Sono stati assegnati i titoli dell’inseguimento dei Mondiali di Hochfilzen 2017. A mettersi l’oro al collo sono stati i due leader della classifica generale Martin Fourcade e Laura Dahlmeier, al termine di due prove altamente spettacolari e concluse con podi di altissimo livello.
Il francese ha conquistato il decimo oro individuale della carriera, ipotecando la vittoria già dopo la prima sessione di tiro, a seguito della quale si è ritrovato in testa da solo. Potendo gestire la gara, ha impostato un ritmo in crescendo sugli sci e ha evitato errori al secondo e terzo poligono, concedendosi solo una penalità sul ventesimo bersaglio, quando però la contesa era ormai chiusa.
La lotta per le altre due medaglie è stata molto intensa. Alla fine l’argento è andato a Johannes Boe, che si era terribilmente complicato la vita con un errore per ciascuno dei primi tre poligoni, prima del 5/5 nell’ultima sessione e di un ultimo giro incisivo che gli ha permesso di confermare l’argento della sprint, che invece era arrivato subendo una rimonta, quella di Doll.
Al terzo posto Ole Einar Bjoerndalen ha conquistato la 45^ medaglia iridata della carriera, stazionando per quasi tutta la gara subito alle spalle di Fourcade, con un solo errore al quarto poligono, e subendo solo nel finale il sorpasso del più giovane dei fratelli Boe. Sulla grandezza del norvegese non serve spendere ulteriori parole, ricordiamo soltanto che, con 43 anni compiuti da 15 giorni, ha aggiornato il record di podio più anziano della storia della Coppa del Mondo che ovviamente gli apparteneva. Tra l’altro l’impressionante palmarès mondiale si era aperto nel 1997 a Osrblie proprio con un bronzo nell’inseguimento.
Shipulin ha chiuso quarto in rimonta, davanti a Moravec, Bailey e Anev, atleti a lungo rimasti in lotta per il podio e che hanno pagato nel finale, per errori all’ultimo poligono o, è il caso dello statunitense, per le difficoltà nel giro conclusivo. Il miglior azzurro è stato Dominik Windisch 25°, con Montello che grazie al 34° posto festeggia i primi punti in Coppa del Mondo della carriera. Bormolini termina invece 48°, mentre Hofer non è partito perché molto affaticato dopo la sprint.
In campo femminile, il bis di Laura Dahlmeier (l’unica capace del back-to-back in due Mondiali consecutivi nella pursuit era stata Magdalena Forsberg) è arrivato dopo una gara di testa della bavarese, che ha sbagliato solo al primo poligono e poi ha gestito alla perfezione la gara, regolando lo sforzo e i tempi di esecuzione per scatenarsi infine nell’ultimo giro.
La prima sessione della gara è stata decisiva in negativo per Koukalova, che ha avuto problemi nello scaricare i colpi e quindi ha perso ritmo, tempo e concentrazione, sbagliando due volte. La vincitrice della sprint si è così trovata coinvolta nella lotta per le medaglie, che dopo il terzo poligono si è ristretta a tre atlete: la suddetta Koukalova, Makarainen e una strepitosa Domracheva.
Proprio la bielorussa, partita dalle retrovie con il 27, è stata autrice di una spettacolare rimonta, trovando il primo 0 in carriera in un inseguimento e conquistando così oltre all’argento anche il primo podio dopo il rientro alle gare. Una rimonta del genere ai Mondiali per centrare la medaglia non si vedeva dai tempi della francese Baverel nel 2000. Koukalova ha conquistato il bronzo, mentre a cedere nella spettacolare lotta tra le tre è stata alla fine Makarainen, che ha mancato un bersaglio al quarto poligono e ha chiuso settima, superata anche dalle rimontanti Starykh, Braisaz e Dorin.
Per l’Italia, anche se il miglior piazzamento è stato quello di Wierer 10^, in buona rimonta nonostante i due errori in piedi che hanno impedito di sognare ancora più in grande, è arrivata una notevolissima prova di squadra: tutte le 4 atlete al via infatti sono arrivate entro le prime 17. Vittozzi ha pagato 3 errori nei primi 3 poligoni, scivolando 14^, mentre Runggaldier è stata autrice di una gara superlativa: partita 43^, ha centrato lo 0 e rimontato fino alla 15^ posizione, perdendo tra l’altro del tempo prezioso nell’ultimo giro a causa di una caduta. 17^ ha chiuso invece Federica Sanfilippo, vittima tra l’altro di un curioso contrattempo: avendo sbagliato a contare i giri di penalità, ne ha percorso uno in più. Senza questa concessione alle avversarie, avrebbe chiuso a ridosso della top ten.
(foto da biathlonworld.com)