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La difesa dei Broncos distrugge Carolina: il Superbowl 50 va a Denver (24-10)

Quello secondo cui gli attacchi vendono i biglietti e le difese vincono le partite è uno dei luoghi comuni più usati e anche abusati nella storia dello sport. Tuttavia risulta addirittura riduttivo per descrivere quello che si è visto al Levi Stadium di Santa Clara nel corso del Superbowl 50. La prestazione della difesa dei Denver Broncos infatti ha davvero sfiorato la perfezione, dominando l’incontro in una maniera che ha pochi precedenti nella storia non solo del football ma di qualunque sport per quanto riguarda un solo reparto: non solo ha annichilito l’attacco dei Panthers, che per punti segnati era il migliore della lega e che è stato limitato a 1o punti, il minimo stagionale, ma ha anche posto le premesse, se non marcato direttamente, quasi tutti i punti messi a referto da Denver.

Come sempre quando gli attacchi soccombono alle difese, la partita non è stata spettacolare. In particolare entrambi i quarterback, attesissimi, hanno alquanto deluso. Sul banco degli imputati ovviamente è già stato fatto salire l’MVP della stagione, Cam Newton, che non è mai riuscito a dare imprevedibilità all’attacco di Carolina, e ha commesso due fumble e un intercetto, subendo anche ben sei sack, segno evidente che nella controprestazione della prima scelta assoluta del 2011 c’è anche la forte complicità della linea offensiva dei Panthers, letteralmente crollata sotto i colpi della difesa dei Broncos. Impietose anche le altre statistiche: 18/41, con 265 yd lanciate e 45 corse con zero touchdown lanciati.

Eppure se la sfida fosse stata un confronto tra quarterback e non tra squadre, Newton avrebbe addirittura vinto. A Denver, alla luce della prova della difesa, sarebbe bastata una prova dell’attacco in linea con il par della sufficienza per chiudere il match molto presto e non dover tenere il punteggio aperto fino a 3 minuti alla fine come invece successo. Quella di Peyton Manning però, se escludiamo il primo drive, non si è neppure avvicinata al sei, oppure alla D se vogliamo restare con i voti statunitensi. Parlano da sole le cifre. 13/23 per 141 yards lanciate, con 1 intercetto, 2 sacks e 0 touchdown, le peggiori cifre messe insieme da un qb nella storia in un Superbowl. Merito della difesa dei Panthers certamente, ma sono stati tanti anche gli errori gratuiti e le incertezze dell’ex Indianapolis Colts. Nonostante ciò, uno di quegli scherzi che talvolta lo sport fa, è arrivato quel secondo titolo che era sfuggito negli anni dei record personali a ripetizione. E si tratta comunque di una giusta ricompensa per tutto quello che questo atleta ha saputo dare in una carriera che, salvo improbabili sorprese, finirà proprio con questa vittoria e con l’essere diventato il primo quarterback nella storia a vincere due Superbowl con due squadre differenti, dopo aver centrato quello di partente più anziano già solo con lo scendere in campo.

Con gli attacchi tanto in difficoltà, il premio di MVP, per la seconda volta negli ultimi tre anni, non poteva che andare a un difensore, ossia al linebacker dei Broncos Von Miller, che forse non a caso nel draft del 2011 fu scelta numero 2 proprio dietro a Newton e in questa occasione ha stravinto il duello con 2,5 sack, compresi quelli da cui sono stati generati i td di Denver. Entra nella storia anche il coach della franchigia del Colorado, Gary Kubiak, che dopo aver perso tre Superbowl da giocatore con la maglia di Denver, diventa il terzo allenatore a vincere l’atto finale con la stessa squadra di cui aveva vestito la maglia sul campo.

Il primo possesso è di Denver e il drive inaugurale è l’unico ben giocato da Manning, soprattutto converte l’unico terzo down del suo match con un lancio da 22 yd per Caldwell e così Denver arriva in raggio da field goal con McManus che mette tra i pali il primo calcio del match per sbloccare subito il punteggio dopo poco più di 3 minuti di gioco. Subito dopo inizia il dominio delle difese. Né Carolina né Denver infatti nei due drive successivi riescono a conquistare neppure un primo down, così i Panthers dopo il punt possono ripartire con l’attacco dalle loro 15. Il primo gioco vede una chiamata di incompleto molto contestata da parte degli arbitri, ma nonostante il challenge della panchina di Carolina la decisione rimane quella del campo. Così si gioca il secondo down con l’episodio che anche psicologicamente condizionerà tutto il resto del match. Newton infatti subisce il sack di Von Miller, perde palla e il fumble viene ricoperto da Malik Jackson direttamente in end zone. Touch down della difesa dunque e con la conversione di McManus si va dunque sul 10-0 a 1’15” dalla fine del primo quarto.

