Nella foto: la vittoria di Hosking (dal profilo Twitter UCIWWT)
Parla australiano la prima volata del Giro Rosa 2016. A Lendinara, infatti, al termine di 114 km (6 meno del previsto a causa di una variazione di percorso in gara) per lo più pianeggiati, percorsi in una tappa caratterizzata da elevate andature e dal vento, lo sprint conclusivo ha incoronato Chloe Hosking come atleta più veloce. Per l’australiana si tratta della quarta vittoria stagionale, la terza in prove del World Tour dopo la seconda frazione e la classifica generale del Tour of Chongming Island in Cina, la diciottesima vittoria complessiva in corse del calendario Uci in quella che senza dubbio a 26 anni si sta rivelando come la stagione della definitiva consacrazione: un risultato fin qui parlava su tutti, a febbraio era stata la prima atleta dopo sei anni (!) a battere in volata Wild in Qatar. E adesso c’è anche il primo successo al Giro, il secondo per la Wiggle in questa edizione dopo quello di Bronzini nella prima tappa che, unito al piazzamento nelle prime quattro di Longo Borghini e Abbott ieri a Montenars, testimonia come la formazione nero-arancio sia fino adesso il team di riferimento della corsa rosa.
Hosking è partita ai 200 metri, facendo letteralmente il vuoto nei 100 conclusivi e vincendo così con un paio di lunghezze di vantaggio su Marta Tagliaferro, autrice di una fantastica prova sulle strade di casa (in avvio di frazione era stata protagonista di un bellissimo momento con la fuga parenti e l’abbraccio al nonno). Per l’atleta dell’Alé Cipollini è il quarto podio di una stagione che l’ha vista centrare due vittorie in Argentina e Repubblica Ceca e segna il ritorno tra le migliori tre di tappa al Giro tre anni dopo il piazzamento di Margherita di Savoia nel 2013. Terza si è invece piazzata Giorgia Bronzini, che dopo la citata vittoria di San Fior oggi ha completato la giornata trionfale della Wiggle. In quarta posizione ha chiuso la francese Roxane Fournier, velocista della Poitou-Charentes che passa sempre un po’ sotto traccia e viene spesso sottovalutata almeno a livello mediatico, poi però è presenza costante nei primi posti degli ordini d’arrivo. A completare la top-5 un’altra italiana, Barbara Guarischi, sempre presente tra le prime. Seguono Brand, anche lei come diverse sue compagne di squadra non ai livelli del 2015, Guarnier, che ha provato a gettarsi nella mischia, Kirchmann, che dopo le splendide prestazioni dei primi tre giorni oggi forse poteva far meglio, De Jong e la brava Michela Pavin decima.
In classifica generale ovviamente nulla cambia e così Evelyn Stevens può difendere la maglia rosa, che domani vestirà per la terza volta in carriera. Unica piccola variazione i due secondi di abbuono guadagnati da Guarnier al traguardo volante. Sul Gpm di Arquà Petrarca, invece, scollina in testa Elisa Longo Borghini, che così riprende la maglia verde (che pure indossava facendo le veci di Stevens), seconda proprio la maglia rosa e terza Niewiadoma. Insomma, anche su un breve strappetto le protagoniste in salita sono sempre le stesse. Sono stati due i tentativi di fuga principali, il primo a firma Silvia Valsecchi a una cinquantina di km dalla conclusione, il secondo portato dalla campionessa azera Olena Pavlukhina e soprattutto dalla statunitense Scotti Lechuga, che negli ultimi 20 km è arrivata ad avere una ventina di secondi di vantaggio. Da ricordare anche la caduta di Lizzie Armitstead, per fortuna senza conseguenze.
Domani ci si sposta in Lombardia per una suggestiva tappa da Costa Volpino a Lovere che prevede la circumnavigazione del Lago d’Iseo. Sulla carta potrebbe essere la seconda occasione per le ruote veloci, però attenzione perché le strade possono favorire fughe da lontano o colpi a sorpresa. E con le montagne che incombono, qualcuna potrebbe voler provare ad anticipare la battaglia.