Lo spunto di Annemiek Van Vleuten nella Cadel Evans Great Ocean Race

È stata una corsa davvero bellissima, non solo per la spettacolarità dei paesaggi ma soprattutto per i contenuti tecnici che le atlete hanno offerto nei 113 km di gara della seconda edizione della Cadel Evans Great Ocean Road Race a Geelong. La vittoria alla fine è andata ad Annemiek Van Vleuten, un successo inaspettato perché nel piano-gara dell’Orica la neerlandese doveva in primo luogo lavorare per le compagne. Missione compiuta comunque per la compagine australiana, che ha completato il filotto con i due campionati nazionali e il Santos Women’s Tour in questo avvio di stagione sul suolo patrio, mentre per la neerlandese arriva con la 34^ vittoria in carriera nel calendario internazionale la conferma di quanto utile sia stata la preparazione svolta per la prima volta in carriera al caldo australe e una candidatura già presentata per essere protagonista nelle classiche di primavera.

Van Vleuten era stata anche la prima ad attaccare dopo appena 5 km di gara. Il passaggio sulla Great Ocean Road a inizio gara non regalava però solo paesaggi mozzafiato, ma anche un forte vento laterale. Iniziava così il festival dei ventagli, e dopo una ventina di km il gruppo esplodeva in vari drappelli, con quello di testa composto da non più di 25 unità. Dopo il traguardo volante vinto da Hosking, tuttavia, un po’ per il calo del vento, un po’ per il ritmo più basso, iniziavano i rientri da dietro.

Provavano a sfruttare il rallentamento Rachele Barbieri ed Ellen Skerrit con un bell’attacco, ma la loro azione veniva rintuzzata dopo 10 km, poco prima del secondo traguardo volante vinto proprio da Van Vleuten. Sul Gpm di Bells Beach invece a scollinare in testa era Ruth Winder, con altre 11 atlete in scia alla statunitense. Ma nessuna di queste portava la maglia della Wiggle High5, così le arancio-nere si sono sobbarcate il compito di chiudere sull’azione.

Dopo il ricongiungimento erano le squadre australiane a tentare di portare via la fuga. Scatti e controscatti, quello buono era di Kristy Glover, che resterà leader solitaria dal km 76 fino al 90, quando ne mancavano 23 all’arrivo. L’annullamento della fuga dell’atleta della Total Rush coincideva con l’inizio della fase decisiva della corsa, i sei strappi che pur non essendo censiti come Gpm si presentavano uno in successione all’altro, brevi ma con pendenze molto arcigne.

E, nonostante il gruppo fosse tornato piuttosto numeroso, le fatiche di inizio gara si facevano sentire tutte, con il plotone a esplodere fin dalle prime rampe di salita. Il primo attacco era firmato da Gracie Elvin, che veniva seguita da Lucy Kennedy, una delle più belle realtà di questa estate australiana, quando mancavano 17 km all’arrivo. 2000 metri più tardi, partiva al loro inseguimento Lisa Brennauer, che però finiva per rimbalzare indietro. L’azione del duo di testa durava così fino ai -11, quando altre dieci atlete rientravano su di loro.

Questo drappello restava insieme non più di un paio di km, il tempo di arrivare allo strappo più duro, posto a 9 km dalla conclusione. Qui si produceva in uno scatto dal sapore antico Emma Pooley. La britannica, che di questa località conserva il gran ricordo del Mondiale a cronometro vinto nel 2010, in gara come ospite nel team Holden, formazione australiana di livello nazionale, levava tutte di ruota con grande facilità, esibendosi in una notevole dimostrazione di potenza. All’inizio della discesa si era già aperto un gap di 15 secondi, mentre al suo inseguimento erano rimaste 5 atlete. A 6 km dalla conclusione, però, la sfortuna ferma Janneke Ensing. La portacolori dell’Alé Cipollini, apparsa fin lì molto pimpante, veniva fermata da un problema meccanico e deve così abbandonare le speranze di gloria.

All’inseguimento restavano così in 4: Van Vleuten, Kennedy, Winder e Hagiwara. Pooley sembrava davvero accarezzare la speranza di farcela, ma il forcing dell’atleta australiana sull’ultimo strappo, posto a 2 km dalla conclusione, portava al ricongiungimento del gruppo di testa. Dopo la discesa, c’era tempo solo di impostare la volata. Winder provava l’anticipo, ma Van Vleuten era nettamente la più veloce e si imponeva con evidente margine sulla statunitense della UnitedHealthCare. Completava il podio Mayuko Hagiwara, per il primo piazzamento nelle tre alla Wiggle nel 2017 (buone notizie anche per la nipponica, che fuori dal GIappone non aveva mai centrato in tutto il 2016 un risultato di questo livello). Quarta e quinta posizione per le ottime Kennedy e Pooley, mentre con un bell’attacco nel finale Susanna Zorzi riusciva ad anticipare il gruppo inseguitore per centrare il sesto posto in solitaria. Un’altra bella prova per l’atleta veneta, che ha regalato belle sensazioni in tutte le gare di questo primo scorcio di 2017 australiano. Dietro all’italiana della Drops, la volata del gruppo principale coinvolgeva i grandi nomi dello sprint, con Kirsten Wild che a 48 ore di distanza batteva ancora una volta Chloe Hosking, stavolta in uno sprint valido solo per il settimo posto però. Piazzamento nelle 10 anche per l’ex iridata junior Chloe Dygert e per Gracie Elvin.

(foto da profilo Twitter Cadel Road Race)