Namur è sempre Namur. Un percorso di un fascino e una difficoltà tecnica unica, così come lo spettacolo che la tradizionale prova di Coppa del Mondo all’interno della cittadella medievale vallona regala ogni volta. E il 2015 non ha fatto eccezione, su un tracciato che seleziona come sempre solo i più completi e i più in forma tra gli atleti.
Nella gara maschile è tornato al successo nel massimo circuito mondiale Mathieu Van der Poel, il 20enne campione del mondo che appena recuperata una forma fisica accettabile dopo l’infortunio al ginocchio subito in una brutta caduta al Tour de l’Avenir in estate, è subito tornato a far valere la sua legge, dopo uno splendido duello con l’altro baby fenomeno Van Aert, che da parte sua può consolarsi con il netto rafforzamento della sua leadership in Coppa: il 21enne della Vastgoedservice ora guida con netto margine tutte e tre le principali challenge del cross internazionale (le altre sono Superprestige e Bpost Bank Trofee, nel quale sabato ad Anversa ha fatto cinque su cinque). A chiudere il podio Kevin Pauwels, sempre a suo agio a Namur, dove aveva vinto due volte nelle quattro precedenti edizioni.
Più forte di tutti era partito Sven Nys, con il chiaro intento di affrontare in testa la parte tecnica della prima metà del giro. Il 39enne di Baal era riuscito anche ad aprire un leggero gap quando era stato l’unico ad affrontare in bici la ripida salita che introduce nell’ultimo tratto di gara. Solo Van Aert gli era rimasto in scia, ma l’azione dei due era durata fino al passaggio sul traguardo, poi in testa si è ricomposto un gruppo piuttosto numeroso di otto atleti, compresi alcuni nomi a sorpresa come Aerts, Venturini o Boros, che per un paio di tornate è andato regolarmente, senza strappi significativi. Nys invece dopo quest’attacco, è andato in graduale difficoltà, iniziando a perdere terreno a partire da metà gara e finendo per piazzarsi ottavo.
Il primo a prendere seriamente l’iniziativa è stato Van der Haar con un attacco a metà gara, ma il campione d’Europa ha perso l’anteriore nell’affrontare una curva in asfalto ed è finito a terra, perdendo il poco margine accumulato. Così la corsa si è decisa al quinto giro. Van Aert ha aperto il gas, immediatamente dopo l’uscita dal tratto in contropendenza più caratteristico del circuito, con Van der Poel svelto a prendergli la ruota e Pauwels ad accodarsi poco prima del passaggio sul traguardo. Tutti gli altri hanno accusato in men che non si dica 40 secondi di ritardo.
Nei due giri successivi i tre davanti hanno controllato, in attesa di giocarsi il successo nell’ultima tornata, dietro intanto Van der Haar e Vantornout uscivano in caccia della quarta posizione, lasciando Aerts, Venturini e Nys indietro. Van der Poel si portava in testa subito prima dell’entrata nel tratto in contropendenza. Era il più abile ad affrontarlo, pur percorrendo come gli altri la traiettoria alta, quella più conservativa, e appena rimesso il piede destro sul pedale accelerava. Van Aert con qualche fatica rientrava, chiudendo definitivamente il gap sul tratto a piedi in ripida salita, Pauwels invece perdeva una manciata di metri, non molti, ma sufficienti per escluderlo dalla contesa. Quando sembrava che entrambi fossero al limite, Van Aert sorpassava il rivale e provava a mettersi a fare il ritmo sull’ultima salita, quella più pedalabile a 400 m dalla fine, ma non riusciva a guadagnare alcunché. L’attacco decisivo era quindi quello di Van der Poel che si produceva in una delle sua sparate a poche centinaia di metri dall’arrivo, sulla curva precedente l’ingresso nella retta dei box. Van Aert non aveva sufficienti energie per reagire: lo si capiva dall’atteggiamento, il voltarsi indietro a cercare la posizione di Pauwels piuttosto che guardare avanti. Van der Poel così entrava in testa sul rettilineo finale e andava a vincere. La battaglia per la quarta piazza alla fine si risolveva in favore di Vantornout che nel finale staccava nettamente Van der Haar. Sesto un ottimo Aerts davanti a Venturini, che tiene alta la bandiera francese su un percorso storicamente molto amico dei transalpini. Ottavo Nys, davanti a un Taramarcaz in rimonta come sempre (19° dopo il primo giro), a chiudere la top ten è Van Amerongen. Van Aert allunga così in testa alla classifica con 290 punti, 29 più di Nys secondo, mentre il terzo, Van der Haar, è già staccato di 55 lunghezze.
