Venezia – Lucca Quella del Taliercio era la partita clou della giornata e non ha tradito le attese. É stato un incontro interessante e di buon livello, uno dei migliori tra quelli visti fin qui in campionato, forse assieme a Schio – Venezia. Anche lì era in campo l’Umana Reyer e anche lì alla fine, dopo una partita punto a punto, arrivò la sconfitta per le lagunari, ancora più beffarda di questa al Taliercio. Contando anche i due ko in Eurocup sul filo forse questo è l’ultimo step che manca da compiere alle veneziane, la gestione dei finali clutch quando si affronta una squadra di alto livello. E questo è anche il passo più difficile da compiere forse per una squadra e sarà la chiave per capire se il campionato di Venezia sarà da prime 4 o con qualche ambizione in più. Comunque le indicazioni in generale sono state positive. Ancor migliori ovviamente quelle di Lucca, squadra che viene lodata a grande ragione per la sua intensità e organizzazione difensiva, però la realtà è che le toscane giocano molto bene anche in attacco, leggono sempre molto bene le varie situazioni e in sostanza prendono sempre i tiri giusti, grazie anche a una Francesca Dotto che sta facendo una stagione davvero straordinaria. L’unico dubbio su Lucca rimane quello di inizio anno. Anche ieri contro Venezia, tolto il quintetto e Templari, che continua a dare un ottimo contributo, il resto della panchina tutto assieme ha combinato per 6 minuti e 1 punti. Praticamente Gesam Gas ha giocato in 6 e la panchina corta è una costante da inizio stagione, in totale le giocatrici non partite in quintetto (contandoci anche Templari) fin qui hanno portato alla causa il 23% dei minuti e il 13% dei punti. E, esclusa Cagliari la cui rotazione cortissima è nota, è il dato peggiore di tutta l’A1. Certo, finché le prime cinque giocano a questo livello il problema non sussiste, ma visto oltretutto che il gioco di Lucca è un gioco di grande intensità, la squadra potrà tenere questi ritmi ed evitare qualsiasi infortunio fino a maggio? L’unico dubbio è questo, altrimenti Lucca per il momento è per distacco la principale candidata al ruolo di anti-Schio, anzi, l’attesa è già tanta per vedere quale sarà l’esito dello scontro diretto.
Napoli – Ragusa Questo era lo scontro invece tra le due formazioni che viste le premesse iniziali hanno meno convinto fin qui. Guardando la classifica la nostra asserzione potrebbe sembrare palese per Napoli, molto meno per Ragusa, ma presto daremo la spiegazione. Partiamo prima dalla squadra padrona di casa, arrivata alla quinta sconfitta di fila, alla quale però c’è ben poco da imputare. Il roster è ridotto a 5 giocatrici causa infortuni, il reparto play è azzerato, tanto che a portare palla si alternano Bocchetti e Quinn. Anzi in queste condizioni merita un plauso la Dike per essere rimasta in partita per 30 minuti contro Ragusa. Dicevamo delle siciliane, che erano partite con il ruolo di prima alternativa a Schio, se non addirittura di favorita principale secondo molti osservatori. Il record è senza dubbio molto positivo, 6-1, ma non deve trarre troppo in inganno. Fin qui Ragusa ha avuto infatti un calendario molto semplice, basti dare un dato. I sei successi sono arrivati tutti contro formazioni che al momento hanno un record negativo. L’unica sfida contro una squadra sopra il 50% di vittorie, Umbertide, si è conclusa con una rovinosa sconfitta. Insomma per adesso attorno alle siciliane aleggiano diversi dubbi, emersi anche nell’uscita partenopea. Brunson è stata sovrastata da Achonwa (fatto che era anche prevedibile considerando quanto si era visto in WNBA questa estate, anche se le dinamiche del campionato a stelle e strisce poi non sempre si applicano anche in Europa), Little da quando è arrivata l’altra lunga U.S.A. ha ridotto la sua produzione alla metà, Gorini è rimasta in campo solo 8 minuti senza che ci fossero problemi fisici a fermarla, segno evidente di equilibri del quintetto ancora tutti da trovare. A salvare le bianco-verdi gli 11 punti di Consolini, senza dubbio la migliore, quando ne ha avuto la possibilità, in questo avvio di stagione ragusano, ma c’erano pochi dubbi al riguardo, e i 12 di una Gonzalez entrata molto bene in partita. Per il resto c’è tanto lavoro da fare. Al momento, oltre a Lucca, anche Venezia sembra più avanti, nonostante la classifica la ponga dietro. Il talento delle giocatrici non si discute, ed è tale da poter essere sufficiente per vincere anche quando il gioco si farà più duro. Di certo migliorare la coesione di squadra darà una grande mano quando la strada si farà in salita.
