Nettie Edmondson deve avere una predilezione particolare per la zona di Geraardsbegen e per le strade di quell’area. Dopo aver vinto nel 2013 nella città del Muur una tappa al Giro del Belgio, infatti, la 25enne australiana ha centrato oggi nella vicina Gooik la quarta vittoria in carriera nel calendario Uci, trionfando nella Pajot Hills Classic, corsa che come punto focale presentava proprio quello che i francofoni chiamano Grammont.
Per la portacolori della Wiggle High5 si tratta probabilmente del più significativo successo conseguito su strada perché è il primo che arriva dopo la decisione di passare dalla pista all’asfalto presa questo inverno. La due volte iridata a St.Quentin-en-Yvelines nel quartetto e nell’omnium nel 2015 ci ha messo pochissimo dunque a prendere le misure con la nuova realtà. Non che ci fossero troppi dubbi in realtà visti i risultati ottenuti negli ultimi anno, pur dedicandosi solo part-time alla strada, ma di certo è significativo imporsi in una gara come questa dove le difficoltà tecniche e tattiche tra muri, pavé e ostacoli stradali sono notevoli.
Edmondson succede nell’albo d’oro a Marianne Vos e ha preceduto in una volata ristretta sul traguardo in leggera salita di Gooik Barbara Guarischi. Per la lecchese della Canyon si tratta del primo podio del 2017 e di un risultato di notevole livello su un percorso molto duro, che certifica la continua crescita della 26enne velocista lombarda. Un’altra azzurra completa il podio, è Ilaria Sanguineti. La 22enne ligure con un notevole spunto ha centrato il primo podio in carriera in una classica del nord, il sesto complessivo in gare di livello internazionale, precedendo una velocista di rango come la francese Roxane Fournier. Quinta piazza per la danese Christina Siggaard, al miglior piazzamento della stagione dopo essere partita bene nelle primissime uscite dell’anno a fine febbraio e venire poi rallentata da un malanno. Cromwell, Pieters, Radotic, l’iridata Dideriksen e Gutierrez, sempre più continua nel piazzarsi tra le migliori, completano le prime dieci. Da segnalare tra le italiane anche il 14° posto di Anna Stricker, molto attiva per tutta la corsa.
Percorso particolare per la prova belga, con un circuito locale (caratterizzato da un tratto di pavé) da ripetere 3 volte, una in partenza e due nel finale, dopo aver affrontato un tratto in linea di 56 km comprendente sei muri, tra cui il mitico Muur. Nei primi 22 km c’è stato molto movimento, ma da segnalare solo cadute e incidenti sul pavé. Il traguardo volante in corrispondenza del primo passaggio sulla linea d’arrivo premia la belga Jessy Druyts (Sport Vlaanderen), davanti alla giovane neerlandese Nicole Steigenga (Swabo) e a Marjolein Van’t Geloof (Van Arckel). La selezione arriva quando il gruppo inizia ad affrontare le salite. Sul Groenstraat scollina in testa Anna Stricker (BTC City), che precede Jackson e Sachet. A far esplodere il plotone è il passaggio sull’accoppiata Muur – Bosberg. Garfoot fa l’andatura, vincendo entrambi i Gpm. Allo scollinamento alla Cappella il gruppo di testa è forte di 30 unità, mentre dal secondo muro emergono al comando in 5: assieme alla campionessa d’Australia, in testa ci sono Moolman, Majerus, Lichtenberg e Hannah Barnes.
Tornano ad essere una trentina al comando prima della quarta ascesa, il Congoberg, ed è ancora Stricker a passare in vetta davanti a Lichtenberg e Pieters. Sullo Schavalieberg Garfoot prende altri punti per il Gpm davanti a Majerus e Barnes, ma non accade nulla di particolare. Quando il gruppo torna a passare da Gooik (con Druyts che vince il secondo T.V. davanti a Jasinska e alla campionessa portoghese Reis), è così forte di circa 80 unità, in virtù dei rientri da dietro.
Il primo giro fa un po’ di selezione nel tratto in pavé, ma senza azioni significative. Si arriva così al suono della campana (con ancora Druyts in testa al passaggio su Cromwell e Garfoot) con il gruppo compatto. Negli ultimi 20 km la prima a provarci è Jip van den Bos (Boels), che inaugura una lunga serie di scatti e controscatti. Il più importante è quello di Karol-Ann Canuel (Boels) e Sabrina Stultiens. Le due guadagnano una dozzina di secondi, ma il gruppo chiude il gap nell’ultimo tratto di pavé. Negli ultimi chilometri quindi il ritmo è troppo alto per poter fare la differenza e così si arriva alla volata, in cui Edmondson si dimostra nettamente la più forte, vincendo quasi per distacco.
(foto da profilo Twitter Wiggle High5)