Giornata di importanti presentazioni questo 30 novembre 2017. Sono infatti stati annunciati ufficialmente i percorsi di due delle più attese classiche di primavera del circuito World Tour, le Strade Bianche, che saranno ancora la prova inaugurale del massimo circuito mondiale, e il Giro delle Fiandre, gara tra le più iconiche del calendario che non necessita certo di presentazioni.
Prima di entrare nei dettagli, salta all’occhio come entrambe le classiche abbiano aumentato il proprio chilometraggio, una tendenza che caratterizzerà un po’ tutta la stagione 2017, a seguito anche delle modifiche regolamentari che hanno portato la lunghezza massima delle prove World Tour da 140 a 160 km. Contenuto l’allungamento della corsa senese, che passa da 121 a 127 km, importante invece quello della gara fiamminga, che arriva a toccare i 153 km, distanza pressoché inesplorata fin qui nella storia del ciclismo femminile.
Il tracciato 2017 delle Strade Bianche presenta 8 tratti in sterrato, uno in più del 2016, ma soprattutto fa registrare un consistente aumento dei chilometri su fondo non asfaltato, che passano da 21 a 30,5. La partenza è fissata, così come quest’anno, dalla Fortezza Medicea in zona stadio, così come restano identici i primi chilometri, 11,2 in asfalto per uscire da Siena e i 2,1 del primo settore sterrato, un lungo rettilineo tutto in costante ascesa, alla cui uscita troviamo la prima significativa discrepanza rispetto al 2016. Invece di andare ad affrontare la salita pedalabile del Passo del Rospatoio, infatti, le atlete dopo soli 4 km attaccheranno il secondo tratto sterrato, 4,7 km, quasi tutti in salita con pendenze spesso superiori al 10%. A Radi inizia quindi il terzo tratto sterrato, anche questo una novità rispetto al 2016, ma non un inedito, visto che si tratta della parte conclusiva di un settore che ha caratterizzato per anni le prime edizioni della corsa maschile. Si arriva quindi al quarto tratto sterrato (era il secondo fino a quest’anno), quello che termina a Buonconvento, 5,5 km, il più facile altimetricamente, ma a suo modo storico visto che è stato affrontato in tutte le edizioni della prova senese.
Questi i primi 45,8 km, in comune con il tracciato maschile, rispetto al quale qui ci sarà la biforcazione. Le atlete infatti punteranno verso il rifornimento fisso di Ponte d’Arbia (km 50), quindi entreranno nel quinto settore, il più lungo della corsa, 9,5 km a San Martino in Grania, quasi tutti in salita. Usciti da questo tratto, la corsa entra in una fase, almeno sulla carta, interlocutoria. 40 km tutti in asfalto, con la novità del passaggio a Castelnuovo Berardenga (dove si affrontano 300 m in sterrato, non conteggiati tra i settori ufficiali, prima di arrivare a Montaperti, dove mancheranno 25 km all’arrivo e dove inizia il finale classico. Si ritrova lo sterrato a Vico d’Arbia, sono solo 800 metri, ma tutti in salita con pendenze ben oltre la doppia cifra, poi si deve affrontare Colle Pinzuto (2,4 km di sterrato, con pendenze fino al 15%) e infine, come da tradizione, l’ultimo settore è quello delle Tolfe, 1,1 km, con in sequenza una ripida discesa e poi la salita che arriva a toccare il 18%. Ritrovato l’asfalto mancano 11 km all’arrivo, nei quali si devono percorrere i saliscendi della periferia senese per arrivare quindi alla Porta di Fontebranda, dove iniziano gli ultimi 900 m tutti in lastricato. Lo strappo che introduce al centro storico di Siena raggiunge il 16% e termina ai 500 m, con l’arrivo suggestivo in Piazza del Campo e la necessità di anticipare un’eventuale volata, visto che negli ultimi 200 m diventa pressoché impossibile superare.