Spettacolo anche nella gara femminile, dove è arrivata la prima vittoria in Coppa del Mondo in carriera per un’atleta che però da anni era sempre tra le più competitive del lotto. Parliamo della britannica Nikki Harris, autrice di una prova superlativi, che l’ha vista involarsi nell’ultima parte del primo giro e poi non voltarsi più indietro, lasciando le altre ad inseguire senza successo. La 29enne, che nella prossima stagione si dedicherà anche alla strada con la maglia della Boels, ha controllato benissimo la situazione: precisa nelle parti tecniche, efficace dove c’era da spingere, in buona spinta nei tratti a piedi. Al secondo posto un’autentica sorpresa, la francese Caroline Mani, che correndo con una società statunitense si era vista poco in Europa fin qui, ma aveva fatto vedere buone cose (con un successo) oltreoceano. Niente però che lasciasse prevedere un risultato del genere. La 28enne ex motocrossista ha chiuso in grandissima rimonta, sfruttando la sua abilità nella corsa a piedi. Ottima terza piazza per Eva Lechner. La bolzanina è stata la migliore in assoluto nelle parti tecniche, nonché per tre quarti del primo giro e per tutta l’ultima tornata, ma ha pagato una flessione attorno a metà gara che addirittura l’aveva fatta scivolare in quinta posizione (forse anche per un problema meccanico). Poi nel finale è tornata sotto, andando a scavalcare prima Van Loy e poi Compton, in calo nel finale dopo essere risalita nei giri centrali della gara. Sesta piazza conclusiva per Sophie De Boer, settima Verschueren, come sempre in recupero nel finale, ma stavolta senza avvicinarsi alle prime posizioni. Ottava piazza per Helen Wyman, protagonista a inizio gara di un’incertezza all’imbocco di un tratto di discesa ripida che ha spaccato il gruppo alle spalle delle prime, coinvolgendo tra le altre anche Christine Majerus che dopo essere scattata fortissimo prendendo la ruota di Lechner, da lì in poi è sparita dalla lotta per la testa. Nona Antonneau, per qualche giro con Compton, Van Loy e De Boer tra le inseguitrici di Lechner e Harris e poi in calo e decima piazza per la vice-campionessa europea delle giovani Kaptheijns. Solo undicesima Havlikova, autrice di una gara a strappi, mentre la controprestazione di giornata è senza dubbio quella di Sanne Cant. La campionessa d’Europa è apparsa fin dall’inizio in affanno, sofferente in volto e inefficace nell’azione, è scivolata fuori dalle prime dieci in partenza e lì è rimasta per tutta la gara, chiudendo solamente in 14^ posizione e perdendo così la leadership in Coppa. La maglia infatti è passata sulle spalle di Eva Lechner, che guida con 179 punti, 17 più di quelli di Cant e ben 39 di vantaggio su Harris. Le altre due italiane in gara, Chiara Teocchi e Alice Arzuffi, hanno offerto una buona prova. La prima è stata autrice di un’ottima partenza, dopo la quale era a ridosso delle prime dieci posizioni, poi è rimasta coinvolta in un paio di grovigli a centro gruppo, finendo a terra nel tratto in contropendenza, e quindi ha chiuso 24^. 27^ invece la 21enne di Seregno, anche a causa di una foratura che le ha fatto perdere una decina di posizioni, su un percorso comunque non adatto alle sue caratteristiche.
Un altro ottimo risultato per i colori azzurri è arrivato dalla gara under 23, nella quale Gioele Bertolini si è classificato secondo. Il 20enne valtellinese (ora quarto nella generale) si è inchinato solo al begla Iserbyt (che fa il bis dopo Namur) precedendo il campione europeo Hermans. Successo belga con Jaspers anche tra gli junior (10° Xillo migliore degli italiani). La prossima tappa di Coppa del Mondo è in programma a Heusden-Zolder, attorno al famoso circuito automobilistico che nel 2002 laureò Cipollini campione iridato, ed è particolarmente importante perché poi fra un mese lo stesso tracciato ospiterà anche i Campionati del Mondo.
Nella foto: l’arrivo vincente di Van der Poel (foto dal sito ufficiale della corsa di Namur)