Umbertide La squadra più in forma del momento dopo le due capolista è Umbertide, che sta cavalcando una serie di 3 successi consecutivi iniziata con la splendida prestazione con Ragusa (e anche la domenica prima al Taliercio, Venezia aveva dovuto soffrire abbastanza per portare a casa i due punti). Il dato più eclatante è che dopo 7 giornate la formazione umbra abbia lo stesso record della passata stagione, pur avendo dovuto affrontare un calendario che più complesso era difficile immagine e avendo un roster che, rispetto al 2014/15, è sicuramente più corto e meno note al grande pubblico. Per fortuna, o purtroppo a seconda dei punti di vista, il basket è uno sport decisamente più complesso di questi discorsi aritmetici sulla composizione dell’organico, e quindi anche da una squadra con un’età media molto bassa, con straniere pescate in campionati periferici come Romania e Croazia e non nel grande circuito massmediatico, si possono ottenere buoni risultati, se il roster è costruito secondo logica e se in panchina c’è un coach come Serventi che una volta di più sta dimostrando anche chi siede in panchina fa la differenza esattamente come una grande giocatrice. Una nota positiva per tutto il movimento è poi la continua crescita di Ilaria Milazzo, che al rientro dal tremendo infortunio al ginocchio, è la miglior marcatrice italiana del campionato (e non ha limitato il suo contributo solo alla metà campo offensiva), peccato solo che non tutti stiano notando questa crescita.
Un campionato spaccato in due La sosta per le nazionali completa anche il primo ciclo di campionato e quindi ci consente anche un’iniziale, per quanto provvisoria valutazione generale del livello del torneo. Pare evidente che l’Almo Nature Cup è nettamente spaccate in due, con le prime quattro che stanno disputando un torneo a parte, otto formazioni che stanno giocando tra di loro un torneo estremamente equilibrato, nel quale tutte possono battere tutte, ma che non hanno una chance su 100 di competere con le prime quattro, e poi ci sono un paio di squadre nella terra di mezzo, Umbertide, che nonostante due sconfitte pesanti contro Lucca e Schio, è l’unica tra le “altre” ad essere riuscita a battere una tra le fab four (tra l’altro nettamente) ed è imbattuta contro le compagini della seconda parte della classifica (con un record di 3-0 e uno scarto medio nelle vittorie di quasi 15 punti) e per questioni di classifica dobbiamo inserire San Martino, che comunque ha un record positivo, anche se per le venete si potrebbe applicare un discorso sul calendario simile a quello fatto per Ragusa (e il ko con Cagliari è un brutto bogey, per usare un termine golfistico, nel percorso del campionato). Gli scarti medi forniscono un’immagine abbastanza chiara di questa separazione. Nelle partite contro le altre formazioni infatti si sono imposte con un vantaggio medio superiore ai 25 punti. Come dire che molti match, pur in uno sport imprevedibile per sua natura come il basket, sono già chiusi in partenza. Ovviamente questa è una fotografia alla giornata numero 7 del campionato che quindi rispecchia il presente. Molte cose potranno cambiare, squadre crescere, crollare, Napoli con il rientro delle infortunate assumerà tutta un’altra consistenza, però è indubbio che se a fine campionato si dovesse confermare questo trend delle riflessioni diventeranno non più rinviabili. Le soluzioni? Detto che una riduzione delle squadre è impraticabile, per i costi che avrebbe in termini di perdita di popolarità e visibilità, di cui il movimento in questo momento ha bisogno come il pane, secondo noi l’unico rimedio praticabile nell’immediato, senza entrare nei soliti discorsi di prospettiva che sono belli ma spesso servono solo a spostare la polvere sotto il tappeto, sarebbe quello di ridurre il protezionismo che non ci sembra abbia conseguito nessuno dei risultati che si era prefisso in questi anni, e riaprire a un numero maggiore di straniere. Situazione che tra l’altro, siamo convinti, non sarebbe certo un danno neppure per la crescita delle giovani (cfr. il discorso che facemmo con Cinzia Arioli nella puntata radiofonica di D-Sport numero 20 che potete riascoltare nell’archivio del sito), se ovviamente adottata con criterio. Ci torneremo presto su questo argomento.
Sosta Anche la sosta in sé diventa un argomento. Fermarsi per una settimana, tanto più con molte giocatrici che partono per le nazionali e quindi si trovano a essere immerse in un contesto completamente diverso e spesso a dover viaggiare attraverso l’Europa, è sempre un momento di difficile gestione. Chi sta viaggiando forte rischia di perdere il trend positivo, anche se può lavorare con serenità, chi è in difficoltà di contro ha l’opportunità di fermarsi a riflettere, ma non lo potrà certo fare in una situazione troppo serena. Chissà, magari tutto questo darà luogo a qualche sorpresa alla ripresa. Sarebbe un bene, anche per aumentare ulteriormente l’interesse per il campionato.