L’inizio del secondo periodo fa pensare che la partita possa riaprirsi con uno dei pochi lampi di classe di Newton. Il qb di Carolina ci mette due belle corse, poi completa un terzo down con un lancio da 19 yd su Olsen e quindi, sfruttando anche le penalità accumulate dalla difesa del Colorado, l’azione si chiude con il touchdown su corsa da 1 yd di Stewart, che ha giocato evidentemente acciaccato e questo ha tolto una fondamentale risorsa all’attacco dei Panthers. Gano converte e quindi si riparte sul 7-10. L’attacco dei Broncos dopo il primo drive si è completamente inceppato, fino all’intervallo riuscirà a completare solamente un altro primo down. Ma ci hanno pensato la difesa e lo special team. Norwood infatti ha riportato il punt di Carolina per 61 yd, stabilendo il nuovo record per il Superbowl. Con sole 14 yd da coprire sembrava un’ottima occasione di touchdown, ma arriva solo il field goal di McManus. La difesa di Denver forza un altro fumble ricoprendolo, ma quando l’occasione sembra propizia per almeno un facile calcio da 3 punti con un primo down sulle 24 di Carolina, Manning regala il più facile degli intercetti a Ealy (che aggiungendo anche tre sack fa registrare statistiche record per un Superbowl) con un molle passaggio completamente fuori misura. Ci si ferma dunque per l’halftime show sul 13-7 per Denver.

Newton apre il terzo periodo con un lancio da 45 yd, ma le penalità fanno arretrare l’attacco dei Panthers che così deve accontentarsi di un calcio dalle 44, ma Gano fallisce la conversione. Si resta così con il punteggio invariato e Manning stavolta ne approfitta giocando un buon drive (forse grazie anche alla miglior freschezza dopo il riposo), con due passaggi da 25 e 22 yd ricevuti sempre da Sanders porta l’attacco entro il raggio da field goal e McManus non perdona per il 16-7. Newton alterna grandi giocate (lancio da 41 yd) a errori, come l’intercetto immediatamente successivo, ma neppure l’attacco di Denver crea nulla e così il terzo quarto termina senza ulteriori marcature.

Il quarto periodo parte subito con il fumble commesso da Manning dopo il sack subito che viene ricoperto da Carolina proprio sulla linea di metà campo. Da questa base di partenza Newton arriva in raggio da field goal e stavolta Gano non sbaglia dalle 39. Sul 10-16 a più di 10 minuti dalla fine la partita è riaperta del tutto. Anche perché i possessi offensivi di Denver sono brevi e infruttuosi. Però è sempre la difesa a far la differenza. Quando dopo l’ennesimo punt Carolina riparte dalle sue 24, Miller va ancora a infliggere un sack a Newton con conseguente fumble, la palla schizza impazzita e alla fine viene ricoperta da Ward che arriva a 4 yd dall’end zone. Nonostante la posizione di partenza, l’asfittico attacco dei Broncos rischia di doversi accontentare di un calcio anche in questa occasione, ma lo grazia l’ingenuità di Norman che si fa sanzionare un defensive holding, Manning  così si affida all’arma migliore tra quelle a disposizione, la corsa di Anderson che segna il touchdown da 2 yd. Denver decide di tentare la conversione da due, con Manning che trova Fowler in end zone e così a 3’08” alla sirena il punteggio dice 24-10 per Denver. C’è tempo ancora per un altro sack su Newton prima del two-minute warning, ma ormai è in sostanza garbage time nel quale non accade più nulla.

Denver può così festeggiare la terza vittoria nel Superbowl della sua storia, riportando il titolo nella Mile-High City a 17 anni dal back-to-back nelle edizioni XXXII e XXXIII. Numeri incredibili quelli di Denver. Con 194 yd guadagnate e 11 primi down conquistati ha stabilito per distacco i record negativi per una formazione vincitrice nelle due voci offensive. Inoltre per trovare un’altra squadra vincente con un solo td messo a segno dall’attacco occorre tornare al Superbowl III vinto dai New York Jets il 31 gennaio 1969. Per Carolina invece, che entrava nella partita da favorita, è la seconda sconfitta in due apparizioni nel match decisivo. Ha deluso in parte Newton, che forse ha pagato la pressione, ma è stato anche travolto da una difesa che entrerà negli annali del football e di contro malamente protetto da una linea offensiva letteralmente travolta. Ora inizia la lunghissima off-season, con Denver che dovrà rifirmare l’MVP Miller e capire come sostituire Manning. Per i Panthers questo gruppo sembra aver solo iniziato il suo ciclo, quindi l’occasione di riscatto potrebbe capitare presto. Ma draft e free agency cambieranno molte cose. Per adesso, spente le luci del Levi Stadium, l’unica certezza è la parata che aspetta i Broncos al loro rientro a Denver.

Nella foto: Von Miller premiato come MVP (foto da NFL.com)

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