L’anno ciclistico si conclude con l’ennesima tragedia che ha colpito il gruppo in un 2016 da questo punto di vista piuttosto maledetto. Dal Canada infatti è arrivata la notizia della morte di Ellen Watters, che non è riuscita a superare le gravissime ferite riportare in un incidente in allenamento lo scorso 23 dicembre. Le sue condizioni erano apparse fin da subito disperate e purtroppo le flebili speranze si sono spente quando è arrivato il comunicato che ha ufficializzato il decesso da parte della Federazione Canadese.
Ellen, 28 anni, si stava allenando sulle strade di casa, nei dintorni di Sussex, New Brunswick, dove la ciclista era rientrata da qualche giorno per trascorrere le festività natalizie, quando è stata investita da un’auto che secondo quanto riportato dalle autorità locali stava procedendo nello stesso senso di marcia dell’atleta canadese. Per aiutare la famiglia, una raccolta di beneficenza on-line in poche ore aveva raggiunto i 12.500 dollari, testimonianza di quanto questa ragazza fosse apprezzata da tutti.
Ellen Watters era reduce da una stagione eccellente, che l’aveva vista imporsi in due delle più importanti gare del calendario nazionale statunitense, il Tour of Battenkill, nei pressi di New York, corsa che presenta caratteristici muri su strada non asfaltata, e il Tour of Somerville, oltre a una kermesse in Belgio in agosto, ma si era messa in luce anche in molte altre occasioni al fianco di una campionessa come Tara Whitten con la maglia della Cyclery Racing, formazione canadese nella quale militava fin dal 2014. Fino a pochi giorni fa era stata impegnata in California in uno stage della nazionale canadese riservato alle atlete emergenti e da qualche tempo risiedeva e si allenata a Ottawa..
Risultati e prestazioni che le erano valse la chiamata della Colavita – Bianchi, formazione statunitense di livello UCI, con la quale lo scorso mese di ottobre aveva firmato il contratto per il 2017, permettendole così di coronare il sogno della sua carriera, che era iniziata in maniera molto simile a quella di molte atlete nordamericane, a un’età che in Europa considereremmo molto avanzata, verso i 20 anni.
La madre infatti era un’appassionata triatleta e aveva coinvolto la figlia nei suoi allenamenti. Ben presto Ellen aveva però iniziato a trascurare le parti di nuoto e corsa per dedicarsi solo alla bici, passando così nel tempo di un paio d’anni al ciclismo e iniziando a mettersi in luce dapprima nelle corse contro il tempo e poi continuando a progredire di anno in anno. D’altronde, visti i pochi anni di attività, i suoi margini di miglioramento erano ancora notevoli: “Mi sembra di imparare cose nuove ad ogni allenamento” aveva dichiarato in una recente intervista ai media canadesi.
Una delle battaglie per le quali si era maggiormente impegnata Ellen negli ultimi tempi era proprio quella per la sicurezza dei ciclisti sulle strade, tema al quale aveva dedicato un lungo post sui suoi profili social qualche tempo fa e non mancava mai di parlarne in pubblico, in particolare sulla necessità di introdurre un obbligo di legge per la distanza minima di un metro tra vetture e ciclisti simile a quello adottato nel 2015 in Ontario. Il modo migliore per ricordarla, una volta che si saranno asciugare le lacrime, sarebbe pertanto quello di dar vita a iniziative concrete su questo tema così importante. Per pensare a questo però ci sarà tempo, in questo momento è ancora troppo forte il dolore. Che la terra le sia lieve.
(nella foto: Ellen Watter sul gradino più alto del podio al Tour of Battenkill – foto Dennis Bruneau dal sito Cyclery Racing)