manayunk Wall. A prenderlo in testa era Karol-Ann Canuel, protagonista di una sparata eccellente, tale non solo da allungare il gruppo, ma addirittura da spezzarlo. La canadese lanciava in questo modo alla perfezione la compagna Megan Guarnier, mentre alle spalle della campionessa statunitense Kristabel Doebel-Hickok (che sarà ottima nona alla fine) accusava l’accelerazione dell’atleta della Boels e doveva spostarsi, aprendo un buco di qualche metro dietro alle prime due, obbligando Longo Borghini e Amialiusik a uno sforzo supplementare per ricucire. Proprio quando le due erano riuscite ad agganciare la ruota della vincitrice del Giro di California, questa scattava. Un’accelerazione netta, che le consentiva subito di guadagnare una ventina di metri, quelli che nessuno avrebbe più ricucito. Guarnier così si involava verso il successo, dietro invece tra l’azzurra e la campionessa di Bielorussia andava in scena uno sprint serratissimo che vedeva Elisa prevalere per qualche centimetro. Più staccata, al quarto posto Evelyn Stevens, vincitrice delle prime due edizioni, completava il successo Boels. Dietro la recordwoman dell’ora, Walle e Fischer si confermavano due delle più importanti realtà del ciclismo americano, con Danielle King settima e Elena Cecchini ottima ottava su un traguardo molto duro. A chiudere le prime dieci la citata Doebel-Hickok e la canadese Jackosn.

Nella classifica del World Tour ovviamente Megan Guarnier conferma, anzi rafforza, la leadership con 624 punti e un vantaggio notevole su Emma Johansson, seconda con 398. Elisa Longo Borghini è la migliore italiana, quinta a quota 302. Katarzyna Niewiadoma con 24 punti, il doppio di Mackaij seconda, guida la graduatoria delle giovani, mentre la Boels ovviamente domina quella a squadre.

Domenica si è corso anche in Belgio con la Keukens Van Lommel Classic. La vittoria è andata a Marianne Vos, che così ha colto il sesto successo, quarto in corse Uci, dal suo rientro, regolando in una volata ristretta altre cinque atlete, con Sarah Roy seconda e Sara Mustonen terza. Bell’ottavo posto di Michela Pavin, staccata di soli 3 secondi dalla vincitrice.

Nella foto: la vittoria di Megan Guarnier (foto dall’account Twitter UciWomenCycling)