La strada è stata tortuosa, faticosa, ricca di insidie e di cadute, ma alla fine ha portato al traguardo prefissato e tanto agognato. L’Italia del volley femminile è infatti ancora pienamente in corsa per staccare il pass per i Giochi di Rio. La caccia a una delle ultime tre piazze andrà in scena a maggio in Giappone, ma già adesso si può dire che la strettoia più complicata, l’ostacolo più alto, per tanti motivi, è stato superato. Adesso ci saranno quattro mesi di tempo per ripartire dalle cose buone viste qui in Turchia, cercando di trovare una soluzione invece ai problemi e ai tanti cali di tensione che si sono manifestati durante il torneo. Bisognerà anche capire a che tipo di squadra affidarsi: se infatti dare continuità alla linea giovane inaugurata in questa manifestazione pare ormai una scelta obbligata, bisognerà prendere una decisione su molte veterane, sia su quelle presenti in questa avventura che su quelle assenti.
Ma questi sono discorsi per i quali ci sarà molto tempo nelle prossime settimane. Oggi c’è da celebrare una vittoria, il 3-2 sulla Turchia ad Ankara, che ha confermato quanto visto fin qui: una squadra molto incline a distrarsi, a commettere errori banali, non sempre affidabile in ricezione, in fase di ricostruzione e nelle letture, che però è anche capace quando può far valere la potenza delle sue attaccanti di mettere dei parziali importanti, con un muro di alto livello e soprattutto una capacità di esaltarsi nei momenti di massima tensione che è apparsa davvero unica. Non è un caso quindi che le tre vittorie siano arrivate tutte al tie-break, quando l’adrenalina sale a mille e la posta in gioco diviene davvero importante. Non bisogna dimenticarsi tutte le volte in cui l’Italia sembrava spacciata e invece ha saputo risorgere dalle sue ceneri: a partire dalla seconda partita contro il Belgio, in cui ricordiamo le azzurre sono arrivate ad un punto dal terminare la loro avventura quasi prima che iniziasse.
Per la partita decisiva Bonitta rimette dentro Chirichella dopo due turni di riposo al posto di Danesi, per il resto formazione confermata. Per una volta l’approccio al match è impeccabile. Trascinata da una scatenata Guiggi (7 punti solo nel primo set, la centrale di Novara senza dubbio la migliore per continuità in questo torneo tra le italiane), le azzurre partono forte. Scappano subito 5-1, poi da qui il gioco segue a lungo i cambi palla e poi per ogni break della Turchia segue una risposta delle azzurre. Così dopo il primo pareggio a quota 15 delle padrone di casa, segue il nuovo allungo delle ospiti (15-18) e quindi un’altra parità a 19, con le locali che cavalcano una Erdem eccellente (8 punti nel parziale). Nello sprint conclusivo però è ancora Guiggi che fa la differenza. Conquista i due punti che sul 21-23 danno lo strappo determinante, poi il muro di Chirichella e l’attacco di una Egonu non entrata perfettamente nel match chiudono il parziale sul 23-25.
Nella seconda frazione però la Turchia parte più convinta e spinge molto col servizio. L’Italia riceve male e fatica quindi a costruire gioco, mentre per la squadra di casa c’è capitan Demir (6 punti nel set) a menare le danze. Quando così le turche arrivano a doppiare l’Italia (14-7), Bonitta si affida alla panchina, con gli inserimenti di Ferretti, Centoni e Bosetti. Le azzurre riescono anche a riavvicinarsi con un buon parziale (15-12) ma alla fine il muro turco fa la differenza e così il set si chiude sul 25-19.
