In una giornata di grandi risultati per gli sport invernali italiani, con le vittorie di Federica Brignone in superG a Bad Kleinkircheim e di Federico Pellegrino nella sprint di Dresda, arriva anche la firma del biathlon che conquista a Ruhpolding un fantastico secondo posto con la staffetta femminile. Il quartetto azzurro, che mancava dal podio da quasi un anno, da Anterselva 2017, ha ceduto alle padrone di casa della Germania per appena 2”9, ma è stato autore di una prova di assoluto livello con tutte le sue componenti. Enciclopediche Vittozzi e Wierer al tiro, Gontier ha saputo limitare a tre gli errori, tutti coperti con le ricariche (e il ritorno ai livelli di un paio di stagioni fa della valdostana sarebbe la miglior notizia per il movimento azzurro) e Sanfilippo ha dimostrato di aver superato i malanni di inizio stagione, confermando di essere, quando c’è la condizione fisica, una delle migliori del lotto nelle prove su due poligoni. Si tratta di un risultato di grandissimo peso nell’ultima staffetta pre-olimpica e in una gara disputata in condizioni meteo standard e senza controprestazioni eccezionali da parte delle altre nazionali: insomma tutto il merito va alla straordinaria prestazione delle azzurre.
La prima frazione vede le atlete studiarsi abbastanza sugli sci, così a fare la differenza è il tiro, con Lisa Vittozzi che porta tutte a scuola in termini di precisione e soprattutto rapidità e cambia così in testa con 5 secondi di margine su Preuss, seguita da Elisa Gasparin per la Svizzera e da tutto il gruppo ancora poco scremato.
Anche Wierer è eccellente al poligono. Prosegue la striscia di bersagli colpiti (ancora senza errori in questa tappa) e sempre con grandissima celerità (la seconda di frazione nello shooting time, la svedese Brorsson accusa 15 secondi di ritardo nel fondamentale). La tedesca Denise Herrmann però limita a due ricariche in piedi i suoi errori e così può far valere la sua grandissima qualità sugli sci per recuperare 21 secondi di ritardo nell’ultima tornata e passare il testimone a Hildebrand al comando, con Dorothea comunque in scia e le altre più lontane (terza la Norvegia a 17 secondi).
Il poligono a terra della terza frazione però riapre i giochi. La 30enne originaria della Sassonia sbaglia tre volte, anche Gontier sborda l’ultimo bersaglio (con l’azzurra che stava già per ripartire), ma riesce a coprirlo con la prima ricarica. La svedese Anna Magnusson e la francese Chloe Chevalier sono invece impeccabili e così escono davanti, ma durante la seconda tornata la situazione si ricompatta, con un gruppo di testa sostanzialmente formato da sei squadre, tra le quali la Svizzera con Selina Gasparin appare in gran condizione, mentre Hildebrand perde qualche secondo per la rottura di un bastoncino. La più giovane delle sorelle Chevalier è perfetta anche in piedi, e così la Francia esce al comando dal poligono, con quasi 20 secondi di margine su Svezia e Svizzera, mentre Hildebrand (una ricarica) è quarta e Gontier (due) quinta. La transalpina fatica però moltissimo nell’ultima tornata, mentre emerge prepotente Gasparin, che dà il cambio alla sorella Aita con un 17 secondi di margine sulla Svezia e 18 sulla Francia, con Germania e Italia che cambiano pressoché assieme a 25 secondi.
Federica Sanfilippo parte come da sua abitudine tranquilla, tanto da venire scavalcata anche dalla norvegese Olsbu sugli sci, ma l’altoatesina è l’unica a non sbagliare al poligono e così dopo la sessione a terra si ritrova terza, lontana solo 8 secondi da Dahlmeier, con la svedese Oeberg seconda e la Norvegia poco dietro. Questo terzetto si ricompatta nel corso del secondo giro alla spalle della tedesca, che in piedi sbaglia i primi due tentativi, salvandosi però in maniera eccellente con le ricariche. A fare la differenza a questo poligono è tuttavia Sanfilippo, che trova lo zero ed esce al comando, proprio in compagnia di Dahlmeier.
L’azzurra resta davanti per la prima metà dell’ultima tornata, poi arriva l’attacco decisivo della tedesca, che riesce a prendere la testa ma senza fare il vuoto. Sanfilippo infatti è bravissima a mantenere in 3 secondi il ritardo, completando così con il secondo posto una fantastica prova collettiva del quintetto azzurro.
Nella lotta per il terzo gradino del podio ad avere la meglio è la Svezia, al secondo terzo posto di fila dopo quello di Oberhof. Oeberg all’ultimo poligono deve usare solo una ricarica, poi non ha il passo per restare vicina alle prime due, ma riesce comunque a difendere il vantaggio guadagnato su Olsbu, che ha dovuto utilizzare un colpo in più. Naufragano invece Svizzera e Francia, con A. Gasparin che è costretta a un giro di penalità e Aymonier addirittura a due. Il quinto posto va così alla Polonia, in rimonta con un’ottima ultima frazione di Nowakowska, dopo essere rimasta per tutta la gara staccata di una ventina di secondi dal gruppo di nazionali che si sono giocate il podio. Sesta piazza per la Repubblica Ceca, anche qui grazie all’ottimo contributo di Vitkova nell’ultimo stint di gara e settima per la Russia, prima di trovare elvetiche e transalpine in una top ten chiusa dal Canada che ha pagato il brutto lancio di Lunder (23^ a quasi due minuti con un giro di penalità), ma poi è risalito molto bene, sulla scia ancora dell’entusiasmo per lo storico podio di Crawford di 48 ore prima.
(fot0 da sito ufficiale IBU)