Missione compiuta per Amanda Spratt, che ha condotto in porto la conquista della classifica generale del Tour Down Under per il secondo anno consecutivo. Ma il criterium conclusivo per le strade dell’East End di Adelaide si è rivelato più insidioso del previsto per la 30enne australiana, che ha rischiato di perdere tutto rimanendo coinvolta in una caduta a metà prova. Alla fine comunque c’è stato il lieto fine per la portacolori della Mitchelton, che così può festeggiare il raggiungimento del primo importante obiettivo stagionale, nonché la dodicesima vittoria nel calendario internazionale della carriera, la terza in una corsa a tappe. Un successo frutto di un’ottima condizione e soprattutto della splendida prestazione nella tappa di Hahndorf, quando oltre a grandi gambe ha messo in mostra anche capacità di lettura della corsa e coraggio. Oltre alla maglia ocra di vincitrice assoluta, per la 30enne di Pennrith, hinterland di Sydney, è arrivata anche la maglia a pois nera di miglior scalatrice.
Seconda nella generale chiude Lauren Stephens, compagna d’avventura di Spratt nell’impresa di ieri, che conferma così una forte predisposizione per le corse a tappe (ottavo podio in una classifica generale considerando solo il calendario Uci), mentre terza Katrin Garfoot, che dopo il successo nell’arrivo in salita di Mengler’s Hill sembrava aver ipotecato la corsa, confermando comunque l’eccellente stato di forma palesato ai campionati nazionali. L’australiana d’origine tedesca si è inoltre assicurata la maglia verde della classifica a punti, che ha difeso strenuamente anche nel criterium di oggi, andando a sprintare e a vincere ai tre traguardi volanti.
Dietro di loro in classifica seguono Lucy Kennedy, tra le più brillanti in salita, Grace Brown, che si conferma rivelazione principale dell’estate australiana, un’Annemiek Van Vleuten che ha in maniera evidente interpretato la corsa soprattutto in appoggio alle compagne, la neo-campionessa nazionale Shannon Malseed, la 35enne neozelandese Kate McIlroy (la cui straordinaria biografia sportiva abbiamo raccontato un paio di giorni fa), l’altra neozelandese Grace Anderson, 19enne e maglia bianca di miglior giovane, e la britannica Emma Grant, da qualche anno attiva soprattutto negli Stati Uniti.
La migliore italiana della generale è stata Erica Magnaldi (BePink), 21^ a 3’29”. Per la piemontese, alla prima esperienza in carriera in una gara extra-europea, un risultato senza dubbio incoraggiante.
L’ultima tappa, disputata su un circuito cittadino di 2,3 km con quattro curve, a forma di trapezio, ha avuto come atteso finale in volata. I 46 km di gara si erano aperti con il doveroso ed emozionante omaggio a Carlee Taylor, all’ultima corsa di una bella carriera. La prima delle 20 tornate è così stata un giro in suo onore. Dopo di che è iniziato l’agonismo: ritmo frenetico, ma nessun vero attacco. Garfoot va a vincere il primo traguardo volate e poi si impone anche nel secondo. Proprio qui avviene la maxi-caduta che coinvolge molte atlete, tra cui anche Spratt riporta solo guai meccanici e riesce a ripartire, rientrando dopo un paio di giri in gruppo. Chi riporta conseguenze peggiori è Barbara Guarischi: per la velocista lecchese abrasioni multiple e soprattutto l’impossibilità di competere su un arrivo che sarebbe stato adattissimo alle sue caratteristiche.
Garfoot vince anche il terzo sprint intermedio, poi Mitchelton (per la classifica) e Alé Cipollini (per la tappa) si mettono a fare il ritmo ed è impossibile qualsiasi attacco. Sprint dunque nel quale la più veloce è Chloe Hosking che così va a centrare la prima vittoria del 2018, 24^ complessiva nel calendario internazionale. Può festeggiare anche il team guidato da Fortunato Lacquaniti, che si è meritato il primo successo dell’anno con una perfetta gestione del finale. La 27enne di Bendigo era rimasta un po’ indietro nella volata della prima tappa, ma poi aveva palesato ottime gambe anche in salita nelle precedenti frazioni.
Alle sue spalle, dietro di una lunghezza, Giorgia Bronzini ha colto la seconda piazza d’onore in questo Tour Down Under, confermandosi in una forma già buona. Tra l’altro la piacentina è l’unica europea ad essere salita sul podio nelle quattro tappe della prova australiana. In terza posizione si piazza la vincitrice della prima frazione, Nettie Edmondson, seguita dalla britannica Abigail Van Twisk e da Maria Vittoria Sperotto, che con il quinto posto conferma le belle sensazioni date nella prima tappa. A completare la top ten sono la norvegese Moberg, la serba Eric, l’australiana Roy, la canadese Jackson e la cubana Meijas.
Concluso il Tour Down Under, adesso la maggior parte delle squadre resteranno in Oceania ad allenarsi in attesa dell’ultimo importante appuntamento dell’estate australe, la Cadel Evans Great Ocean Race in programma il 27 gennaio, nella quale lo scorso anno Annemiek Van Vleuten fece risuonale il primo squillo del suo fantastico 2017.
(foto da profilo Twitter Tour Down Under)