L’Italia scatta 5-2 nel terzo parziale, che però va avanti punto a punto per tutta la sua prima metà, poi la Turchia però riesce ad allungare, sfruttando anche alcune distrazioni abbastanza evidenti della seconda linea italiana (16-19). Il finale della frazione è però uno show personale di Paola Egonu, capace di andare in doppia cifra nel set (10), punti messi quasi tutti a terra in questa fase finale. Il martello del Club Italia con tre attacchi consecutivi vincenti sigla il 20 pari e poi mette giù anche il 21° punto. Alla lunga però il gioco di Orro, esclusivamente incentrato sulla compagna di team diventa prevedibile, così il muro turco si piazza per tempo e prende il tempo a Egonu mettendo a terra il 21-23. Dal time-out l’Italia esce con Ferretti in campo e qui si concretizza la rimonta azzurra, tutta firmata dal turno al servizio di Egonu, che sigla il 23 pari con un’ace talmente potente da essere visibile solo con il challenge e poi dopo il muro vincente di Del Core chiude, sempre direttamente col servizio, i conti sul 23-25.
Potrebbe essere l’abbrivio per un grande quarto set, invece arriva l’ennesimo calo di tensione di questo torneo. Bonitta parte con Danesi in campo e cambia libero, ma l’Italia in sostanza neppure scende in campo. La Turchia va subito 6-1, con una Oszoy che mette a terra qualsiasi pallone. Le azzurre hanno una reazione che col muro di Ferretti vale il 12-10, ma poi vanno in difficoltà in ogni fondamentale, basti dire che fa fatica anche a mettere in campo il servizio, la Turchia scappa via, prima sul 16-11 e poi si guadagna addirittura 10 set point, chiudendo sul 25-15.
Il tie-break si apre con l’ace di Del Core, poi però il turno in battuta di Akman mette in luce i limiti della ricezione azzurra e le padrone di casa si portano sul 4-1. Però, come ha già dimostrato più volte, l’Italia non muore mai. Egonu recupera un break e poi Chirichella col primo tempo sigla il pareggio sul 5-5. La Turchia però sfrutta ancora il servizio per salire 5-7 e qui arriva probabilmente lo scambio chiave del match: Erdem si trova ad attaccare un pallone senza praticamente opposizione, basterebbe metterlo in campo per chiudere quasi certamente i conti e invece la centrale del Fenerbahçe sente evidentemente la tensione e spara malamente fuori. L’errore di Egonu al servizio mantiene due punti di distanza fra le squadre, ma nel finale è Del Core, spesso criticata nelle precedenti uscite, a prendere in mano la situazione con quattro attacchi vincenti che portano il punteggio sul 12 pari. Egonu trova il mani-fuori del vantaggio azzurro, poi Ozsoy, per un set e mezzo uno spauracchio per l’Italia, attacca fuori e così arrivano due match point. Demir annulla il primo, ma il muro di Orro vale il biglietto per Tokyo.
In Giappone l’Italia ritroverà i Paesi Bassi, sconfitti per 3-1 dalla Russia nella finalissima che ha dato alle campionesse d’Europa l’accesso ai Giochi. Nel Paese del Sol Levante ci saranno altre sei nazionali, le padrone di casa, le prime tre asiatiche del ranking (eccetto la Cina ovviamente, già qualificata con la Coppa del Mondo) e una rappresentante da Nord e Sud America. Sarà un girone all’italiana tra tutte le otto formazioni, al termine del quale le prime tre classificate più la migliore asiatica avranno il pass per Rio. Tutte le partite vanno giocate, ma non dovrebbe essere un’impresa titanica. Il passo più difficile era sopravvivere a questo torneo di Ankara e questa missione, sia pure tra mille difficoltà, è stata superata.
Turchia: Kirdar 11, Karadayi (L), Akman 11, Uslupehlivan ne, Toksoy ne, Cemberci ne, Onal, Aydemir 5, Yilmaz, Ozsoy 19, Erdem 19, Orge (L) ne, Demir 18, Baladin ne. All. Akbas
Italia: Orro 3, De Gennaro (L), Guiggi 13, Gennari, Centoni, Ferretti 4, Chirichella 5, Del Core 12, Bosetti, Diouf 10, Egonu 23, Danesi, Bonifacio ne, Sansonna (L). All. Bonitta
Nella foto: la festa italiana a fine partita (foto Cev da cev.lu)