Era la favorita assoluta e non ha tradito le attese. Evie Richards ha conquistato in solitaria a Valkenburg il secondo mondiale della carriera nella categoria under 23, dopo quello di Zolder nel 2016. Ma se allora fu una sorpresa, l’epifania di un grandissimo talento che uscì praticamente per la prima volta in quell’occasione a gareggiare fuori dalla Gran Bretagna, stavolta si trattava dell’epilogo più atteso da tutti.
La 20enne del Worchestershire infatti era reduce da un inverno di altissimo livello, nobilitato dalla fantastica vittoria in Coppa del Mondo nella tappa di Namur e dal podio conquistato sei giorni fa a Hoogerheide. Era talmente tanta l’attesa nei suoi confronti che in Gran Bretagna in molto avrebbero sperato di vederla optare per la gara élite già da quest’anno.
Invece Richards ha scelto di correre nella categoria naturale per la sua età e la scelta si è rivelata vincente, avendo fruttato una maglia iridata conquistata con grandissima autorità, su un tracciato già duro di suo e reso difficilissimo dal pesante fango che lo ricopriva praticamente nella sua interezza. Allo sparo, la più veloce a scattare è stata la statunitense Emma White che si è portata in testa sfruttando anche una leggera scivolata della britannica, che tuttavia non ha impiegato molto prima di riprendere il comando delle operazioni.
Per qualche minuto le ha fatto compagnia la neerlandese Ceylin Alvarado, reduce da un’eccellente prestazione a Hoogerheide, dove fu nona, poi però Richards ha iniziato a guadagnare e in breve ha aperto un gap che si è rivelato incolmabile per tutti. Il tempo sul primo giro, superiore ai 12 minuti, dà la misura delle difficoltà che le atlete hanno dovuto affrontare sul durissimo circuito, tanto che la gara alla fine si disputerà su tre tornate.
Al primo passaggio il vantaggio di Richards era già di 21 secondi. Al suo inseguimento era emersa Harriet Harned, non solo connazionale ma addirittura concittadina della battistrada, autrice di una prova davvero eccezionale, considerando che si tratta di una sedicenne.
La lotta era ormai per il secondo posto, neanche un problema meccanico alla catena in avvio di terzo e ultimo giro era riuscito a fermare Richards che veleggiava sempre con un margine superiore ai 30 secondi. Per le altre due piazze del podio, invece, nel corso della tornata conclusiva Harned veniva scavalcata da Alvarado, che chiuderà seconda a 38”, e da Nadja Heigl, che regala all’Austria una storica prima medaglia. Mai il paese alpino era salito sul podio in nessuna categoria del Mondiale di ciclocross.
La quinta posizione, a 1’40” dalla vincitrice, va alla neerlandese Nagengast che in volata supera un’ottima Sara Casasola, sesta dopo una gara tutta in rimonta. Settima conclude Emma White, davanti a Riberolle, Safarova e Verdonschot. Alle porte della top-10 si è piazzata Francesca Baroni, 11^ e autrice anche lei di un’ottima prova, così come valorosa è stata la gara di Silvia Persico, 13^ ma dopo una caduta e un incidente meccanico che nel primo giro le hanno fatto perdere tantissimo terreno. Bene anche Rebecca Gariboldi 15^, chiude 19^ invece la campionessa europea Chiara Teocchi, che ha trovato un terreno particolarmente inadatto alle sue caratteristiche.
Quello di Richards è stato il secondo oro britannico della rassegna, perché la Union Jack aveva già garrito al vento dopo la gara degli uomini junior per merito del successo di Ben Tulett, che succede così nell’albo d’oro al connazionale Pidcock. Le altre medaglie sono andate al ceco Tomas Kopecky e al neerlandese Ryan Kamp.
(foto da sito Federciclismo)