Nella foto: Evelyn Stevens in azione a crono (dalla pagina Facebook Boels – Dolmans)
Sarebbe banale iniziare dicendo che non c’è due senza tre, anche perché davvero nulla di ovvio e scontato c’è in quello che ha fatto Evelyn Stevens, che dopo aver trionfato sui due arrivi in salita, si è imposta anche nella cronometro di Varazze, completando così la sua personale tripletta.
Per la primatista dell’ora una vittoria all’insegna del numero 5, visto che si tratta sia del quinto successo di tappa complessivo al Giro, sia della quinta vittoria in assoluto a cronometro, la prima tra l’altro in Europa dopo due campionati statunitensi, uno panamericano e la prova contro il tempo che fino al 2015 si disputava come corsa a sé in corrispondenza del Tour of California maschile. Della sua abilità nella specialità d’altronde erano già una misura evidente le due medaglie conquistate ai Mondiali, argento a Valkenburg e bronzo a Ponferrada, se a questo si aggiunge lo stato di forma straordinario di questa settimana e un percorso, sui 21,9 km con partenza da Albisola Superiore, particolarmente adatto alle sue caratteristiche, con una prima parte piuttosto dura, fino al passaggio da Stella, in un giorno particolarmente significativo tra l’altro visto che proprio oggi sono 38 anni esatti dall’elezione a Presidente della Repubblica di Sandro Pertini, che della località savonese era originario.
La vittoria di Stevens è arrivata solo al termine di una sfida a tre entusiasmante, condotta sul filo dei secondi o addirittura dei decimi. Facendo fermare il cronometro sul tempo di 36’21”64 (a una media di poco superiore ai 36 km/h, a testimonianza della difficoltà del tracciato), la statunitense infatti ha preceduto di appena 3”42 Anna Van der Breggen, che a sua volta si è piazzata davanti a Elisa Longo Borghini per questione di 7 decimi.
Per la neerlandese, che lo scorso anno proprio nella crono vinse il Giro grazie a una prestazione superlativa, arriva la conferma di una condizione in netto miglioramento rispetto alle prime tappe e soprattutto la conquista del podio virtuale in classifica generale. Per Longo Borghini, vestita con il tricolore conquistato a Romanengo 20 giorni fa, l’ennesima conferma di grande forma, d’altronde una crono su un tale percorso non può mentire, con una delle migliori crono della carriera in gare internazionali, già solo come piazzamento, ma soprattutto per il contesto di gara, il livello delle rivali e l’esiguo distacco accusato.
In quarta posizione si piazza la maglia rosa Megan Guarnier, che con una solida prova limita a 29 secondi il ritardo dalla compagna di squadra e quindi difende agevolmente le insegne del primato. Anzi, la Boels, nel giorno del ritiro di Armitstead (che proprio come nella crono del 2015 non è partita) rafforza la propria leadership su questo Giro, visto che adesso la prima inseguitrice della campionessa degli Stati Uniti è proprio Stevens con 34 secondi di ritardo, mentre sul terzo gradino del podio, come già accennato, sale colei che dal 2017 vestirà la maglia viola-arancio della formazione neerlandese, ossia Anna Van der Breggen.
Mara Abbott invece ha disputato una crono discreta, ma leggermente al di sotto dei suoi migliori standard, finendo 12^ di giornata a 1’49” dalla vincitrice e adesso nella generale è quarta a 2’07”. Cedono terreno rispetto alla lotta per il terzo posto finale anche Häusler e Guderzo, rispettivamente 14^ a 1’56” e 10^ a 1’45”.
La quinta posizione di tappa è andata a Niewiadoma, ormai sicura della maglia bianca, a 37” da Stevens, seguono Canuel (6^ a 1’03”) anche oggi ottima protagonista e Doris Schweizer (7^ a 1’31”) che dopo le difficoltà nel tappone di ieri, si dimostra di nuovo competitiva, confermando la bella impressione fatta sul Mortirolo. La vincitrice del prologo Kirchmann conclude ottava, stessa posizone che occupa adesso nella generale, in un Giro che l’ha consacrata definitivamente come ciclista completa di livello internazionale e non più solamente come ottima velocista. L’iridata del cross De Jong e la citata Guderzo chiudono la top ten. In casa Italia va menzionata anche l’ottima prestazione di Alice Arzuffi, che continua il suo splendido Giro con il 16° posto a 2’02”. Molto bene ancora anche Cecchini, 18^ davanti a una specialista come Valsecchi. Tra le migliori della generale, quella che accusa il maggior ritardo è Tuhai 31^ a 3’03”, la giovane bielorussa della BePink comunque, dopo un’ottima due giorni in alta montagna, difende la sua posizione meritatissima tra le prime 10.
Ora ad attendere il gruppo c’è un altro lunghissimo trasferimento per ritornare in Lombardia, poi finalmente dopo 3 giorni durissimi ci sarà una tappa in cui si potrà almeno parzialmente tirare il fiato. Tra Rescaldina e Legnano, infatti, torneranno in scena le ruote veloci e sarà interessante verificare se e come le fatiche in montagna e l’accumulo di acido lattico avranno in qualche modo variato i rapporti di forza visti tra le sprinter nelle prime due uscite. Per le atlete di classifica il pericolo maggiore saranno gli ultimi chilometri estremamente tortuosi nella città della battaglia che rese immortale la figura di Alberto da Giussano. Attenzione quindi al rischio cadute e soprattutto a buchi che si potrebbero pagare nella generale.