Si aprono nel segno della Germania i campionati del mondo di biathlon di Hochfilzen. La formazione tedesca si è infatti imposta nella staffetta mista che ha aperto il programma della rassegna iridata tirolese, centrando il terzo successo nella storia della disciplina, dopo quelli del 2008 e 2010, il primo nell’era post-Neuner, proprio nel giorno in cui la fuoriclasse di Wallgau ha compiuto 30 anni.
A fare la differenza è stato soprattutto Pfeiffer che nella terza frazione ha aperto il gap decisivo, con Hinz che aveva aperto la staffetta, Dahlmeier che aveva cambiato nel gruppo di testa e poi con Schempp che in ultima frazione ha completato senza sbavature il lavoro. A completare il podio sono state altre due delle favorite della vigilia, Francia e Russia, che si sono giocate l’argento in una volata tra Martin Fourcade e Anton Shipulin nella quale è stata evidente anche un po’ di tensione. I transalpini sono stati nelle zone di testa per quasi tutta la gara, cambiando ad appena 3 decimi dalla Germania dopo le frazioni di Chevalier e Dorin, ma hanno pagato il giro di penalità accusato da Fillon Maillet nella terza parte di gara. I russi invece hanno dovuto fare gara di rimonta dopo che Podchufarova, precisa al poligono, era andata in crisi nell’ultimo giro, cambiando a quasi 40 secondi dalle prime. Un’ottima Akimova aveva recuperato, poi dopo una buona frazione di Loginov nonostante tre ricariche, Shipulin aveva completato la rimonta con una prestazione impeccabile al tiro.
L’Italia ha concluso in quarta posizione un’eccellente prova di squadra che ha visto gli azzurri stazionare praticamente dal via fino all’ultimo poligono tra le prime tre. Alla fine resta il rammarico perché probabilmente sarebbe bastata una ricarica in meno per conquistare una medaglia, ma Dominik Windisch poco ha potuto contro Fourcade e Shipulin che si sono espressi entrambi ai massimi livelli. Ottima davvero la prova di Vittozzi al lancio, Wierer ha cambiato nel gruppo di testa in una frazione con tutte le big in pista e poi Hofer ha corso con una grandissima lucidità. Insomma, a parte un po’ di naturale dispiacere per la medaglia di legno i segnali sono stati incoraggianti, nella speranza che si tramutino in risultati importanti nelle prossime gare.
In quinta posizione ha chiuso l’Ucraina che ha rimontato nel finale con Pidruchnyi dopo una gara regolare ma senza particolari acuti, precedendo un’ottima Svezia, la Repubblica Ceca, affossata da ben due giri di penalità accusati da Puskarcikova al lancio, ma con una Koukalova apparsa poi in gran spolvero, e la grande delusione di giornata, la Norvegia solo ottava. Per gli scandinavi termina così la striscia positiva che li voleva sempre sul podio fin dal 2010. Dopo un ottimo lancio di Olsbu però, Eckhoff è stata costretta a girare e nella frazione successiva Johannes Boe l’ha imitata, cancellando di fatto ogni speranza, con Svendsen che ha chiuso la prova senza obiettivi e senza all’apparenza dannarsi troppo. Austria (che ha pagato il giro di penalità di Hartweger) e Finlandia, con gli uomini che sono riusciti a difendere una posizione comunque di prestigio dopo aver ricevuto come sempre il testimone molto avanti da Mäkäräinen, completano la top ten.
La prima frazione vede Lisa Vittozzi grande protagonista. L’azzurra è perfetta al poligono e chiude in testa al cambio in tandem con Olsbu per la Norvegia, con quasi tutte le big molto vicine, ad eccezione di Russia e Ucraina, lontane una trentina di secondi e una Repubblica Ceca affondata da Puskarcikova, costretta a girare ben 2 volte.
Nel primo giro del secondo stint di gara, su Wierer e Eckhoff si riportano da dietro Mäkäräinen, Dahlmeier e Dorin, seppur con qualche difficoltà in più. La transalpina però è l’unica perfetta a un poligono che si rivela estremamente selettivo. Wierer resta in scia con una ricarica, Dahlmeier e Mäkäräinen se la cavano con 2, mentre Eckhoff è costretta a girare.
Nella seconda tornata è così un quartetto a condurre le danze, ma tutte le protagoniste incappano in un doppio errore nella sessione in piedi, con tempi anche piuttosto lenti. Le più rapide a uscire sono Dorin e Wierer, con una manciata di secondi di margine su Dahlmeier. Mäkäräinen invece si prende i suoi tempi e così viene scavalcata da un’Akimova perfetta su entrambe le sessioni e da una come sempre puntuale Magnusson, mentre da dietro anche Koukalova è protagonista di un’ottima frazione che la riporta a 45 secondi dalla testa, lasciando ancora speranze di podio, A metà gara, con Germania, Francia e Italia che cambiano davanti, sono ben 11 le formazioni racchiuse in 50 secondi,
Dal quinto poligono emerge al comando Peiffer, l’unico a non sbagliare, mentre Hofer e Fillon Maillet con una ricarica accusano 11 secondi, mentre Russia e Norvegia non sbagliano. Il poligono determinante è però quello in piedi, dove si assiste a un doppio capolavoro, prima quello di Peiffer e poi quello di Hofer, che si prende qualche secondo per aprire con una grande lettura e non sbaglia, mentre tutti gli altri vanno in crisi. Fillon Maillet e Johannes Boe sono costretti a girare, Loginov deve usare tutte le tre ricariche. Al cambio così la Germania ha 24 secondi sugli azzurri e una cinquantina sul terzetto composto da Francia, Russia e Repubblica Ceca.
Nell’ultima frazione scendono in pista i grossi calibri, con Fourcade e Shipulin per Francia e Russia che iniziano subito a recuperare. Il settimo poligono è interlocutorio, nel senso che nessuno sbaglia. Schempp all’ultimo poligono si può concedere anche una ricarica, mentre Windisch incappa in un doppio errore che gli è fatale. Francia e Russia infatti non sbagliano e si involano a giocarsi argento e bronzo, con scintille nel finale che vede Fourcade precedere Shipulin, arrivando tra l’altro ad appena 2 secondi da Schempp che stava già festeggiando il ritorno all’oro della Germania.
(foto da Twitter IBU World Championships)