Dal 2016 una rivoluzione copernicana interesserà il mondo del ciclismo femminile. Addio alla Coppa del Mondo, anche per le ragazze entrerà in vigore il sistema del World Tour, che però sarà regolato da norme differenti rispetto a quelle della controparte maschile. Considerando anche che in giro si sono lette varie imprecisioni al riguardo, cominciamo oggi un viaggio all’interno di questa riforma che segnerà senza dubbio i prossimi anni del movimento. Cominciamo oggi con l’analizzare i cambiamenti relative alle corse, il nuovo calendario, i criteri di partecipazione e per finire i nuovi obblighi per gli organizzatori.
Il più evidente dei cambiamenti è l’apertura del calendario anche alle corse a tappe, aumentando così il numero totale di giorni di corsa fino a 35. La base di partenza è stata ovviamente la vecchia Coppa del Mondo, della quale sono stati confermati tutti gli eventi ad eccezione dello Sparkassen Giro di Bochum, mentre il Tour of Chongming Island si è fuso con la gara a tappe che lo precedeva di qualche giorno per formare un’unica corsa. C’è stata quindi l’aggiunta di nove nuove gare, le più importanti del circuito internazionale. Andiamo ad elencarle, con la data relativa alla stagione 2016:
- Strade Bianche (Ita) 5 marzo
- Women’s World Tour Ronde van Drenthe (Ned) 12 marzo
- Trofeo Alfredo Binda – Cittiglio (Ita) 20 marzo
- Gent-Wevelgem (Bel) 27 marzo
- Ronde van Vlaanderen (Bel) 3 aprile
- La Flèche Wallonne (Bel) 20 aprile
- Tour of Chongming Island (Chn) dal 6 all’8 maggio
- Amgen Tour of California (Usa) dal 19 al 22 maggio
- Philadelphia Classic (Usa) 5 giugno
- Aviva Womens Tour (Gbr) dal 15 al 19 giugno
- Giro d’Italia (Ita) dal 1 al 10 luglio
- La Course by Le Tour de France (Fra) 24 luglio
- Prudential Ride London (Gbr) 30 luglio
- Crescent Vargarda UCI Women’s World Tour (Swe) 19 agosto
- Crescent Vargarda UCI Women’s Wordl Tour – cronosquadre (Swe) 21 agosto
- Gp de Plouay – Bretagne (Fra) 27 agosto
- La Madrid Challenge by La Vuelta (Esp) 11 settembre
35 sono come detto i giorni di gara complessivi, ben 12 dei quali in Italia. Si corre anche nei Paesi Bassi, in Belgio, in Cina, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Francia, in Svezia e in Spagna. Insomma, pur senza avere un calendario afflitto dal gigantismo che probabilmente è uno dei limiti del circuito maschile, si riesce a toccare tre continenti e tutte le più importanti nazioni (tranne forse la Germania) del panorama. E non manca praticamente nessuna, al di là di eventuali gusti personali, delle gare più importanti per tradizione, per percorso o, inutile nasconderlo, per l’aspetto mediatico ed economico.
En passant, tra l’altro, notiamo come l’introduzione del World Tour abbia portato anche a nuovi limiti nei chilometraggi per le gare a tappe. La lunghezza massima consentita per ogni frazione è stata portata a 140 km con la distanza media salita a 120. Per le cronometro individuali il tetto sale a 40 km e per quelle a squadre a 50.
Passiamo ai criteri di partecipazione, che poi sono l’aspetto più interessante. Il punto focale, che poi è una delle grandi differenze rispetto al World Tour maschile, è che le squadre che rispettano i requisiti hanno il diritto ma NON il dovere di prendere parte alle prove della challenge. Quindi tutti i discorsi relativi a lamentele per trasferte troppo lunghe che avrebbero penalizzato alcune squadre di cui si è letto in questi giorni non hanno ragione di sussistere: se una formazione ritiene troppo oneroso e svantaggioso un viaggio può semplicemente declinare l’invito degli organizzatori.
Chiarito questo punto che è fondamentale, passiamo ai criteri di selezione dei team. A inizio stagione (entro il 10 gennaio come limite massimo) l’UCI provvederà a stilare una classifica dei team registrati nella categoria UCI Women sulla base di criteri sportivi sulla base del roster della squadra. Le prime 20 società di questa graduatoria hanno il diritto di partecipare alle prove di un giorno, mentre per le gare a tappe il campo si restringe alle prime 15. In caso di risposta favorevole all’invito, gli organizzatori non possono in alcun modo rifiutare la partecipazione a queste squadre. Per gli organizzatori stessi rimane aperta la possibilità di distribuire inviti ad altre formazioni per ampliare il campo partenti. In questo caso possono essere presi in considerazione soltanto gli altri UCI Women’s Team oppure selezioni nazionali direttamente espressione della federazione.
Chiudiamo questa prima puntata dell’analisi della riforma dando un’occhiata ai nuovi obblighi richiesti agli organizzatori. Come si vedrà, l’UCI ha puntato molto sulla necessità che gli eventi inseriti nel calendario siano in grado di garantire un’importante visibilità al movimento. Tralasciamo questioni più tecniche come tasse d’iscrizione e obblighi nei confronti dei team che interessano gli addetti ai lavori ma non certo il pubblico. Il montepremi minimo è stato portato a 513o euro per le gare in linea, mentre per quelle a tappe è di 2565 euro per ogni giorni di gara.
Ma come dicevamo è l’aspetto mediatico quello sul quale la riforma ha posto maggiore attenzione. Ogni gara dovrà essere trasmessa in diretta (TV o streaming) o qualora non fosse possibile dovrà quantomeno garantire entro poche ore dalla conclusione la produzione di una sintesi di 56 minuti (per la quale tra l’altro sia da un punto di vista tecnico che produttivo l’UCI pone degli standard abbastanza fissi per garantire uniformità). Grossa attenzione anche al settore social, anche se qui in realtà le richieste sono piuttosto standard, avere un sito internet multilingue e essere presenti sui social network, in particolare Facebook e Twitter, sul quale si cercherà di creare hashtag dedicati a ogni prova e si dovrà in particolar modo curare la diretta scritta della prova. Insomma niente di più di quello che ogni organizzatore già solitamente fa nel settore web.
Per chiudere, cosa si deve fare se si volesse far entrare la propria corsa nel World Tour? Intanto si deve organizzare una gara che sia già nel calendario a livello .1 e proporre una data che non collida con altri eventi World Tour o anche .1 (soluzione che risolve le concomitanze che invece sono uno dei problemi del circuito maschile). Dopo di che si deve soddisfare i requisiti sopra esposti mediaticamente, si devono saldare alcuni obblighi economici verso l’UCI e infine sperare che l’Unione Ciclistica ritenga la gara meritevole del massimo livello, non solo secondo ragionamenti sportivi, ma anche geopolitici e di organizzazione del calendario e delle trasferte per le squadre.
1 – Continua