É stata una tappa ricca di novità e di prime volte quella andata in scena in Baviera, interamente a tecnica classica, che ha regalato indicazioni interessanti, anche qualche cambiamento di scenario, anche i pettorali gialli sono rimasti agli atleti che li indossavano dopo la terza gara di Lenzerheide, anche se con distacchi in classifica ridotti.
La prima prova è stata la sprint in classico, che ha visto due prime volte assolute. In campo femminile si è infatti imposta Sophie Caldwell, statunitense, che ha quindi interrotto la serie interminabile di vittorie norvegesi. È stata una sprint particolare, nella quale si sono notate le dinamiche molto particolari dovute al fatto di essere inserita in un evento multi-stage. Caldwell ha bruciato sulla retta d’arrivo Heidi Weng, ancora una volta arrivata a un passo dal centrare la tanto agognata vittoria, mentre terza si è piazzata Oestberg, che era apparsa la più brillante in tutte le fasi precedenti e anche per tre quarti della batteria di finale, ma negli ultimi metri il consumo di energie le ha presentato il conto. La 25ennne di Gjøevik ha comunque guadagnato degli abbuoni importanti, anche se non tanti quanto ci si sarebbe potuto attendere, visto che Johaug è riuscita ad agganciare un posto in finale. Per la leader di Coppa del Mondo un andamento peculiare, ingobbita e quasi in difficoltà in salita, ma poi capace di conquistarsi in volata il pass per l’ultimo atto in semifinale. Nella serie conclusiva, poi, si è ben presto rialzata, accontentandosi della quinta piazza dietro anche Ingmarsdotter e davanti a Nilsson caduta.
Anche tra gli uomini la finale ha avuto un andamento simile, con i protagonisti della generale che dopo aver forzato nei primi turni, hanno accusato la stanchezza. Il primo a farlo è stato Northug, che si è rialzato accontentandosi della quinta piazza. Ma anche Sundby, che era apparso molto brillante, non ha avuto il cambio di passo conclusivo, terminando quarto. Così è spuntato il norvegese che non ti aspetti, Emil Iversen, che ha sfruttato materiali perfetti in discesa e sull’abbrivio è andato a battere il russo Ustiugov, secondo nella sprint proprio come a Lenzerheide, e il kazako Poltoranin. Per l’Italia 20^ Scardoni e 33^ Virginia De Martin al femminile, 14° Pellegrino (nella tecnica meno amata), 20° Rastelli e 26° De Fabiani al maschile.
Dopo la sprint, è stato il turno della mass start. La gara femminile è l’unica delle quattro disputate in Germania ad aver confermato i pronostici. Infatti la 10 km è andata a Therese Johaug, che si è imposta in solitaria, anche se Oestberg si è difesa alla grande, accusando un ritardo solamente di 9”9 e adesso, contando anche gli abbuoni, precede la compagna di nazionale di 12”7. Le ultime tre tappe dovrebbero essere favorevoli a Johaug, ma senza dubbio sarà una battaglia che si risolverà solamente sul Cermis. A completare il podio ancora una volta Heidi Weng, staccata di 19 secondi. Ora per lei il ritardo nella generale è di 2’33”, troppi per ambire a qualcosa di più del terzo posto, ormai blindato, visto che la finlandese Kylloenen, quinta di tappa e quarta della generale, è a 4’44”. Brava Virginia De Martin, 15^ di tappa e adesso 17^ della generale.
Tra gli uomini invece previsioni sovvertite: per la prima volta in stagione in una distance non ci sono norvegesi sul podio, mentre può far festa anche l’Italia. Le notizie della 15 km sono infatti 3: la vittoria di Poltoranin, lo splendido podio di De Fabiani e la crisi di Sundby,v 23° all’arrivo, che difende il pettorale rosso ma ora ha solo 47 secondi di vantaggio su Northug, decimo di tappa. Finale molto stretto, con il kazako che ha battuto Cologna solo al fotofinish. De Fabiani è arrivato staccato di 6 decimi, si conferma primo della classifica degli under 23 e in classifica ora è nono. Sono probabilmente in cinque ancora gli uomini in lotta per la vittoria, oltre ai due norvegesi citati anche Ustiugov, Poltoranin e Toenseth, almeno sulla carta. Molto infatti dipenderà da Sundby, bisognerà capire se si sia trattato solo di una giornata no o se sia il campanello d’allarme di una forma in declino. In tal caso il Cermis rischia di essere un giudice implacabile.
Dopo un giorno di riposo, il Tour de Ski arriverà in Italia per lo schuss finale. Si parte con la gara a tecnica libera con partenza a intervalli di Dobbiaco, quindi ci sarà il finale ormai tradizionale di tutto il decennio di storia del Tour de Ski con la mass in classico in Val di Fiemme e infine l’inseguimento in tecnica libera con la scalata del Cermis che incoronerà i due vincitori.
Nella foto: la vittoria di Poltoranin ((c) NordicFocus da fis-ski.com)