Anche la seconda giornata di gare nella tappa di Coppa del Mondo di Minsk porta in dote alle azzurre un argento, con le atlete del quartetto che hanno chiuso in seconda posizione battute solamente dagli Stati Uniti nella finale per l’oro.
Con Martina Alzini schierata in sostituzione di Letizia Paternoster (come racconteremo più avanti impegnata nell’omnium) e le conferme di Simona Frapporti, Elisa Balsamo e Marta Cavalli, l’Italia ha superato il Canada nel primo turno con il tempo di 4’28”250. resistendo senza troppi problemi nel finale al rientro del quartetto nordamericano che aveva veleggiato per tutta la prova a circa 2 secondi di ritardo, per poi chiudere alla fine con un ritardo di 9 decimi. Nell’altra semifinale, gli Stati Uniti (Valente, Dygert, Catlin e Geist) hanno battuto nettamente la Corea del Sud, che dopo la bella prestazione in qualificazione, non è riuscita a confermarsi, rimanendo esclusa anche dalla finale per il bronzo, a cui ha avuto accesso invece la Francia, vittoriosa nella sua batteria contro la Cina in 4’30”840.
Le transalpine saranno però costrette al ritiro nella sfida per la medaglia, lasciando così il terzo gradino del podio al Canada. La finale per l’oro invece ha visto la vittoria degli Stati Uniti, che si sono confermati una delle formazioni più forti del mondo, in un eccellente (tenendo conto anche della pista non particolarmente veloce) 4’15”673. Le azzurre hanno chiuso in 4’23”921 e possono festeggiare il successo per il secondo anno consecutivo nella classifica di specialità, un primato netto, mille punti esatti di vantaggio sul Canada, nonostante il quartetto italiano abbia saltato una delle cinque tappe. Un altro risultato importanti per una disciplina nella quale l’Italia fa parte a pieno titolo dell’élite mondiale.
Dicevamo dell’omnium, nel quale Letizia Paternoster ha disputato una prova di grande livello, vedendo sfumare proprio in extremis la medaglia. La trentina è infatti stata scavalcata proprio in seguito alla volata conclusiva della corsa a punti da Jennifer Valente (giornata da iron woman per la californiana, che ha anche disputato i due turni del quartetto in mezzo alle quattro prove dell’omnium) per appena due punti, 114 contro 112. La vittoria con 122 è andata a Kirsten Wild, che così ha bissato quella di ieri nella corsa a punti, davanti alla britannica Elinor Barker. La gara si era aperta con il successo della bielorussa Ina Savenka nello scratch, prova che aveva visto Valente seconda e Paternoster terza, con Wild quinta e Barker settima.
La britannica si era quindi imposta nella tempo race, precedendo la cinese Wang e Wild. Settima posizione per Paternoster, che sarà invece sesta nell’eliminazione, vinta da Wild su Valente e Barker. La portacolori dell’Astana poi è stata bravissima nella corsa a punti, nella quale è risultata la migliore, conquistando 18 p. con uno sprint vinto, tre secondi e un quarto posto, perdendo però il podio, come detto, proprio nella volata finale, con Valente che le ha messo la ruota davanti strappandole la medaglia per 2 punti in virtù del doppio punteggio finale. Wild ha controllato bene soprattutto Barker, gestendo il vantaggio, pur limitato, conquistato nelle prime tre prove, conquistando con due sprint vinti i punti necessari per puntellare il primato. Valente invece si è sostanzialmente limitata a concentrarsi sulla volata finale, anche perché dopo un programma giornaliero così intenso le energie non potevano che essere poche, e il risultato le ha dato ragione. Molto staccate rispetto alle prime quattro le altre, Baleysite quinta infatti non avrebbe recuperato alcuna posizione neppure nell’ipotetico caso di un giro guadagnato. Per Valente la medaglia agguanta all’ultimo tra l’altro significa anche il sorpasso sulla giapponese Yumi Kajihara (qui assente) nella classifica di Coppa dell’omnium. La miglior italiana nella graduatoria è Elisa Balsamo nona.