Anche per il Giro delle Fiandre è confermata la partenza da Oudenaarde (mentre per gli uomini la novità epocale è l’abbandono della piazza del mercato di Brugge dopo 18 anni per spostarsi ad Anversa), ma quello che spicca nel nuovo percorso è il ritorno del Muur, assente dal 2011, che sarà uno dei 12 muri sui quali si deciderà la prova. I primi 50 km sono in sostanza un largo anello attorno alla città di partenza e arrivo, lungo i quali le maggiori insidie saranno quelle classiche del Belgio, strade strette e tortuose, ma soprattutto tre settori di pavé: Lange Munte (2,4 km), Lippenhovestraat (1,3 km) e Paddestraat (1,5 km). Appena uscite dal secondo attraversamento di Oudenaarde, le atlete dovranno affrontare il primo muro, l’Achterberg (1,5 km – asfalto – media 4,3% – max 11%), poco più di un antipasto visto quello che riservano i 97 km mancanti al traguardo.
Sei km dopo è in programma la seconda ascesa, l’Eikenberg (1,2 km – pavé – media 5,2% – max 10%), un muro importante anche perché inaugura una sezione di percorso che non lascerà respiro alle atlete. Senza soluzione di continuità segue infatti il Wolvenberg (0,65 km – asfalto – media 7.9% – max 17,3%), dopo il quale arrivano due tratti pianeggianti di pavé, l’Holleweg (1,5 km) e l’Haaghoek (2 km), all’uscita dei quali si svolta subito a sinistra per scalare il Leberg (0,95 km – media 4,2% – max 13,8%), seguito 3 km dopo dal Berendries (0,94 km – asfalto – media 7% – max 12,3%) e dal Tenbosse (0,45 km – asfalto – media 6,9% – max 8,7%).
Scalati così 6 dei 12 muri previsti, mancano ancora 70 km alla conclusione. I dieci successivi consentiranno finalmente di tirare un po’ il fiato, fino a che non si raggiungerà Geraardsbergen, per il punto più suggestivo della corsa, la scalata al Muur (1,1 km – pavé – media 9,3% – max 20%). In cima, di fronte alla Cappella della Nostra Signora del Monte Vecchio mancheranno poco meno di 60 km al traguardo. Probabilmente presto per una mossa decisiva, ma non per selezionale il gruppetto di chi si giocherà la vittoria. Anche perché per i successivi 18 km la strada sarà pianeggiante e porterà addirittura le atlete a un clamoroso sconfinamento in Vallonia. Proprio nei pochi chilometri in terra francofona si incontra il muro numero 8, la salita de la Houppe (2,8 km – asfalto – media 3,3% – max 8,5%). Rientrati nelle Fiandre, si trova subito la nona asperità, il Kanarieberg (1 km – asfalto – media 7,7% – max 14%) a partire dal quale il tracciato ricalca in pratica quello del 2016.
Il finale infatti è quello che è diventato tradizionale a partire dal 2012. A 26,5 km dalla conclusione è posto il decimo muro, il Kruisberg/Hotond (km 2,5 – asfalto – media 5% – max 9%). Quindi a decidere la corsa sarà l’accoppiata classica, quella formata da Oude Kwaremont (2,2 km – asfalto/pavé – media 4% – max 11,6%) e Paterberg (0,36 km – pavé – media 12,9% – max 20,3%). Dalla vetta mancano 13 km all’arrivo, ma l’esperienza insegna che un vantaggio anche poco cospicuo è quasi sempre sufficiente alla testa della corsa per raggiungere il traguardo. Poi, sul rettilineo finale, tutto in leggera salita, di Oudenaarde sarà il momento della festa oppure della volata.
Gli appuntamenti sono dunque fissati per sabato 4 marzo con le Strade Bianche e per domenica 2 aprile con il Giro delle Fiandre, per scoprire chi sarà a succedere a Lizzie Armitsted che la scorsa primavera, in maglia iridata, seppe centrare una fantastica doppietta.