Elinor Barker ha conquistato il secondo argento di giornata nello scratch, preceduta dal colpo a sorpresa della 20enne svizzera Aline Seitz. La ventenne del canton Argovia si è così confermata, alle prime esperienze al massimo livello internazionale, uno dei talenti più importanti del vivaio elvetico. Ha completato il podio Amy Pieters per i Paesi Bassi. Martina Alzini, che aveva nelle gambe anche gli sforzi del quartetto, ha chiuso in undicesima posizione. Rachele Barbieri, pur essendo in Australia a preparare i prossimi impegni su strada dopo il Tour Down Under, può comunque festeggiare a distanza il primo posto nella classifica di Coppa della specialità che la vede anche campionessa del mondo in carica.
Una 20enne festeggia anche nel torneo della velocità: è la tedesca Pauline Grabosch, che in finale ha superato alla bella in un autentico scontro generazionale l’esperta Simona Krupeckaite. La Germania, che ha piazzato anche Hinze in ottava posizione, anche in contumacia di Vogel e Welte, sta dimostrando grande abbondanza nel settore della velocità. A completare il podio è stata la belga Nicky Degrendele, 2-0 alla neerlandese Laurine Van Riessen, in gara con la maglia del club, che può comunque consolarsi con la vittoria nella classifica di specialità. Le due azzurre in gara, Elena Bissolati e Mirian Vece, si sono fermate nel turno di qualificazione, chiudendo rispettivamente 18^ e 21^.
Il britannico Charlie Tanfield (in gara con il club, il Team KGF) si è aggiudicato l’inseguimento individuale in 4’12”253, battendo in finale il portoghese Ivo Oliveira (4’19”718). Completa il podio il russo Alexander Evtushenko, che ha superato il tedesco Justin Wolf per il bronzo. Marco Coledan in 4’21”967 ha concluso in una buona sesta posizione.
Matthijs Buchli, neerlandese in gara con la maglia del club Beat Cycling, si è imposto con gran margine nel keirin, superando in finale con oltre mezzo secondo di vantaggio il canadese Stefan Ritter e il gallese Lewis Oliva. Fuori ai ripescaggi i due azzurri in gara, Davide Ceci (con il Team Friuli), che ha sfiorato l’accesso in semifinale, fuori per 2 centesimi, e Luca Ceci. L’esperto ucraino Andrii Vynokourov, qui assente, si è comunque aggiudicato la classifica di specialità.
Il Beat Cycling Club, con lo stesso Buchli in pista assieme a Theo Bos e Roy Van den Berg, ha festeggiato anche nella velocità olimpica, comandando le operazioni fin dalla qualificazione di ieri e vincendo la finale in 43”397 davanti alla Polonia, con la Francia terza a superare la Russia per il bronzo e a consolidare un netto primato nella graduatoria di Coppa.
Ha concluso il programma l’americana maschile, con la vittoria della coppia di Hong Kong formata da Chun Win Leung e da King Lok Cheung. Decisivo per gli asiatici il giro guadagnato sul gruppo e i due sprint vinti nel tentativo di caccia, per 30 punti complessivi. Alle loro spalle hanno chiuso i Paesi Bassi con 27 (Pieters/Stroetinga), tutti guadagnati nelle volate, e il Portogallo (Rui e Ivo Oliveira) con 25. I lusitani vincendo la volata conclusiva hanno beffato l’Austria (Graf/Muller), anch’essa capace di conquistare 25 punti, grazie soprattutto al giro guadagnato, relegata in quarta posizione per il peggior piazzamento sul traguardo conclusivo. L’Italia con Davide Plebani e Francesco Lamon ha conquistato 4 punti terminando decima. Gli azzurri concludo al quarto posto nella classifica di Coppa, vinta dall’Austria davanti a Danimarca e Francia.
Domani si concluderà il programma con le ultime sette finali in programma: quartetto, velocità, omnium e scratch in campo maschile, americana, team sprint e keirin in ambito femminile.
(foto da federciclismo.com)